COMMENTO DI FULVIO GRIMALDI
Intanto, da noi, il governo sprofonda nel ridicolo con la vicenda del commissario della sanità calabrese (il millesimo cui distribuire pieni poteri sui cittadini italiani?), vicenda in cui, cacciato dal regime, si salva il solo Zuccareli per aver ribadito ciò che l’OMS, prima di essere meglio indirizzato, aveva sentenziato: le mascherine non servono. Lo strillone della banda tecnoscientifica perfeziona con nuove misure “restrittive”, o “nodo scorsoio”, il sociocidio, fratello minore del genocidio. Tutto il fallimentare grumo del potere istituzionale ribadisce la sua subalternità storica alla mafia (dal 1945, grazie USA), invitando all’ingresso in maggioranza il di lei partito per eccellenza, quello dell’attempato liftato, condannato, appunto, per mafia.
In Germania vanno più al sodo e fanno varare al Bundestag autocastrato, ridotto a figurante al pari del nostro parlamento, una legge che, al di là di ogni emergenza virus, vera o fabbricata, attribuisce al regime Merkel poteri bio-tecno-totalitari che rendono quelli adottati nel 1933 una strigliata di preside. Quella del 1933 è la misura che permise ai nazisti di imporre leggi senza approvazione parlamentare e contro la quale, poi, morirono in Europa 50 milioni di persone, soprattutto civili. Senza peraltro conquistare una vera libertà, dalla quale, infatti, si avviò un processo che oggi culmina nell’evoluzione bio-tecnologica di quel 1933 e seguenti.
E più al sodo vanno anche i cittadini tedeschi ancora liberi nel pensiero e non rinunciatari rispetto alla sottrazione della libertà fisica. A migliaia, demascherinizzati, hanno manifestato, per l’ennesima massiccia volta, contro la dittatura tecno-sanitaria basata sul Covid e contro le sue terrificanti derive in termini di abolizioni delle libertà fondamentali, di distruzione dell’economia e di povertà dilagante, di catastrofe psicofisica subita da tutto il popolo, di prospettive di aberrante Stato di Polizia tecno-digitale.
Hanno superato i blocchi e sono penetrati nell’area del governo e della simbolica Porta di Brandenburgo (dietro alla quale un tempo viveva il meglio della Germania, la DDR, dai fratelli dell’Ovest desertificata e colonizzata). Si sono battuti contro un ritorno a un passato elevato all’ennesima potenza tirannica. 10.000 per la polizia e per gli ossequiosi e timorosi media italiani. Ma se tanto mi dà tanto, cioè se il milione del 1. Agosto, a Berlino, era stato ridotto a 18.000, ieri nella capitale della Bundesrepublik, a prendersi le botte e l’acqua gelida dei pretoriani della coalizione CDU-SPD, erano almeno in 50.000 (vedi immagini).
Sotto il Bundestag
Nell’occasione, come del resto minacciato dalla Merkel, inviperita per l’ennesima sentenza del tribunale di Berlino che aveva annullato il divieto di manifestare, la polizia, richiamata da tutto il paese, è passata, al metodo francese. Quello che si conosce come il più brutale del mondo, quelle delle vittime mortali, o accecate, o picchiate a sangue e poi trascinate sull’asfalto. E, infine, neutralizzati dall’arma più violenta: il Covid.
A maniere forti, maniere forti. Ne va, come sappiamo del futuro del mondo. Perché come gli statunitensi sono primatisti dello strumento riduzionista del vaccino, così la classe antropofaga tedesca, ancora una volta, è mosca cocchiera della disumanizzazione psicofisica. La legge che il Bundestag va varando istituzionalizza, cioè rende permanente, il diritto (!) di ricorrere all’eliminazione dei diritti civili e umani fin qui limitati all’emergenza in qualche modo “giustificata”, da virus, guerra, o altro. Lockdown a volontà, isolamento e digitalizzazione universale, spada di Damocle perenne sui movimenti, sull’azione, sull’espressione del pensiero, sulla vita individuale e collettiva.
Vi dicono, con logori stereotipi, a cui amici del giaguaro e utili idioti s’inchinano per non avere guai, o sentirsi fuori dal seminato, che quelli di Berlino erano tutti ultradestri, nazisti e, con infame analogismo, negazionisti (e non si accorgono che apparentano il virus all’olocausto, magari senza neanche tanto sbagliare). C’erano tutti, a Berlino, anche stavolta, e quelli che c’erano, qualunque sia la loro sigla, già solo per essersi battuti contro questo nuovo leviatano postumano, sono di quella parte che si batte per la verità/liberta. Un tempo si chiamava sinistra. FONTE
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