Sorprendentemente, la Johns Hopkins University, che ha già giocato un ruolo di primo piano nel periodo precedente e anche durante la cosiddetta pandemia, ha pubblicato un importante studio contenente una meta-analisi dell’impatto dei lockdown sulla mortalità COVID-19. Vale la pena ricordare che nel 2010, la Fondazione Rockefeller ha teorizzato in un documento Scenarios for the Future of Technology and International Development. che è stato integrato nel 2019 dal Johns Hopkins Event 201, con la simulazione dello scenario 1 di una pandemia che comprendeva un LOCKSTEP. Le due organizzazioni lavorano insieme dal 1916, dopo che la Johns Hopkins School of Hygiene and Public Health fu fondata con fondi della Fondazione Rockefeller. Da allora, sono diventati inseparabili.

Lo studio A Literature Review and Meta-Analysis of the Effects of Lockdowns on COVID-19 Mortality, realizzato da Steve Hanke, fondatore e co-direttore del Johns Hopkins Institute for Applied Economics, Global Health, and the Study of Business Enterprise, Jonas Herby e Lars Jonung, un economista svedese, arriva nel bel mezzo del dibattito sull’efficacia degli obblighi per “rallentare la diffusione” di Covid-19. I lockdown non sono mai stati usati in misura così massiccia durante nessuna delle pandemie del secolo scorso”, hanno detto gli autori, suggerendo che i loro benefici ” nella migliore delle ipotesi marginali” dovevano essere confrontati con i loro “effetti devastanti”. Ma questa ponderazione dei benefici e delle perdite è stata omessa. 

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Di  Davide G. Porro

Che i lockdown non fossero utili a fermare il covid, ma al contrario avessero devastanti impatti sulla salute e sull’economia, era da tempo più che un sospetto. Ora a confermarlo si aggiunge un nuovo studio statunitense

La Johns Hopkins University è la prima università, per fondazione e importanza, dedicata alla ricerca in campo medico negli Stati Uniti. 

Portano il suo nome alcuni primati raggiunti negli oltre 145 anni di storia. Fu la prima ad ammettere le donne, la prima ad usare i guanti in lattice negli interventi chirurgici, la prima a sviluppare la dialisi renale. L’elenco delle piccole e grandi innovazioni in campo medico sviluppate nei suoi laboratori ne fanno una solida e autorevole realtà nel campo della ricerca scientifica mondiale. Da qualche decennio non si occupa solo di medicina, ma ha anche una divisione di economia e finanza, storia aziendale e salute pubblica Il Johns Hopkins Institute.

Nell’ambito degli studi in economia applicata è stata appena pubblicata un’analisi sulle ricerche condotte e pubblicate nel mondo circa gli effetti dei lockdown sulla mortalità da Covid-19. 

Sono state prese in considerazione quelle ricerche che trattavano l’imposizione di almeno un intervento obbligatorio non farmaceutico; ovvero, qualsiasi obbligo del governo che avesse limitato direttamente le libertà delle persone. Tra questi ci sono i provvedimenti che hanno limitato i movimenti interni, le chiusure di scuole e aziende o vietato viaggi internazionali. 

Il metodo di selezione adottato è stato molto rigoroso.
Sono stati analizzati 18.590 lavori che cercavano, in vario modo, di dimostrare o confutare la tesi per cui i blocchi con confinamento a casa riducessero la mortalità del Covid-19.
Dopo una selezione molto rigida sull’attendibilità e pertinenza delle varie pubblicazioni, ne sono state considerate 34 e, di queste, 24 sono state incluse nell’analisi.

I blocchi ed i confinamenti nelle proprie abitazioni sono una prerogativa di questa crisi sanitaria da Covid-19.
Il lavoro di ricerca supporta la conclusione che i lockdown hanno avuto scarsi effetti o nessuno sulla mortalità da covid-19. Più specificamente i blocchi in Europa e negli Stati Uniti hanno ridotto la mortalità da Covid in media solo dello 0,2%.
Nelle 62 pagine dello studio viene anche presa in considerazione e poi confutata la tesi secondo la quale i lockdown siano stati poco efficaci a causa dei ritardi nell’adozione degli stessi.

Emerge invece chiaramente, secondo il Johns Hopkins Institute, che “i lockdown durante la fase iniziale della crisi sanitaria da Covid-19 hanno avuto effetti devastanti”. 

Hanno contribuito a ridurre l’attività economica, aumentare la disoccupazioneridurre l’istruzione, causare disordini politici, incrementare la violenza domestica e minare la democrazia liberale. Gli scarsissimi benefici eventualmente generati dai blocchi non reggono dunque il confronto con gli altissimi costi sociali, salute compresa, che hanno determinato. 

Questo genere di conclusioni non sono una novità in campo accademico.
Già alcuni professori di 
prestigiose università come Oxford, Edimburgo, la Stanford e Harvard avevano sottolineato come i lockdown fossero inefficaci contro la diffusione del virus.

Il pregio di questa ulteriore analisi del Johns Hopkins Institute risiede nell’aver raccolto e verificato con un metodo meta-analitico quanto finora prodotto a livello internazionale.  

Il prof. Steve Hanke, già consigliere dei presidenti Repubblicani sin dai tempi di Ronald Reagan e anche di altri cinque capi di Stato ed altrettanti ministri di diversi Paesi, ha supervisionato il lavoro. Il professore è stato considerato uno dei 25 uomini più influenti in fatto di politiche economiche e commerciali. 

Proprio qualche ora fa il Prof. Hanke ha commentato su Twitter i provvedimenti a cui sono sottoposti gli italiani.

L’Italia continua a schioccare più forte la frusta fascista.
Già esclusi da ristoranti, palestre, trasporti locali e altro, gli italiani non vaccinati di età pari o superiore a 50 anni inizieranno a dover pagare € 100 multe a partire dal 15 febbraio. Sì i fascisti sono tornati.

Hanke, che dirige il Johns Hopkins Institute, ha prodotto otto libri e numerosi articoli e proposte sulla privatizzazione delle risorse del settore pubblico. Se un esperto di privatizzazioni si esprime in questo senso sulle misure adottate dal governo di Mario Draghi, non c’è proprio da stare tranquilli.

FONTE https://www.byoblu.com/2022/02/01/johns-hopkins-institute-i-lockdown-hanno-devastato-la-societa-senza-fermare-il-virus/

Pezzo dopo pezzo crolla! 

Il capo di Pfizer confessa: sconvolgente ammissione sulla doppia dose ▷ “Forse nessuna protezione”

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