Dal 27 novembre al 1° dicembre gli stati firmatari del trattato per la proibizione delle armi atomiche (TPNW) si incontrano a New York. L’Italia non c’è. Il governo italiano non solo non ha firmato il trattato ONU per la proibizione delle armi atomiche ma non manderà neppure un osservatore al meeting internazionale.
I giornali (meno uno) non danno notizia di questo incontro. Il disarmo non è di alcun interesse, al contrario.
La conferenza a New York. Sale la minaccia nucleare nel mondo in guerra
Si è aperta ieri a New York la seconda Conferenza degli Stati parte al Trattato internazionale TPNW ( Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons) che proibisce il possesso, uso e minaccia dell’uso delle armi nucleari. Non è necessario ricorrere al famoso orologio dell’apocalisse nucleare tenuto dagli scienziati dell’università di Chicago per rendersi conto che il rischio di un impiego dell’arma nucleare, per decisione politica, per incidente o per errore ha raggiunto oggi un livello che non ha precedenti. CONTINUA
Nella campagna “Italia Ripensaci” sono indicate azioni urgenti da affrontare insieme alle istituzioni.
Appello di 32 associazioni: «L’Italia aderisca al bando delle armi nucleari»
Il Trattato TPNW: strada maestra contro la minaccia
Il trattato per la proibizione delle armi nucleari, o trattato per la proscrizione delle armi nucleari o trattato per la messa al bando delle armi nucleari, TPNW, è il primo trattato internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle armi nucleari, rendendole illegali, in un percorso verso la loro completa eliminazione. È stato adottato da una conferenza delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017, aperto alla firma a New York il 20 settembre 2017; entrata in vigore il 22 gennaio 2021, ovvero 90 giorni dopo la ratifica di almeno 50 stati.
I paesi che hanno firmato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari ma che ancora non l’hanno ratificato sono: l’Algeria,l’ Angola, il Burkina Faso, la Repubblica Centroafricana, la Guinea Equatoriale, il Ghana, la Libia, il Madagascar, il Mozambico, il Niger, il Sierra Leone, il Sudan, São Tomé e Príncipe, la Tanzania, il Togo, la Zambia, lo Zimbabwe,il Brunei, l’Indonesia, la Birmania, il Liechtenstein, le Barbados, il Brasile, la Colombia, e Haiti.
I paesi che, invece, hanno firmato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari e che lo hanno anche ratificato sono: il Benin, il Botswana, il Burundi, le Comore, la Repubblica del Congo, la Costa d’Avorio, la Repubblica Democratica del Congo, il Gambia, la Guinea-Bissau, il Lesotho, il Malawi, la Namibia, la Nigeria, le Seychelles, il Bangladesh, la Cambogia, il Kazakistan, il Laos, la Malaysia, le Maldive, la Moldavia, il Nepal, le Filippine, la Thailandia, il Timor Est, il Vietnam, l’Austria, Città del Vaticano, l’Irlanda, Malta, San Marino, Antigua e Barbuda, il Belize, la Bolivia, il Cile, il Costa Rica, Cuba, Dominica, la Repubblica Dominicana, l’Ecuador, El Salvador, Grenada, il Guatemala, la Guyana, l’Honduras, la Giamaica, il Nicaragua, Panama, il Paraguay, il Perù, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent Grenadine, Trinidad e Tobago, l’Uruguay, il Venezuela, il Messico, le Isole Cook, Figi, Kiribati, Nauru, la Nuova Zelanda, Niue, Palau, Samoa, Tuvalu, e Vanuatu[1].
Sito ufficiale, su icanw.org.
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