ID2020: un numero per ogni cittadino globale – Le fondazioni Gates e Rockefeller finanziano le linee guida dell’OMS per la tessera di vaccinazione digitale


La Fondazione Gates e la Fondazione Rockefeller, che cercano il controllo della popolazione tramite un numero di identificazione digitale globale attraverso ID2020 e altre iniziative, hanno finanziato l’ultima linea guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul passaporto digitale di vaccinazione. L’azienda di difesa e sicurezza digitale Thales ha recentemente descritto questo come un apripista per ottenere una certificazione universale della identità a livello di telefonia mobile-digitale.

In data 27 agosto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato una linea guida per i governi membri sull’implementazione e le specifiche tecniche dei certificati di vaccinazione digitali (Digital Documentation of COVID-19 Certificates: Vaccination Status: Technical Specification and Implementation Guidelines).

L’iniziativa è stata finanziata non solo dai governi membri ma anche dalla Fondazione Bill & Melinda Gates, dalla Fondazione Rockefeller, dall’Estonia, dal Kuwait e da un’altra fondazione.

È poi interessante constatare il ruolo importante svolto dalla Banca Mondiale. Nei ringraziamenti, dodici dei loro collaboratori e consulenti sono ringraziati per aver rivisto e commentato il documento. La Banca Mondiale è fondamentale perché ha il potere di convincere i paesi più poveri del mondo ad implementare queste politiche attraverso condizioni imposte dalle sovvenzioni consuete in denaro.

Ho a lungo sostenuto che la divisione coercitiva delle persone in vaccinati e non vaccinati e gli obblighi di fornirne la relativa prova, con vantaggi o tormenti, servono anche a spianare la strada alle certificazioni digitali universali dell’identità. Per mezzo di questi, le persone dovranno identificarsi e fornire i loro dati ad ogni passo.

Recentemente, ho scritto su come l’appaltatore della difesa Thales – come per dimostrare questa tesi – ha descritto in un post sul suo sito web rivolto ai clienti del governo le tessere di vaccinazione digitali come un precursore dell’ID digitale mobile universale.

E come se non fosse una conferma sufficiente, ora emerge che i finanziatori e gli operatori dell’iniziativa ID2020 stanno finanziando gli sforzi di armonizzazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle credenziali digitali di immunizzazione. L’ID2020 mira a dotare tutti nel mondo di credenziali di identità digitali e biometriche entro il 2030, che saranno utilizzabili per diversi fini pubblici e privati. In definitiva, si tratta di enormi banche dati interconnesse in cui tutte le persone sono identificate in modo univoco con un numero e le loro caratteristiche biometriche in un modo leggibile dalla macchina, affinché tutte le informazioni su queste persone possano essere facilmente richiamate a livello centrale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità annota alla fine dell’informazione sui finanziatori della linea guida, lealmente, che le loro preferenze non abbiano influenzato il contenuto. Effettivamente, nessun collaboratore dei finanziatori viene ringraziato per la sua cooperazione. Ma che le preferenze della Fondazione Gates, dopo tutto il più importante donatore privato dell’OMS, non giochino un ruolo quando l’OMS pubblica una linea guida sarebbe una novità. Quattro quinti delle finanze dell’OMS dipendono da donatori privati.

Per controllare, ho guardato un’altra linea guida dell’OMS alla quale si fa riferimento in questo documento, una guida del novembre 2020 sullo sviluppo di un piano nazionale di distribuzione e vaccinazione per i vaccini COVID-19. Non viene nominato nessun finanziatore mentre l’alleanza di vaccinazione finanziata da Gates, Gavi – anch’essa membro di ID2020 – è elencata tra gli autori della linea guida e lo staff della Gates Foundation viene ringraziato per la revisione e i commenti. Evidentemente, l’OMS non è così santa come pretende di essere per quanto riguarda l’evitare i conflitti d’interesse quando lavora con i grandi donatori.

Peraltro, riguardo al contenuto della politica di vaccinazione, il testo potrebbe essere della stessa Fondazione Gates. Qua e là si ammette furbescamente che si conosce ancora poco sulla sicurezza e la durata della protezione dei vaccini. Tuttavia, l’assunto di base è che l’unica ragione legittima per non essere vaccinati è una possibile intolleranza o qualcosa di simile.

L’obbligo di vaccinazione è aggirato ad arte

Di conseguenza, l’unico aspetto presente tra i possibili problemi etici dell’uso delle tessere di vaccinazione per partecipare alle attività o per controllare l’accesso è che le persone non vaccinate potrebbero essere svantaggiate. La possibilità che la vaccinazione obbligatoria indiretta possa essere introdotta in questo modo non è ancora esplicitamente problematizzata. (La parola “esplicitamente” inserita il 9/4).

Tuttavia, ci si avvicina certamente a questo problema quando si afferma:

“Lo stato di vaccinazione individuale costituisce parte dei dati personali e bisogna fare attenzione a garantire che nessuno sia costretto a rivelare il proprio stato di vaccinazione o a mostrare pubblicamente un certificato di vaccinazione per poter accedere a uno spazio pubblico o a un’attività. Tale pratica e/o la mancanza stessa di una carta di vaccinazione potrebbe portare alla stigmatizzazione delle persone senza carta di vaccinazione e aumentare il rischio di svantaggio”. (La citazione e i tre paragrafi  sono stati inseriti il 9/4).

Ciò che il governo federale e gli stati stanno facendo e pianificando attualmente in termini di uso dei registri di immunizzazione è diametralmente opposto a questa linea guida dell’OMS. Tuttavia, il governo federale può essere sicuro che l’OMS o altre grandi organizzazioni non lo rimprovereranno per questo. Perché l’ammonizione un po’ nascosta è riconoscibile per chiunque legga è solo una foglia di fico con cui l’OMS copre la sua nudità in materia di diritti umani e dignità umana alla eventuale lettura non prevista di questo documento.

Gran parte del documento non avrebbe senso se l’ammonizione fosse presa sul serio, perché la metà di esso riguarda la certificazione (forzata) della vaccinazione  per proteggere la salute degli altri. (L’altra categoria di utilizzo di cui tratta la direttiva è la documentazione dello stato di vaccinazione per assicurare un trattamento medico adeguato all’individuo).

Si rimane con queste due frasi. La parola vaccinazione obbligatoria o qualcosa di simile non appare. L’OMS non sembra avere una sua linea guida o qualcosa di simile. Gates e Rockefeller non avrebbero certamente avuto i soldi per questo. Invece, una nota rimanda a un documento della Swiss National COVID-19 Science Task Force. Questo non è vincolante per i paesi al di fuori della Svizzera.

C’è un altro passaggio in cui si parla indirettamente del problema della vaccinazione obbligatoria. Perché se la mancanza di una prova digitale della vaccinazione porta grandi svantaggi, gente potrebbe farsi vaccinare che – anche secondo le autorità sanitarie – non dovrebbe farlo. Secondo questa direttiva, ciò che le persone stesse pensano sia buono per loro non ha importanza. Questo problema non è degno di una qualche frase.

Estensione ad altre malattie

Uno dei messaggi apprezzati della direttiva per tutti gli operatori di ID2020 come la Fondazione Gates e la Fondazione Rockefeller consiste nel fatto che la prova digitale dell’immunità può essere estesa in seguito per dimostrare lo stato di vaccinazione nei confronti di altre malattie.

Sembra quasi bizzarro che l’inclusione di informazioni sull’immunità attraverso la guariggione a un’infezione da covid non venga esplicitamente considerata nel documento, con l’argomento che non si sa abbastanza sulla durata dell’immunità dopo essere uscito da una malattia. E tuttavia si ammette altrove che questo non è noto nemmeno per i vaccini. Intanto, è stato addirittura dimostrato scientificamente che la protezione del vaccino si esaurisce molto più rapidamente della protezione proveniente da un’infezione naturale.

Ma se tutti coloro che sono già stati infettati fossero messi sullo stesso piano di quelli che sono stati vaccinati, l’intera campagna con le schede di vaccinazione potrebbe perdere rapidamente il suo effetto, perché allora relativamente presto quasi tutti potrebbero essere considerati protetti. L’obbligo di fornire la prova della vaccinazione perderebbe il suo significato.

Il modo assurdo in cui il governo tedesco si occupa di coloro che sono guariti. Ufficialmente, solo coloro che possono provare la loro infezione con un test PCR dal momento dell’infezione sono considerati guariti. Esistono test affidabili con cui è possibile rilevare retrospettivamente un’infezione precedente. Inoltre, ci sono forti prove che l’immunità dura più a lungo dopo aver superato un’infezione che dopo la vaccinazione. Ciononostante, coloro che sono stati riconosciuti guariti in seguito non sono accettati come persone guarite ai sensi della legge sulla protezione contro le infezioni. In ogni caso, lo stato di coloro che hanno prove di infezione tramite PCR è limitato a sei mesi, mentre è stato illimitato nel tempo per le persone vaccinate fino ad ora ( in Italia 12 mesi).

Queste sono solo alcune delle tante follie evidenti intorno alla vaccinazione e ai test che possono essere facilmente classificate così: sono sensate dal punto di vista dell’applicazione delle schede di vaccinazione digitali e dell’implementazione di ID2020, altrimenti no.

Nota: Il contenuto di questo articolo sarebbe stato incluso nel mio libro “Endgame of Capitalism”, che sarà pubblicato in ottobre, e si avesse saputo prima di andare in stampa. Pertanto, è incluso nella pagina informativa di questo libro nella sezione “Nuovi sviluppi da metà luglio”, nel capitolo “ID2020: un numero per ogni cittadino del mondo”.

Traduzione a cura di Nogeoingegneria

FONTE https://norberthaering.de/die-regenten-der-welt/gates-rockefeller-who/

DAL COVID19 ALL’ALLEANZA ID2020

L’IBM  AL SERVIZIO DELLA SOLUZIONE FINALE

 

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