Sta circolando la notizia di un  imminente aumento dei limiti di legge per i campi elettromagnetici, in particolare del valore di attenzione di 6 V/m.

Riguardo l’implementazione del 5G, l’Italia ha i limiti di emissione elettromagnetica più bassi d’Europa. E il governo sta approntando un pacchetto di provvedimenti da 1,5 miliardi di euro compreso l’innalzamento dei limiti da 6 a 30 v/m. Il governo pronto a mettere mano ai limiti elettromagnetici, individuati tra gli ostacoli che “stanno rallentando la roadmap” italiana del 5G.

No all’innalzamento dei limiti per i campi elettromagnetici oltre la soglia di rischio: con questa posizione chiara e netta si è costituita la Rete 6 V/M, che prende il nome dagli attuali limiti di legge e che è composta da associazioni e comitati impegnati sul tema. Ne fa parte anche la dottoressa Fiorella Belpoggi direttrice scientifica emerita dell’Istituto Ramazzini e membro del comitato scientifico di ISDE. VEDI QUI 

Scrive Maurizio Martucci: Sta succedendo l’inverosimile, la situazione è molto grave. Sto approfondendo la cosa, nell’imbarazzante disinteresse generale e nel silenzio assordante del resto della categoria dei giornalisti (compresi quelli cd. indipendenti e liberi). Le mie fonti, più che affidabili, vanno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ecco il quadro.  VEDI QUI   https://t.me/MaurizioMartucci

Ho ricevuto una lettera da uno dei maggiori esperti in questo campo, il dottor Livio Giuliani , che sono lieta di pubblicare

Cari Colleghi,

giro volentieri l’appello preparato da Fiorenzo Marinelli per il mantenimento dei tetti elettromagnetici attuali e, se possibile, per ristabilre le modalità di misura previgenti al.d.l. crescita 2.0 di Monti (art. 14 comma 8).

Il meccanismo, fondamentale per la vita, messo in pericolo dai campi magnetici in bassissima frequenza (effetto Liboff-Zhadin) è stato messo in evidenza già 21 anni fa da Emilio Del Giudice (et al., On the “Unreasonable” Effects of ELF Magnetic Fields Upon a System of Ions¸ Bioelectromagnetics 2002, 23(7):522-30; doi: 10.1002/bem.10046 ) per non parlare del lavoro di Luc Montagnier circa i segnali elettromagnetici del DNA (et al., Electromagnetic signals are produced by aqueous nanostructures derived from bacterial DNA sequences. Interdiscip Sci. 2009 Jun;1(2):81-90. doi: 10.1007/s12539-009-0036-7), la cui esistenza veniva confermata alla Columbia University 2 anni dopo (Blank M & Goodman R. DNA is a fractal antenna in EMF fields. Intern J Radiation Biology 2011 Apr;87(4):409-15. doi: 10.3109/09553002.2011.538130. Epub 2011 Feb 28).

Per le alte frequenze, le prime osservazioni sull’effetto non termico (turbamento della pompa cellulare del calcio) dovuto alle  onde modulate o pulsate in ampiezza fu messo in evidenza da W. Ross Adey già nel 1976 e poi confermato da Carl F. Blackman (et al., Calcium ion efflux frombrain tissue: etc.. Bioelectromagnetics 1980;1(3): 277-83. doi: 10.1002/bem.2250010304). Alla spiegazione del soggiacente meccanismo dette un contributo Maurizio Vignati (con me, Radiofrequencies exposure near high voltage lines. Env Health Perspectives 1997 Dec. 1105(S6), doi:10.1289/ehp.97105s61569).

Per quanto sopra è quantomeno imprudente  l’affermazione del WHO, della US FDA e del Consiglio della UE per la quale non sussiste la conoscenza dei meccanismi per cui i campi elettromagnetici interagirebbero con la salute umana, necessari per dar credito alle evidenze epidemiologiche (per le quali la IARC ha classificato i campi elettromagnetici “possibile cancerogeno”).

Nella sottoscrizione dell’appello è richiesto un breve elenco delle pubblicazioni più significative sull’argomento del firmatario. Ma ciò è facoltativo, può essere sostituito con il/i titolo/i accademico/i o lavorativo/i.

Grazie per l’attenzione.

Livio Giuliani

Appello degli Scienziati per la Sicurezza

Elettromagnetica

Al Governo, al Parlamento, alle Regioni e Province Autonome Italiane, noi sottoscritti biologi, fisici, chimici e medici conduciamo ricerche da decenni sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici e non abbiamo mai usufruito di fondi dell’industria delle telecomunicazioni, a dimostrazione di aver lavorato sempre nell’interesse esclusivo della salute pubblica.

La notizia che il Governo sta prendendo in considerazione la possibilità di aumentare il valore di attenzione di 6 V/m per i luoghi di vita dove si permane più di 4 ore è motivo di grande preoccupazione.

I nostri studi, e più in generale le ricerche internazionali, da almeno vent’anni hanno ampiamente dimostrato che le esposizioni alla radiofrequenza, anche al di sotto degli attuali standard di sicurezza ICNIRP/WHO, producono danni alla salute e riducono i livelli di benessere nella popolazione.

Gruppi di scienziati, come ICEMS e Bioinitiative, e il Consiglio d’Europa (Raccomandazione n° 1815 del 2011) hanno diramato appelli per richiedere la riduzione immediata dei limiti di esposizione della popolazione a 0,6 V/m, per garantire la salute pubblica e, in particolare, l’incolumità dei soggetti vulnerabili come i bambini, le donne in gravidanza, i malati cronici, i malati di tumore e gli elettrosensibili.

La radiofrequenza è stata associata a diverse problematiche sanitarie tra cui:

  • cancro (la RF è stata classificata dalla IARC come “possibile cancerogeno per l’Uomo” nel 2011, ma studi successivi hanno concluso che la radiofrequenza rientra nei parametri della Classe 2A, 1 ovvero “probabile cancerogeno”, e della Classe 1 ovvero “cancerogeno certo” 2 ); 
  • malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer;
  • infertilità maschile e femminile;
  • aumento dello stress ossidativo (correlato a numerosissime malattie croniche);
  • alterazioni neuro comportamentali nei bambini nati da madri che usavano il cellulare in gravidanza;
  • disfunzioni immunitarie;
  • alterazioni del metabolismo dell’insulina;
  • aumento della permeabilità cerebrale e alterazioni del metabolismo cerebrale.
  • di radiazioni artificiali da radiofrequenza che non sono del tutto compatibili con la vita. Un aumento ulteriore dell’esposizione della popolazione a radiofrequenza non è eticamente accettabile e neppure economicamente sostenibile.

Servono, piuttosto, misure per tutelare la salute pubblica e l’ambiente. Piante e animali, infatti, risentono dell’esposizione cronica alla radiofrequenza, con danni

significativi soprattutto alle popolazioni di uccelli e di api. Un recente articolo del professor James Lin su “IEEE Microwave Magazine” del 3

Giugno 2023, 3 la rivista della più prestigiosa organizzazione mondiale di ingegneri, conclude che le linee guida ICNIRP presentano gravi limitazioni:

  • proteggono solo da effetti termici acuti per esposizioni di alta intensità e di breve durata (30 minuti);
  • non sono applicabili alle esposizioni a lungo termine e di bassa intensità, come effettivamente avviene nei contesti di vita quotidiani;
  • si basano su informazioni obsolete;
  • non proteggono dalle radiazioni della tecnologia 5G, che ha caratteristiche di forte polarizzazione, molto diverse dalle generazioni precedenti della telefonia mobile, per le quali servirebbero ulteriori studi.

Le linee guida ICNIRP, quindi, non sono idonee a tutelare la salute umana e dovrebbero essere aggiornate secondo le più recenti pubblicazioni del settore.

La legislazione italiana (Legge 36/2001) prevede fortunatamente limiti più cautelativi perché i decisori di allora presero in considerazione due principi fondamentali e irrinunciabili:

il Principio di Precauzione, originariamente sancito nel diritto internazionale

dell'ambiente all'interno della Dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992;

il Principio di Minimizzazione ALARA (As Low As Reasonably Achievable), ovvero

il più basso livello ragionevolmente ottenibile senza compromettere lo sviluppo

tecnologico.

Per le suddette ragioni i sottoscritti Vi chiediamo:

1. di mantenere fermo il valore di attenzione di 6 V/m previsto dall’attuale

legislazione (DPCM 8.07.2003);

2. di misurare il suddetto valore sulla media di 6 minuti che ha una precisa ragione

biologica (è il tempo necessario alle cellule per dissipare il calore prodotto dal campo elettromagnetico) come previsto dal D.P.C.M. dell’8.07.2003, 4 ovvero si richiede di abrogare l’articolo 14, comma 8 lett. d) del D.L. 179/2012, che stabilì la misurazione nell’intervallo di tempo di 24 ore, che è del tutto arbitrario e privo di ragioni se non quella di diluire i valori misurati;

3. di portare l’obiettivo di qualità a 0,6 V/m;

4. di approvare una legge sul conflitto di interessi, al fine di obbligare gli esperti chiamati a fornire pareri scientifici in ambito istituzionale a dichiarare pubblicamente le fonti di finanziamento delle loro ricerche, le loro proprietà azionarie in aziende del settore e le consulenze in conflitto con l’interesse pubblico.

Rimaniamo a disposizione per un incontro e per fornire ulteriori chiarimenti e

documentazione.

Per aderire CONTATTARE  [email protected]

AGGIORNAMENTO

Rete 5G: il governo annulla l’innalzamento dei limiti elettromagnetici, almeno per ora

 

IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.