Che cosa ha scritto Larry Fink, il numero del più grande gestore di fondi al mondo BlackRock che ha aderito al comitato Climate Action 100+ di cui fanno parte anche Arcelor Mittal, Lukoil e China Petroleum.
È guerra alle aziende inquinanti (o poco sostenibili, che dir si voglia). La dichiarazione di intenti arriva da Larry Fink, il numero di BlackRock, il più grande gestore di fondi al mondo, che investe 7 trilioni di dollari in numerose attività, in una lettera indirizzata ai ceo delle aziende.
La lotta al cambiamento climatico è diventata una priorità per BlackRock, che… ha anche aderito a Climate Action 100+…Se l’adesione di BlackRock è arrivata solo nelle ultime settimane, c’è chi in questa iniziativa ci crede da molto più tempo. Tra gli altri, ci sono: Airbus, ArcelorMittal, Basf, Bayer (Monsanto), Boeing, BP, China Petroleum & Chemical Corporation, CNOOC, Daikin Industries, E.ON, Edf, Enel, ENGIE, Eni, Exxon Mobil Corporation, Fiat Chrysler Automobiles, Ford, Lukoil, Nestlé, Nissan, Royal Dutch Shell, Toyota, Volkswagen.
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BLACKROCK NON SOLO POSSIEDE IL MONDO, ORA VUOLE SALVARLO
BlackRock rappresenta la quintessenza del capitalismo schiacciatutto. In un libro sulla finanza scritta da Heike Buchter, giornalista tedesca, tre anni fa, si legge: “Comincia quando ti alzi la mattina. Prendi i cereali con il latte. Ti vesti. Ti infili le scarpe. Prendi l’auto e vai al lavoro. Accendi il computer. Usi il tuo iPhone. In ognuno di questi momenti, BlackRock è presente.” Difficile darle torto.
La roccia nera, in Europa, possiede quote nell’energia. Nei trasporti. Nelle compagnie aeree. Nell’agroalimentare e nell‘immobiliare. Possiede una cospicua fetta di bond del debito pubblico italiano, come riporta la Reuters citando il database Thomsons One consultato da Investigate Europe. Naturalmente, però, Banca d’Italia preferisce non diffondere questa notizia, con il benestare di BlackRock. In ognuna delle prime dieci banche europee, Fink è azionista di peso. Nel caso di Deutsche Bank è il primo azionista, in quello di Intesa San Paolo il secondo. Ovunque vada, il ceo di BlackRock è accolto come un capo di Stato, si chieda a Matteo Renzi in merito a quella cena privata del 2014. L’Europa chiede a Fink di continuare a investire nel vecchio continente, lui chiede al’Europa di non intralciare i suoi affari con troppe leggi e controlli. Una mano lava l’altra. Entrambe lavano il viso. VEDI QUI

da Limes
I due fatti appaiono del tutto slegati tra loro, in quanto sono stati molti gli investitori, piccoli e grandi, a puntare sul futuro green dell’economia, vista la costante sensibilizzazione su temi come il cambiamento climatico ed il non trascurabile fatto che questo settore sia visto come la nuova gallina dalle uova d’oro da orde di speculatori seriali, indipendentemente dalle loro qualità etiche e morali. Qualche settimana dopo si scoprirà però che la Commissione Europea aveva affidato ad una società esterna il compito di vigilare sulla “corretta integrazione di criteri di sostenibilità ambientale nelle strategie del sistema bancario europeo”. Questa società BlackRock. Nonostante il compenso pattuito per questo compito sia relativamente insignificante, si è parlato di 280.000 euro, non sono poche le sopracciglia che iniziano ad inarcarsi in senso di diffidenza. Il gruppo BlackRock possiede infatti partecipazioni nel settore petrolifero per 90 miliardi di dollari, con rappresentanti che siedono nei consigli di amministrazione di tutte le grandi compagnie di estrazione e distribuzione del greggio, e che normalmente hanno sempre respinto ogni mozione, o quasi, a favore delle politiche ambientali. Vero che sono in molti a vedere nella svolta ecologista a livello mondiale, non solo una legittima preoccupazione per il futuro della nostra umanità, ma la strada trovata dal neoliberismo per rivitalizzare un capitalismo sfrenato che appariva vacillare sotto il peso delle diseguaglianze (e ora dell’epidemia).
Mandateci i “puntini”, noi pensiamo ad unirli: con retroscena, approfondimenti e scenari, di politica interna e internazionale. [email protected] — L’Intellettuale Dissidente (@IntDissidente) January 15, 2021
Basti pensare all’endorsement dato nel lontano 2009 dal Financial Times, la bibbia della grande finanza internazionale, al Partito dei Verdi tedesco prima delle elezioni europee. La devastazione ambientale, provocata negli ultimi decenni dalla ricerca ossessiva del profitto a qualsiasi costo, stava iniziando a mostrare i limiti oggettivi di una teoria basata sulla necessità di una crescita infinita, dimenticandosi che viviamo su un pianeta le cui risorse non sono inesauribili. Ecco la svolta ideologica, non solo di BlackRock, far ripartire la crescita in maniera “sostenibile” con un progetto che fa vincere tutti, le aziende che possono occupare nuovi segmenti di mercato e quindi ottenere nuovi profitti, gli stati che guadagnano legittimità, il lavoro che aumenta e l’ambiente che viene salvato. Poco importa se il fine ultimo, la necessità maniacale di accumulare denaro, non cambia e se per fare questo vi saranno comunque scompensi e ulteriori diseguaglianze, gli azionisti saranno soddisfatti ed avranno anche un peso minore sulla coscienza, sempre che tutti ne siano in possesso. Ma lasciamo le congetture e torniamo ad occuparci dei complicati intrecci tra economia e politica. Il 17 aprile 2020, il gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo chiede ufficialmente a Emily O’Reilly, Ombudsman Europeo ovvero garante a tutela dei diritti dei cittadini, di aprire un’inchiesta sull’incarico dato a BlackRock, lamentando un evidente conflitto di interessi.
La Grande Conversione
Sebastiano Caputo
Editoriale 10 Febbraio
Le accuse, non troppo velate, si sono spinte ad affermare che il compenso molto inferiore a quanto inizialmente stimato (intorno ai 500mila euro), sia stato artificialmente tenuto basso da BlackRock, in modo da vincere la concorrenza di altri competitors ed essere in grado di influenzare il processo decisionale dell’Unione Europea su questi temi. Il fronte della protesta allarga a tal punto che la O’Reilly riceve 3 lamentele ufficiali, da oltre 80 membri del Parlamento Europeo, e oltre novanta organizzazioni della società civile firmano una lettera aperta alla Presidente Von Der Leyen con la richiesta di annullare il contratto stipulato. Il 25 novembre scorso al termine della sua inchiesta, la O’Reilly critica fortemente la Commissione Europea per la sua palese incapacità di valutare un potenziale conflitto di interesse nell’assegnare un contratto a BlackRock. Offrire fondi europei per fornire importanti consulenze che andranno ad influenzare le decisioni sulle politiche ambientali, ad una società che rappresenta gli interessi delle società di combustibili fossili non è sembrata quindi al garante una brillantissima idea. Molti la considerano una vittoria di Pirro, e la vicenda occupa ben poco spazio sui principali media europei. In effetti l’Ombudsman non ha altro potere se non quello di condannare moralmente l’accordo.

Una pagina pubblicitaria sul Corriere della Sera
Quello che però è certo è che questa presa di posizione getta più di qualche ombra sulla capacità della Commissione Europea di decidere nel pieno interesse dei Paesi membri e dei suoi cittadini, in vista soprattutto dell’imminente decisione sull’allocazione dei fondi previsti dal Next Generation EU. D’altronde le relazioni tra istituzioni europee e BlackRock non sono proprio una novità. Qualche mese fa il quotidiano francese Le Monde faceva notare come a capo del Pan Europea Personal Pension Product (PEPP), un nuovo programma di previdenza complementare su base volontaria che dovrebbe essere lanciato nel corso del 2021, vi sia Valdis Dombrovskis il vicepresidente lettone della Commissione Europea. Il compito di gestire i risparmi dei partecipanti a questo programma è stato affidato, non è dato sapere quanto casualmente, da Dombrovskis a BlackRock.
L’INAUDITO POTERE DI BLACKROCK
CHE COSA HANNO IN COMUNE PFIZER, BLACKROCK, FACEBOOK E LE BANCHE?
C’È UN FILO NASCOSTO CHE PARTE DA WUHAN E ARRIVA DALLE PARTI DI BLACKROCK
BLACKROCK STA FACENDO PROFITTI SULLA DISTRUZIONE AMBIENTALE E IL CAOS CLIMATICO
DIETRO LA SVOLTA GREEN DI DRAGHI C’È UN ENORME CONFLITTO D’INTERESSI: SI CHIAMA BLACKROCK ▷ MALVEZZI
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