Record storico della siccità in Europa nell’ultimo ventennio

La scarsità di precipitazioni, che negli ultimi due decenni ha causato gravi danni ambientali ed economici nel continente europeo, non ha precedenti da oltre 2000 anni a questa parte, anche rispetto a periodi famosi per l’assenza di piogge, come la Piccola era glaciale tardoantica o il Rinascimento. Lo rivela un’analisi degli anelli di accrescimento di alberi viventi e reperti lignei
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Negli ultimi due decenni il continente europeo ha conosciuto un periodo di siccità che non ha confronti negli ultimi 2110 anni, probabilmente per effetto del riscaldamento climatico prodotto dalle attività umane. È questa la conclusione di uno studio pubblicato su “Nature Geoscience” da Ulf Büntgen, dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, e colleghi di una collaborazione internazionale.

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Gli scienziati studiano gli anelli di crescita dei tronchi degli alberi cercando di comprendere cosa sta accadendo. Farebbero bene ad esaminare anche i cieli, che sono cambiati in questi due decenni. Sono stati arricchiti di nuvole antropogeniche, ciò è nuvole indotte dall’attività umana.

Dalle Homogenitus alle Homomutatus: l’atlante delle nuvole . Guarda la galleria 

SICCITÀ, L’ACQUA STA FINENDO. SI VA VERSO IL RAZIONAMENTO

Di Guido Trebbia

L’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche è sempre più un “bollettino di guerra”. Dopo la gestione dell’emergenza – continua a ripetere l’Anbi – servono importanti interventi strutturali.

Mentre in Lombardia si va verso lo stato di crisi idrica regionale, l’incubo del razionamento dell’acqua potabile torna ad aleggiare sul Lazio, dove la quasi assenza di precipitazioni sta diventando allarmante: calano significativamente i livelli dei fiumi Tevere e Liri, ma anche dei laghi di Bracciano e di Nemi.

A segnalarlo è l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche. Una delle zone maggiormente interessate dalla scarsità d’acqua sono i Colli Albani dove, per evitare interruzioni di fornitura idrica, il gestore Acea Ato2 si è rivolto alla Regione per chiedere un incremento del prelievo dalla sorgente del Pertuso, una delle fonti del fiume Aniene, la cui condizione già critica (-60% sulla media 1953-1974) non potrà che ulteriormente aggravarsi.

Nord ai minimi storici

In calo è il livello dei grandi bacini del Nord (solo il Lario è stabile) con il lago Maggiore, che è prossimo a sfiorare nuovamente il minimo storico dal 1946.

Diminuiscono le portate dei fiumi valdostani e del Po, che a Cremona è in condizioni di criticità rossa ed a Pontelagoscuro registra livelli pari a quelli dei giorni più difficili della siccitosissima estate 2017.

I fiumi piemontesi decrescono visibilmente ad eccezione di Pesio e Sesia; nelle dighe della Baraggia (Ravasanella, Ostola, Ingagna) mancano circa 4 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla media, contenendo oggi il 63,24% del volume invasabile.

In Lombardia, nonostante le piogge cadute soprattutto sul Nord della regione (registrati fino a 70 millimetri), le riserve idriche restano largamente deficitarie (-51,4% sulla media e -60% sul 2021), così come quelle nivali (-77% sulla media); il fiume Adda, pur in leggera ripresa, si conferma ai livelli più bassi del recente decennio.

Situazione analoga si registra in Emilia Romagna, dove piogge disomogenee hanno portato leggero ristoro agli esangui corsi d’acqua, ma non hanno impedito che il bilancio idroclimatico di alcune zone scendesse al di sotto dei minimi storici: nei bacini montani dal Parma al Trebbia, dove anche le precipitazioni sono inferiori al record  negativo; nei bacini di pianura dal Parma al Tidone; nei bacini di pianura a Nord della foce del fiume Reno, dove la pioggia caduta a Maggio è stata la metà di quella di un già difficile 2021 (mm.36 contro i 70 millimetri di 12 mesi fa). Largamente deficitaria è anche la situazione alle dighe piacentine (Molato e Mignano), i cui bacini, con poco più di 10 milioni di metri cubi complessivamente invasati, registrano la peggiore performance del quinquennio (oltre 7 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso).

In Veneto, come tutti grandi fiumi del Nord continua a calare il livello dell’Adige, confermandosi ai minimi del recente decennio; in calo anche il Piave, mentre migliorano leggermente la condizioni idriche di Livenza, Bacchiglione e Brenta.

Difficoltà al Centro

Grave è anche la situazione dei fiumi toscani, dove l’ormai “torrente Arno” ha una portata pari al 27% della media e l’Ombrone è in grande sofferenza, trasportando solo 1,56 metri cubi al secondo.

Piove troppo poco anche in Abruzzo dove, nei mesi scorsi si sono toccati deficit superiori al 90% (Penne: -93,3%).

Nonostante le piogge, cadute però con intensità diversa da zona a zona, i fiumi delle Marche stanno tornando ai livelli del 2021 con improvvisa discesa anche dei volumi idrici trattenuti nei bacini ed ora superiori solo a quelli, già scarsi, dello scorso anno.

E al sud non va troppo meglio

In Campania, il fiume Garigliano rimane sui livelli più bassi in anni recenti, così come si segnalano in calo i volumi dei bacini del Cilento e del lago di Conza: pertanto, il rischio siccità resta presente.

Gli invasi di Basilicata e Puglia, complici le alte temperature, registrano una vistosa decrescita nei volumi trattenuti, calati rispettivamente di oltre 7 milioni e di quasi 8 milioni di metri cubi.

Preoccupanti anche i dati praticamente dimezzati nell’invaso alla diga S. Anna di Isola Capo Rizzuto, in Calabria: oggi trattiene 5,98 milioni di metri cubi contro una media pari a Mmc. 11,23 negli scorsi 6 anni.

In Sardegna, dove sono previste temperature fino a 40 gradi, nei giorni scorsi è piovuto abbondantemente solo nell’estremo Sud (una cinquantina di millimetri), mentre al Centro-Nord dell’Isola sta aggravandosi la scarsità di risorsa idrica.

La posizione dell’Anbi

Secondo l’Anbi  (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) la perdurante condizione di siccità sul Nord Italia ha permesso di concordare azioni di contrasto alle criticità idriche mentre il repentino precipitare della situazione in Centro Italia obbliga a interventi d’emergenza. È quindi necessario contrastare subito l’aggravarsi della situazione, ma poi, al più presto, bisognerà far partire gli interventi infrastrutturali, già finanziati e in avanzato iter procedurale, capaci di aumentare la resilienza dei territori. Allo stesso tempo servono decisioni politiche per avviare nuove opere finalizzate ad aumentare le riserve d’acqua di un Paese, dove crescono segnali idricamente allarmanti.

FONTE

Record storico della siccità in Europa nell’ultimo ventennio

La scarsità di precipitazioni, che negli ultimi due decenni ha causato gravi danni ambientali ed economici nel continente europeo, non ha precedenti da oltre 2000 anni a questa parte, anche rispetto a periodi famosi per l’assenza di piogge, come la Piccola era glaciale tardoantica o il Rinascimento. Lo rivela un’analisi degli anelli di accrescimento di alberi viventi e reperti lignei
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Negli ultimi due decenni il continente europeo ha conosciuto un periodo di siccità che non ha confronti negli ultimi 2110 anni, probabilmente per effetto del riscaldamento climatico prodotto dalle attività umane. È questa la conclusione di uno studio pubblicato su “Nature Geoscience” da Ulf Büntgen, dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, e colleghi di una collaborazione internazionale.

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Gli scienziati studiano gli anelli di crescita dei tronchi degli alberi cercando di comprendere cosa sta accadendo. Farebbero bene ad esaminare anche i cieli, che sono cambiati in questi due decenni. Sono stati arricchiti di nuvole antropogeniche, ciò è nuvole indotte dall’attività umana.

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LA GRANDE SICCITA’ – PERCHE’

Geoengineering: A Half-Century of Earth System Experimentation (115 pagine su sperimentazioni nel mondo)

L’ETC Group ha prodotto una mappa mondiale della geoingegneria che rappresenta il primo tentativo di documentare l’espansione della ricerca e della sperimentazione nella manipolazione su larga scala dei sistemi terrestri o climatici.

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