RedBull compra un tratto di costa Adriatica: è l’antipasto della direttiva Bolkestein

La multinazionale delle bibite RedBull ha sborsato nove milioni di euro per mettere le mani su 120.000 metri quadri di litorale nel golfo di Trieste. Il complesso è articolato in 60.000 metri quadri di proprietà privata e 65.000 in concessione, e comprende l’area di Marina Monfalcone (Gorizia) con 300 posti barca sino a 40 metri, un cantiere nautico, uno yacht club, la prestigiosa Scuola Vela Tito Nordio nonché caseggiati, giardini e spiagge. Il tutto è stato rilevato direttamente dal titolare della Redbull, il magnate austriaco Dietrich Mateschitz, e l’acquisto – secondo la stampa specializzata – sarebbe stato portato a termine tramite una holding cinese. Il progetto della multinazionale prevede di trasformare l’Isola dei Bagni a Marina Nova nel nuovo regno della vela e della nautica brandizzati Red Bull. Un’operazione che anticipa una dinamica che presto potrebbe diventare realtà sulle coste di tutta Italia.

Nel dicembre scorso la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora relativa al rinnovo automatico delle concessioni balneari, minacciando la procedura d’infrazione nel caso in cui il governo italiano non proceda ad applicare i dettami contenuti nella direttiva Bolkestein che prevede la liberalizzazione delle concessioni balneari. Si tratta di una direttiva destinata a provocare un terremoto nella geografia dei lidi italiani, obbligando di fatto a mettere a bando le concessioni balneari. La questione è spinosa: se da un lato è vero che le concessioni riscosse dallo Stato sono basse, con stabilimenti balneari del valore di milioni di euro che con i canoni attuali pagano pochi spicci di concessione, dall’altro sono evidenti le possibili conseguenze nefaste della riforma, in particolare quella che vedrebbe gli stabilimenti balneari gestiti da famiglie (che spesso hanno riversato i risparmi per rilevarli) finire nelle mani di grandi imprenditori, fondi finanziarie o multinazionali contro i quali i gestori attuali avrebbero ben poche possibilità di concorrere nelle gare di appalto.

L’Italia fino adesso è stata restia ad applicare la direttiva europea e, pur avendola ratificata nell’ormai lontano 2010, ha provveduto a rinviarne costantemente l’applicazione. L’ultima modifica di legge approvata durante il governo Conte I (la 145/2018) ha disposto l’estensione delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2033, giustificandola come un “periodo transitorio” necessario ad attuare una riforma organica del settore, che l’allora ministro del turismo Gian Marco Centinaio stava concordando con Bruxelles. Poi il primo governo Conte è caduto e i successivi esecutivi non hanno portato a termine il lavoro, di qui la decisione della Commissione europea di aprire una procedura di infrazione all’Italia. Il governo italiano ha risposto con una lettera nella quale rimarca di avere bisogno di più tempo, ma questo stringe: le voci di corridoio danno per imminente l’avvio ufficiale della procedura di infrazione e, lo scorso novembre, è arrivata inoltre la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha annullato la validità della proroga al 2033 e imposto le gare entro due anni. Nel frattempo, mentre il governo italiano cerca una via di uscita, la conquista delle coste italiane da parte delle multinazionali è già cominciata.

FONTE https://www.lindipendente.online/2022/01/28/redbull-compra-un-tratto-di-costa-adriatica-e-lantipasto-della-direttiva-bolkestein/

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