Secondo uno studio della Planetary Science Division della NASA un scudo magnetico tra Marte e il sole permetterebbe al pianeta rosso di ricostituire e conservare la propria atmosfera, innescando una serie di effetti positivi per l’abitabilità
di Manuela Proietti
L’acqua potrebbe tornare a scorrere su Marte rendendolo (forse, di nuovo) un mondo abitabile e perfino, in futuro, abitato. Uno scenario da fantascienza? Non secondo Jim Green, direttore della Planetary Science Division NASA e del suo team.
La loro idea? Posizionare uno scudo magnetico dipolare nel punto di Lagrange L1 di Marte per creare una magnetosfera artificiale attorno al pianeta in grado di contrastare il vento solare. Ciò permetterebbe a Marte di conservare la propria atmosfera innescando una serie di effetti a catena ‘positivi’ per l’abitabilità.
Lo studio di Green e colleghi, presentato durante il workshop Planetary Science Vision 2050 che si è tenuto a Washington dal 27 al 1° marzo, parte dalla teoria scientificamente accettata, e confermata anche dalle sonde Mars Express e MAVEN, che Marte, come la Terra, in origine possedesse un proprio campo magnetico, scomparso improvvisamente 4,2 miliardi di anni fa.
Ciò avrebbe causato la graduale e inesorabile fuga di atmosfera sul pianeta, processo che nel giro di 500 milioni di anni ha trasformato un Marte caldo e umido nel luogo freddo e inospitale che conosciamo oggi. Un mondo in cui la vita non può prosperare, estrememente difficile da conquistare e colonizzare per l’uomo anche a causa delle forti radiazioni a cui questo sarebbe esposto.
Secondo il team di Green, la soluzione per portare in sicurezza l’uomo su Marte, permettergli di vivervi come in una ‘seconda casa’, passa per la creazione di una magnetosfera artificiale generata da uno scudo dipolare magnetico, abbastanza forte da contrastare il vento solare.
Sembrerebbe uno dei tanti, irrealistici, progetti di terraformazione di Marte. Da parte loro, Green e colleghi, affermano che il concetto alla base dell’idea deriva dall’applicazione dei codici della fisica del plasma. Stando alle simulazioni effettuate in laboratorio dagli scienziati, una struttura gonfiabile potrebbe essere in grado di generare un campo magnetico dipolare di 1 o 2 Tesla, funzionando come uno scudo attivo contro il vento solare.
Come risultato, l’atmosfera di Marte troverebbe un nuovo equilibrio. In primo luogo, secondo i calcoli, si registrerebbe un aumento medio della temperatura superficiale di circa 4 gradi centigradi. Ciò sarebbe sufficiente a sciogliere il rivestimento di ghiaccio di anidride carbonica sopra la calotta polare settentrionale. L’evaporazione della CO2 innescherebbe un effetto serra, riscaldando ulteriormente l’atmosfera e causando lo scioglimento dell’acqua ghiacciata nelle calotte polari, dove si stima sia imprigionato circa un settimo degli oceani che una volta scorrevano su Marte. Il pianeta rosso potrebbe così tornare ad essere un mondo abitabile più simile alla Terra.
Il prossimo passo per il team di Green sarà quello di riesaminare le simulazioni per produrre una valutazione sui tempi necessari a innescare questi cambiamenti e, allo stesso tempo, di avviare uno studio di fattibilità per la realizzazione dello scudo.
Immagine in apertura: la rappresentazione del metodo Green. Crediti NASA/J.Green
Sotto a sinistra: Marte oggi, bersagliato dal vento solare che strappa l’atmosfera al pianeta. A destra: una rappresentazione del pianeta rosso protetto dal proprio campo magnetico. Crediti NASA
FONTE http://www.asi.it/it/news/uno-scudo-per-latmosfera-di-marte
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