Il fatto che la tecnologia di modifica dell’albedo terrestre abbia una lunga storia è già stato riportato su questo sito. La voce più chiara è quella della CIA, che nel 1960 voleva intervenire sul clima iniettando particelle nella stratosfera.
Qui di seguito è riportato un dettaglio in questa direzione del 1979.

Per decenni la NASA ha avuto a disposizione un budget enorme senza alcuna regolamentazione significativa in materia di sicurezza ambientale, controllo pubblico o responsabilità per quanto riguarda i suoi esperimenti.

Il seguente rapporto del 1979 descrive gli esperimenti della NASA sullo strato di aerosol solfato stratosferico. L’analisi comprende lo studio delle particelle di aerosol di solfuro di carbonile e di anidride solforosa.

IL MODELLO DI AEROSOL STRATOSFERICO DEL CENTRO DI RICERCA NASA-AMES

Leggiamo  nell’introduzione: “…si teme che le perturbazioni antropogeniche dello strato possano influenzare il clima attraverso l’aumento dell’inquinamento da zolfo nella stratosfera o attraverso l’immissione di particelle ad alta quota…”.

“Quello del solfato stratosferico è un aerosol altamente disperso di goccioline di acido solforico e soluzione acquosa che si trova solitamente tra i 15 e i 30 km di altitudine. Lo strato è stato scoperto da Junge e dai suoi collaboratori quasi due decenni fa (rif. 1) e da allora è stato oggetto di notevole interesse per i climatologi e gli scienziati atmosferici.”

E spiega il SOMMARIO

Abbiamo eseguito test di sensibilità su un modello fisico-chimico monodimensionale degli aerosol stratosferici non perturbati e abbiamo confrontato i calcoli del modello con le osservazioni. I test e i confronti suggeriscono che la coagulazione controlla il rapporto di miscelazione del numero di particelle, sebbene siano importanti anche il numero di nuclei di condensazione alla tropopausa e il coefficiente di diffusione ad alta quota. I rapporti di miscelazione della massa di solfato e del numero di particelle grandi (r > 0,15 /urn) sono controllati dalla crescita, dalla sedimentazione, dall’evaporazione ad alta quota e dal dilavamento al di sotto della tropopausa.
pausa. L’intensità della sorgente di gas di zolfo e il tempo di permanenza dell’aerosol sono molto più importanti dell’apporto di nuclei di condensazione nello stabilire le concentrazioni di massa e di grandi particelle. Anche la dimensione delle particelle è controllata principalmente dall’apporto di gas e dal tempo di residenza. La diffusione dell’OCS (non quella dell’SO2) domina la produzione di particelle stratosferiche di H2 SO4 in tempi non perturbati, anche se l’iniezione diretta di SO2 nella stratosfera potrebbe essere significativa se avviene regolarmente attraverso qualche meccanismo di trasporto. Suggeriamo una serie di osservazioni degli aerosol in situ e di misure di laboratorio dei parametri degli aerosol che possono fornire ulteriori informazioni sulla fisica e la chimica della stratosfera e degli aerosol che vi si trovano.

IL DOCUMENTO QUI

IL MODELLO DI AEROSOL STRATOSFERICO DEL CENTRO DI RICERCA NASA-AMES
II. STUDI DI SENSIBILITÀ E CONFRONTO CON LE OSSERVAZIONI
 
https://ntrs.nasa.gov/api/citations/19790013549/downloads/19790013549.pdf

 

L’INTERESSE È STATO ALIMENTATO DAL FATTO CHE LO STRATO DI OZONO È STATO DANNEGGIATO DA ESPERIMENTI MILITARI? Lo hanno dichiarato il Generale Fabio Mini e la Dott.ssa Rosalie Bertell. Lo strato ricco di ozono presente nell’atmosfera agisce come una protezione solare planetaria che ci aiuta a proteggerci dalle radiazioni ultraviolette (UV) nocive del Sole. Le aree in cui l’ozono è ridotto permettono a una maggiore quantità di radiazioni UV dannose di raggiungere la superficie terrestre,

 

La proposta di Mikhail Budyko di collocare gli aerosol nella stratosfera è stata descritta per la prima volta nel suo libro del 1977 “Climatic Changes” [Budyko, 1977]. VEDI QUI

LA GEOINGEGNERIA ATMOSFERICA HA 60 (E PIÙ) ANNI DI STORIA

 

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