Le manifestazioni violente sono iniziate dopo l’aumento del costo del biglietto della metropolitana di Santiago nell’ora di punta, ma c’è molto altro LEGGI QUI
Ora ho capito la rivolta
Quando scoppia una rivolta di massa tutti sono costretti a chiedersi perché. Alcuni elementi possono spiegare l’insurrezione cilena sono legati al modello economico iperliberista di questo paese.
Secondo la Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (Cepal), il 50% della popolazione cilena possiede il 2,1% della ricchezza nazionale, mentre l’1% più ricco del Paese ne concentra su di sè il 26,5%. Secondo la classifica della Banca mondiale basata sull’indice Palma – l’indicatore che misura il divario nei redditi tra il 10% più ricco e il 40% più povero della popolazione – il Cile è il secondo stato più diseguale al mondo, preceduto soltanto dal Qatar. Secondo l’Ocse, il Cile è ultimo tra i paesi membri per l’impatto delle misure pubbliche (imposte, sussidi, detrazioni fiscali, incentivi etc) sulle disuguaglianze
MULTINAZIONALI: straniere, private e dominanti nei settori industriali (energia, rame, legno, salmone); straniere, private e dominanti nella distribuzione e commercio…
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Ora ho capito la rivolta, ma…
perchè bruciano il palazzo dell’Enel? La multinazionale Enel gestisce acqua e energia con progetti devastanti di dighe nei territori mapuche e in tutto il Sud e lucra da posizioni di monopolio sull’energia elettrica che rifornisce agli abitanti
L’Enel si tinge verde
Più rinnovabili, meno CO2: il modello Cile
https://www.enel.com/it/storie/a/2019/10/investire-rinnovabili-cile
Articolo di qualche tempo fa
Enel in Patagonia: la rapina dell’acqua
Spesso il dibattito sul futuro dell’energia sembra ristretto all’opzione di fondo tra fossili e uranio da una parte e rinnovabili dall’altra. C’è una questione altrettanto determinante, ma che viene messa in secondo piano: se la direzione di marcia è verso un sistema fortemente decentralizzato oppure continueremo ad essere invasi da grandi impianti, lunghissime reti di distribuzione, prevalenza dell’economia finanziaria, anche nel caso di ricorso a “fonti pulite”. Non c’è dubbio che le corporation puntano a far sopravvivere il sistema attuale e quindi a rendere la vita dura alle fonti naturali, sia ostacolandole nella loro diffusione, che riassorbendole nell’attuale modello a forte centralizzazione. In questa ottica di sostanziale continuità con gli interessi e i poteri delle imprese dell’era dei fossili, vengono proiettati nel futuro i progetti Desertec e Seatec per concentrare e trasportare in Europa l’energia del sole del Sahara e del vento del Mare del Nord. E, in attesa, vengono accelerati i sequestri ad uso energetico di ingenti quantità d’acqua dei fiumi più ricchi al mondo, anche ad opera di attori nostrani come Enel, formidabili player oltreconfine nel settore nucleare e delle grandi dighe (ndr: manipolazione meteorologica alias CLOUD SEEDING un must)
Articolo integrale qui
UN DETTAGLIO
L’esportazione di avocado sta prosciugando il Cile
Il paese è il terzo esportatore di avocado al mondo. Le multinazionali coltivano il frutto tropicale per venderlo all’estero, causando conflitti con le comunità locali per l’uso delle risorse idriche. Il quinto episodio di Un pianeta senz’acqua. LEGGI
Un commento: Cile: ecco gli effetti del neoliberismo globalista – Margherita Furlan
L’enorme manifestazione a Santiago del Cile
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