Image: U.S. Africa Command
Gli USA dispongono di 34 installazioni militari in Africa
In tutto 34 basi tra Corno d’ Africa, Sahel e Libia: a rivelare l’entità della presenza militare statunitense in Africa è la testata investigativa on-line The Intercept.
Un tema delicato soprattutto dopo la morte, nel 2017, di quattro marines in un’imboscata in Niger, che ha alimentato accese polemiche negli USA. Oltre ai 4mila uomini di stanza nella storica base di Gibuti, Africom dispone in tutto di 34 siti, di cui 14 basi principali e 20 secondarie, più’ o meno visibili ed equipaggiate, nelle tre zone in cui gli Stati Uniti partecipano alla lotta al terrorismo con 7.200 militari.
I nemici da sconfiggere sono i miliziani di al Shebaab in Somalia e nel Corno d’ Africa, al Qaeda in Libia e nel Sahel, Boko Haram nella zona del Lago Ciad e i pirati nel Golfo di Guinea. Le presenze più significative, secondo The Intercept, sono localizzate in Somalia, Niger, Kenya, Mali e Camerun.
In Africa centrale è stata censita una sola base aerea, in Uganda, e più a sud un’altra in Botswana. La documentazione di Africom visionata dalla testata investigativa conferma il peso crescente dei droni, utilizzati sia nella sorveglianza che per portare a segno attacchi.
Anche se di recente Washington ha annunciato una riduzione della sua presenza militare in Africa del 10%, concretamente nessuna base verrà chiusa. Anzi si prepara a renderne un’altra pienamente operativa in Niger, ad Agadez, crocevia di terroristi e punto di transito dei migranti la costruzione di una base di droni che costerà agli Stati Uniti 100 milioni di dollari.
Pur assicurando che molte delle basi siano istallazioni provvisorie, The Intercept ha ottenuto prove di una trentina di progetti di costruzione in quattro diversi paesi africani.
“Una presenza relativa quella degli Stati Uniti in Africa, con solo 7mila soldati. Pochi se paragonati ai 50 mila presenti in Europa, ai 23 mila in Corea. Se le minacce dovessero aumentare sul continente, i numeri delle forze americane cresceranno.
Al contrario se le minacce alla sicurezza vengono arginate, gli effettivi presenti saranno ridotti” ha dichiarato all’emittente ‘ RFI’ Jeffrey Hawkins, ex ambasciatore Usa in Centrafrica dal 2015 al 2017. (con fonte AGI) FONTE
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