L’ANVUR esprime parere negativo in merito all’iniziativa dell’Università di Firenze volta all’istituzione di un nuovo corso di Laurea Magistrale in “Geo-Engineering”.
Per il CNI forte rischio di ulteriore confusione ed incertezza nei ruoli e nelle competenze professionali.
L’iniziativa è stata oggetto di una segnalazione, dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze, presso il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che fin da subito ha manifestato forti perplessità.
IL CORSO. La proposta formativa dell’Università di Firenze prevede insegnamenti esclusivamente in lingua inglese, e dovrebbe articolarsi in due differenti curricula:
(i) Engineering Geology, rivolto principalmente a laureati in Scienze geologiche (classe L34);
(ii) Geologica/ Engineering, rivolto principalmente a laureati in Ingegneria civile e ambientale (classe L07);
e su due classi di laurea magistrale:
(i) LM35 – Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio;
(ii) LM74 -Scienze e Tecnologie Geologiche.
Al corso sarebbe possibile accedere, qualora in possesso dei seguenti requisiti:
– laurea triennale in Ingegneria civile e ambientale (classe L07);
– laurea triennale in Scienze geologiche (L34);
– equivalente titolo di studio estero.
A parere dell’Ateneo fiorentino, tale percorso formativo sarebbe utile a formare un professionista “esperto nella pianificazione, progettazione e controllo di sistemi e opere dell’ingegneria applicate a problematiche di origine geologica, in particolare legati alla difesa dal rischio idrogeologico, (. . .) con competenze trasversali fra l’ingegneria e la geologia (. .. )”.
IL PARERE DEL CNI. Pur condividendo l’attenzione alle politiche per la riduzione e la mitigazione del rischio idrogeologico, il CNI ha da subito condiviso le perplessità già evidenziate dall’Ordine degli Ingegneri di Firenze, a parere del quale la proposta dell’Università non appare idonea a risolvere le problematiche evidenziate né coerente con la normativa nazionale in materia di professioni regolamentate, in quanto autorizza tale nuova figura professionale ad operare nell’ambito di attività professionali di natura notoriamente “riservata” (fra cui funzioni connesse alla pianificazione, gestione e progettazione, funzioni di responsabile di studi e indagini ambientali, eventualmente preliminari alla progettazione, nonché di studi di fattibilità e progettazioni a scala territoriale).
Il rischio che questo nuovo corso di laurea produca ulteriore confusione ed incertezza nei ruoli e nelle competenze professionali appare molto elevato, soprattutto in ragione della possibilità, prevista dall’Ateneo, di accedere a tale laurea magistrale da percorsi formativi (triennali) molto diversi fra loro, a cui la legge (e, in particolare, il DPR 328/2001) assegna, correttamente, percorsi professionali ed ambiti di competenze riservati e assolutamente distinti.
Non sarebbe sufficiente a minimizzare tale rischio neanche il “meccanismo di controllo” previsto dall’Ateneo, per il quale: “(. . .) all’inizio del secondo (ed ultimo) anno, nei casi in cui la preparazione personale, anche precedente al corso di laurea magistrale, non risulti idonea per sostenere /’esame di abilitazione corrispondente alla classe di laurea magistrale prescelta (i.e.: ingegnere o geologo), il consiglio di corso di laurea indicherà un piano di studi personalizzato (. . .)”.
Inoltre, stante l’attuale disciplina prevista dal DPR 328/2001, questa nuova figura di laureato, superato l’Esame di stato, potrebbe ragionevolmente iscriversi alla Sezione A dell’Albo degli Ingegneri (ai cui iscritti sono riconosciute, per legge, competenze in tutti i campi dell’Ingegneria civile), pur senza risultare in possesso degli adeguati requisiti formativi.
In ragione delle predette criticità, il CNI ha tempestivamente chiesto un riscontro, sul tema, ai competenti dipartimenti di diverse Università, nonché allertato il MIUR, il COPI (Conferenza per l’Ingegneria), l’Associazione Geotecnica Italiana, il Consiglio Nazionale dei Geologi, il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) e l’ANVUR, Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.
IL PARERE DELL’ANVUR. Quest’ultima – richiamando espressamente il parere negativo del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, così come le perplessità esposte dal Presidente del Gruppo Nazionale di Ingegneria Geotecnica nonché dal rappresentante dell’area di ingegneria dell’ambito del CUN – si è espressa sfavorevolmente in merito all’istituzione del corso di laurea in oggetto, adducendo le seguenti principali motivazioni:
• “Sulla opportunità di istituire il nuovo corso interclasse LM-35. e LM-7 4 nell’Ateneo di Firenze, si consideri che in tale Università sono già presenti corsi di laurea magistrale delle medesime classi: Ingegneria per la tutela dell’ambiente e del territorio (LM-35) e Scienze e Tecnologie geologiche (LM-74)”.
• “La consultazione effettuata (20 novembre 2015) è stata rappresentativa di numerose organizzazioni interessate, ma si è svolta in assenza della rappresentanza delle organizzazioni professionali dell’Ingegneria (Ordine degli Ingegneri) che è elemento fondamentale nella collocazione professionale dei laureati nella e/asse LM-35 (Ingegneria per l’Ambiente. e il Territorio) “;
• a parere dell’esperto di ANVUR, i risultati di apprendimento attesi non sono stati confrontati con quelli di corsi di studio di altri Paesi, tenuto conto che “all’estero la figura del Geologica/ Engineer è costruita in ambiente completamente ingegneristico o a partire da corsi di laurea di primo livello, a connotazione mista geologia-ingegneria, che presentano materie ingegneristiche in misura elevata”.
• “Non esiste coerenza tra gli obiettivi formativi attesi e le attività formative programmate (. .. )’: in quanto – come anticipato dal CNI – “l’origine eterogenea degli allievi comporta una preparazione squilibrata di base che il percorso formativo proposto non compensa”(. . .). Senza i relativi insegnamenti di base o fondamentali i corsi citati non possono che trattare gli argomenti relativi in modo estremamente superficiale, abbassando il livello dell’insegnamento a valori inadeguati a fornire una preparazione del livello che la laurea magistrale richiederebbe” e, soprattutto, con “(. . .) contenuti molto carenti rispetto a quelli trasmessi in un insegnamento erogato da un corso di laurea magistrale in ambiente esclusivamente ingegneristico”;
• quanto al “meccanismo di controllo” previsto dall’Università per ovviare al predetto problema, ANVUR afferma che “tale procedura (. . .), oltre che irrituale, non presenta sufficienti elementi di qualità e trasparenza verso lo studente, che non conosce, al momento dell’immatricolazione, il metodo di svolgimento di tale verifica e non sa quanto questo possa pesare sul suo percorso di studio (. . .)”;
• il fatto che nello stesso Ateneo risulterebbe possibile accedere ad un corso di laurea magistrale della stessa classe con requisiti curricolari nettamente differenti, pur essendo in parte coerente con la natura interdisciplinare del corso, di fatto rischia di “prestarsi a scorciatoie di difficile controllo (…)”.
Alla luce dei suesposti motivi – pienamente condivisi dal CNI – l’ANVUR afferma, a conclusione del parere, che “gli elementi negativi esposti siano di tale gravità da sconsigliare del tutto /’attivazione del corso di studio Interclasse Geo-Engineering (LM-35 LM 74) proposto dall’Ateneo di Firenze“. FONTE
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