Un anno si sta lentamente concludendo, alcuni suggeriscono un “ritorno al passato”. Gli eventi a cavallo del 2020 riecheggiano come prospettive all’orizzonte. Ma lasciamo spazio a riflessioni che prevedono un tramonto di chi ha disegnato gli scenari shock di questo e degli anni precedenti.

Al centro del prossimo incontro di Davos, i padroni dell’universo saranno rivolti verso il metaverso. Lì si può possedere tutto, essere felici e rimanerci.

Restate lì, con tutti i nostri auguri.

Se volete essere aggiornati sulle ultime novità, iscrivetevi al CANALE TELEGRAM https://t.me/NogeoingegneriaNews.

*************

Di Silvano Danesi

Ci sono luoghi che sembrano contenere i segni del destino.

Uno di questi è la svizzera Davos, dove Thomas Mann ha ambientato il suo romanzo “La montagna incantata”, il cui protagonista, Hans Castorp, dopo essersi cullato nell’aria rarefatta del sanatorio svizzero, il Berghof di Davos, tra dotte discussioni e patetiche illusioni, è obbligato a lasciare il Berghof e la sua montagna incantata per scendere al “piano”, chiamato per doversi arruolare nell’esercito e partecipare al conflitto mondiale.

La guerra, la prima Guerra Mondiale, durerà anni, probabilmente Castorp morirà, ma solo la guerra è stata capace di farlo tornare nel mondo, alla vita reale, estraendolo da quell’altrove che assomiglia molto al metaverso attuale: una dimensione irreale, che tuttavia è il frutto di una realtà malata, simbolizzata da quella tache humide che da simbolo del male è diventata simbolo della protezione dalla realtà.

Nel romanzo si affrontano i temi della malattia, vista più come condizione mentale e morale che fisica.

Alle crisi dei popoli, alle malattie dello spirito non vi è rimedio. Solo lo spirito del tempo, il Zeitgeist, può decidere delle sorti del mondo.

Lo spirito del tempo sta cambiando.

Ancora una volta una guerra ha richiamato i sognatori alla realtà.

La guerra per procura tra Usa e Russia, che si svolge nel teatro sacrificale dell’Ucraina, da tempo Marca d’oriente americana delegata alle iniziative di Joe Biden, ha due vittime che si aggiungono alla vittima principale: il popolo ucraino.

Le due vittime sono la Germania e l’ideologia globalista e transumanista di Davos, luogo dove, in questo caso, la montagna incantata è rappresentata dal World Economic Forum, consesso di incantati e di incantatori, propugnatori di una realtà che ben poco ha a che fare con il progresso dell’Umanità .

Nel primo caso, è del tutto evidente che il conflitto in corso ha determinato la fine del rapporto tra Germania e Russia, con l’effetto indotto di depotenziare la leadership di Berlino sull’Unione Europea, di rompere l’asse franco-tedesco e di determinare una crisi sistemica di quello che sembrava assurto ad essere il IV Reich in chiave economica.

Ne esce a pezzi l’Unione Europea di Maastricht che, non a caso, è completamente allo sbando, travolta anche da una bufera scatenata dalle indagini di servizi segreti che, evidentemente, puntano a scardinare un sistema di potere sotterraneo che ha reso Bruxelles un moloch asfissiante e insopportabile.

Nel secondo caso, la crisi energetica, conseguita all’interruzione delle forniture del gas russo e ad una speculazione dei mercati, ha messo a nudo la follia dell’agenda di Davos, la cui tache humide è rappresentata dalla politica della green economy e la cui reale malattia, mentale e morale, è il globalismo transumanista.

Se gli Usa di Biden, dei Clinton e dei Bush, seguendo la linea di Zbigniew Brezinski (allargamento dell’Alleanza atlantica per ridurre la Russia ai minimi termini) e non quella di George Kennan (contenimento non umiliante della Russia) pensavano di sconfiggere Mosca e di ridurre la postura egemonica della Germania, inducendo il Cremlino a scatenare l’aggressione all’Ucraina, hanno sbagliato i conti.

La Russia, al di là della propaganda, non pare fiaccata, mentre lo è la Germania, ma quella che è distrutta è la bolla incantata di Davos.

Come scrive Virgilio Ilari, storico militare (Domino 9/2022), nel “2008 fu Angela Merkel, sostenuta da Roma e Parigi, a congelare l’ingresso di Ucraina e Georgia [nella Nato, ndr], e fu ancora lei, nel 2014, a congelare il conflitto ucraino con gli accordi di Minsk, anche grazie all’impantanamento mediorientale e nordafricano di Londra e Washington. Non miope e vile calcolo economico, come recita adesso il trito mea culpa tedesco, ma semplicemente perché le visioni e gli interessi geopolitici della Germania non erano, non sono e mai saranno quelli della Polonia”.

La “nebbia della guerra – scrive ancora Virgilio Ilari – non impedisce di vedere che il fronte ucraino, dove da settembre ci viene detto che stiamo vincendo, è solo una parte della «guerra mondiale a pezzi»”, perché sullo sfondo della guerra in Ucraina c’è “una devastante guerra economica globale”.

Ed è in questa guerra economica globale che si colloca il tramonto di Davos e della follia del World Economic Forum, travolta dalla realtà del mercato, dall’economia reale, dai popoli che si ribellano ad una deriva transumanista, dagli Stati che rivogliono la loro sovranità, contro un’indebita intromissione di potentati finanziari e di finti filantropi.

Nella logica del post umano si colloca ora, con l’ennesima provocazione Beppe Grillo che, a quanto pare arriva da lontano, come sempre.

Sul sito https://beppegrillo.it/laltrove/ si legge: “Oggi, alle ore 12 del giorno del solstizio d’inverno, l’Elevato ha costituito la Chiesa dell’Altrove. L’atto costitutivo della Chiesa dell’Altrove è stato consegnato agli Altrovatar e sarà divulgato il primo giorno delle rivelazioni. Stay tuned”.

Come sempre il comico si colloca sulla prima linea del fronte. L’altrove è il tutto postumano del metaverso, di una realtà virtuale che non è altro che la realtà ipostatizzata in un mondo artatamente costruito per illudere e incantare.

Molteplici le ragioni di tanta allucinazione- scrive Dario Fabbri (Domino 9/2022) – , centrata sul metaverso, costruzione speculare e perfetta del nostro vivere. Portale ultrabiologico, programmato per battere la morte, indifferente al muovere delle stagioni, alla défaillance cerebrali, allo scadere del corpo. Sogno realizzato dei transumanisti (o dei socialdemocratici), per cui ogni problema è risolvibile, pure il trapasso, basta avere il tempo di studiarlo. Con il lungo tedio dell’intellighenzia evidentemente produttore di mirabili risultati”.

Chissà le facce – scrive ancora Dario Fabbri – se sapessero che la vita informatica è perfettamente umana e l’Occidente non è fine ultimo dell’evoluzione. Al netto dei simulacri tecnologici, non vi è alcuna dimensione laterale o forza superiore annidata nell’intelligenza robotica. Il virtuale è fedele rappresentazione dell’esistenza”.

E l’esistenza è quella della morte sui campi di battaglia e anche della morte, prima o poi, dei finti filantropi, che non possono sottrarsi al destino degli umani. Moriranno anche loro, come tutti, ma per ora è morta la loro follia elaborata a Davos, perché la guerra scatenata in Ucraina ha fatto saltare il banco. Rien ne va plus.

FONTE:https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/politica/9900-il-tramonto-di-davos-travolto-dalla-guerra.html

Il World Economic Forum accelera la spinta per la rete di sorveglianza globale del “Metaverso” a Davos 2023

Davos si rivolge al Metaverso come prossima frontiera della tirannia tecnocratica.

Durante la conferenza di Davos del 2023, il World Economic Forum terrà una conferenza stampa sulla sua “Building The Metaverse Initiative” e renderà noti “studi” e dettagli chiave sui suoi sforzi per facilitare ulteriormente quella che sembra essere una rete di sorveglianza globale, secondo i documenti esaminati da The Dossier.

Il Metaverso, uno slogan da adesivo che si riferisce a tutta una serie di idee nello spazio tecnologico, ha potenziali applicazioni attuali e future sia per le entità private che per quelle governative. Sarà uno dei punti cardine della conferenza di Davos del 2023.

Che cos’è esattamente il Metaverso? 

Il termine Metaverso è stato inventato dall’autore Neal Stephenson nel suo romanzo di fantascienza del 1992 Snow Crash, in cui i cittadini utilizzavano avatar digitali come mezzo per sfuggire alla loro realtà distopica.

Oggi può essere definito come “una visione di ciò che molti nell’industria informatica credono sia la prossima iterazione di Internet: un unico spazio virtuale 3D, condiviso, immersivo e persistente, dove gli esseri umani sperimentano la vita in modi che non potrebbero fare nel mondo fisico”. Prima della sua definizione estesa, il Metaverso comprendeva uno spazio di realtà virtuale e aumentata tecnologicamente avanzato. CONTINUA 

Si stanno preparando …

WEF: L’”ÉLITE GLOBALE” SFUGGIRÀ A UN EVENTO DI ESTINZIONE DI MASSA GRAZIE A UN’”ARCA DI NOÈ TECNOLOGICA”

IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.