Il razzo di Musk ha bucato l’atmosfera: il Falcon 9 ha creato una voragine di 900 chilometri
L’onda d’urto prodotta dal razzo di SpaceX è stata circolare e non a V come accade normalmente, generando gli effetti di una tempesta geomagnetica e relativi problemi ai sistemi GPS.
Un razzo Falcon 9 di SpaceX lanciato il 24 agosto 2017 ha fatto un buco circolare nell’atmosfera grande quasi quattro volte la California. Nello specifico, il razzo ha generato una potentissima onda d’urto che ha creato una vera e propria voragine – con un diametro di circa 900 chilometri – nel plasma della ionosfera, determinando problemi ai sistemi di navigazione GPS per qualche ora. Lo ha dimostrato un team di ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra presso l’Università Nazionale Cheng Kung di Taiwan, che monitora da tempo gli effetti dei razzi sull’atmosfera terrestre.
Normalmente i razzi lanciatori come il Falcon 9, l’Ariane 5 e altri modelli simili generano un’onda d’urto nella ionosfera più piccola e a forma di V, mentre il razzo di SpaceX lanciato alle 20:51 ora italiana del 24 agosto 2017 dalla base aeronautica di Vandenberg (California) – per rilasciare in orbita il satellite taiwanese FORMOSAT-5 – ha fatto molti più ‘danni’. Che cosa è successo? La spiegazione risiede nella verticalità della traiettoria del Falcon 9. Normalmente, un razzo dopo aver raggiunto una certa quota dalla superficie viene angolato di tot gradi, per ridurre le sollecitazioni sul carico e gli effetti della forza di gravità. In quel caso però il lancio fu praticamente verticale, fino al rilascio del piccolo satellite (di soli 500 chilogrammi) nell’orbita prevista, a 720 chilometri di altezza. Ciò fu deciso proprio perché il peso a bordo era molto basso, e così l’onda d’urto generata nella ionosfera (che va dai 60 ai mille chilometri di altezza) è stata paragonabile a quella aperta dall’eruzione del vulcano Sarychev avvenuta in Russia nel 2009.
Queste ‘voragini’ hanno una durata effimera, (ndr siamo sicuri?) tuttavia hanno gli stessi effetti di una tempesta geomagnetica localizzata, comportando problemi ai sistemi di navigazione satellitare. In quel caso il disturbo sul segnale fu di soli 3 metri e durò al massimo per 2 o 3 ore, dunque quasi nessuno si è accorto dell’anomalia. Il problema è tuttavia molto serio se si considera il coinvolgimento dei sistemi di navigazione degli aerei o quelli militari. Per questo i ricercatori taiwanesi sottolineano l’importanza di studiare con la massima attenzione gli effetti dei razzi sulla nostra delicata e preziosissima atmosfera. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Space Weather.
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