Con i missili puntati su Mosca torniamo tutti MAD. La lezione di von Neumann
Il 2024 sarà ricordato come l’anno in cui l’Europa è tornata indietro di 50 anni, quando era l’epicentro della speculare dottrina della deterrenza nucleare di Usa e Urss. Il tutto sintetizzato in un acronimo sinistro quanto ansiogeno: Mutual Assured Destruction ossia Mutua Distruzione Assicurata. Reggerà ancora?
Questi sono i fatti.
1) Il vertice Nato si è chiuso con la decisione di dispiegare a partire dal 2026 sistemi missilistici a lungo raggio in Germania: saranno schierati razzi come gli SM-6, i Tomahawk nonché in prospettiva l’arma ipersonica Dark Eagle, attualmente in via di sviluppo, con l’obiettivo di puntarli verso Mosca;
2) Germania, Francia, Polonia e Italia hanno ieri annunciato un piano per sviluppare un missile con una gittata da duemila chilometri, in pratica un vettore capace di coprire la distanza che c’è da Berlino a Mosca;
3) La Russia quest’anno ha installato delle batterie di Iskander nella enclave di Kaliningrad: da lì possono piombare su Berlino, Copenhagen, Varsavia e tutti i paesi baltici. Insomma, mettendo assieme le tre notizie il quadro è bello che fatto: l’Europa è tornata a essere l’epicentro della speculare dottrina della deterrenza nucleare che Usa e Urss hanno portato avanti dal dopoguerra alla caduta del muro di Berlino.
La deterrenza della Guerra fredda è praticamente figlia di una delle menti più geniali e controverse del Novecento: Johnny von Neumann. Lo scienziato ebreo-americano di origine ungherese è stato al centro delle invenzioni più clamorose dello scorso secolo: fu uno dei consulenti del progetto Manhattan, l’operazione guidata da Robert J. Oppenheimer che portò allo sviluppo e alla creazione della bomba atomica, e soprattutto aiutò gli alti papaveri dell’esercito americano a massimizzare l’effetto distruttivo di Little Boy e Fat Man (gli affettuosi nomignoli degli ordigni sganciati su Hiroshima e Nagasaki); fu l’artefice di Maniac, il primo computer che fu usato per mettere a punto gli estenuanti calcoli matematici che servirono per sviluppare dopo la Seconda guerra mondiale una arma nucleare ancora più distruttiva, la bomba all’idrogeno, ma anche il “nonno” degli odierni pc su cui tutti noi lavoriamo e passiamo gran parte della nostra giornata; fu infine il papà della teoria dei giochi, quella particolare branca della logica e dell’economia che dà una forma matematica all’interazione strategica fra uno o più soggetti. Proprio dalla teoria dei giochi discende l’idea della MAD, la Mutual Assured Destruction: secondo von Neumann il fatto che due o più superpotenze avessero delle armi nucleari capaci di distruggere vicendevolmente i propri paesi in realtà era una buona e non una cattiva notizia. La presa di coscienza che nessuno sarebbe sopravvissuto avrebbe creato una specie di equilibrio del terrore che avrebbe dissuaso qualsiasi stato a utilizzare per primo la bomba. Una teoria che per anni ha creato generazioni di europei, americani e russi nate e cresciute con la psicosi dell’attacco nucleare – psicosi su cui il regista americano Stanley Kubrick ha creato uno dei suoi capolavori più ironici e taglienti, il Dottor Stranamore – ma che nei fatti ha funzionato perfettamente fino alla caduta dell’Unione Sovietica e ha portato alla successiva fase di appeasement fra Usa e Russia a colpi di trattati di non proliferazione nucleare e smantellamento degli arsenali atomici.
Peccato però che da due anni a questa parte, dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, la Storia abbia preso un altro verso e abbia imboccato un percorso verso una nuova corsa agli armamenti fra mondo occidentale e autocrazie come Russia e Cina. Tanto da far tornare di moda la lezione di von Neumann, peraltro raccontata magistralmente dallo scrittore cileno Benjamìn Labatut nel suo Maniac (Adelphi). Ecco, il problema è proprio quello: la teoria MAD col suo sinistro quanto ansiogeno equilibrio ha lavorato bene fino al 1989. Dal 2024 in poi reggerà ancora?
Dieci anni dopo le detonazioni delle prime bombe atomiche e la successiva resa giapponese, la rivista Fortune ha pubblicato un importante articolo di John von Neuman “Can We Survive Technology?” E’ senza dubbio la prima menzione significativa della tesi SRM di geoingegneria.
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