Clip from Disney's Alice in Wonderland (1951).

Sembra uscito dai fumetti, o dall’ultimo romanzo di Michael Crichton. Crichton sapeva che si stava lavorando a certi progetti? Era molto avanti nella stesura del suo libro, quando è morto nel 2008. Aveva lasciato un terzo del romanzo, una trama, un cast di personaggi, una bibliografia e una videografia, nonché note dettagliate sulle sue ricerche. Nel novembre 2009 la fondazione Crichton ha selezionato Richard Preston come autore per completare l’opera.

Di cosa parla Micro? Tratta della tecnologia di miniaturizzazione di oggetti e non solo. Sette ragazzi finiscono sotto un ‘Tensore’ nel laboratorio e vengono rimpiccioliti e abbandonati nella foresta hawaiana. I mini uomini cominciano un’avventura nel micro mondo tentando di sopravvivere. Un dubbio si fa strada durante la lettura del libro: forse Preston ha allontanato la storia dai binari che si era dato l’autore originale. C’è davvero troppo poca documentazione scientifica, caratteristica dei romanzi di Crichton. 

Non è più fantascienza ma realtà. Tutto è partito da una tecnica usata in biologia e medicina per ottenere immagini ad alta risoluzione di cellule e tessuti: l’expansion microscopy. Questa tecnica prevede di inserire i tessuti all’interno di idrogel per poi farlo espandere: il risultato è un oggetto ben visibile in un comune microscopio da laboratorioUtilizzando questa tecnica al contrario si arriva all’ Implosion Fabrication o ImpFab. È abbastanza difficile immaginare adesso tutte le cose che possono fare con questo, o magari no. Leggete i romanzi ‘PREDA’ E ‘MICRO’ di Crichton. 

 

Rimpicciolire la materia: il nuovo metodo del MIT

Una nuova tecnica con possibili applicazioni in robotica e ottica

Molti progressi tecnologici si basano sulla miniaturizzazione. Basti pensare alla differenza tra uno dei primi computer ed uno smartphone moderno, con il primo grande quanto una stanza e con solo una frazione della potenza di calcolo del secondo. Fino ad ora, però, si è sempre rivelato abbastanza complicato costruire parti meccaniche o strutture nell’ordine dei nanometri. Una nuova tecnica per rimpicciolire la materia, sviluppata dal MIT, potrebbe aprire una nuova strada alla costruzione di nanostrutture, con ricadute in campi come l’ottica e la robotica.

Le tecniche fino ad ora a nostra disposizione per costruire nanostrutture sono molto lente, e basate sull’impilare uno per uno degli strati sottilissimi, oppure sono limitate a particolari materiali. Questa nuova tecnica, invece, sarebbe utilizzabile con una grande varietà di materiali e forme, aprendo moltissimo le possibili applicazioni.

Alla base di questo nuovo metodo c’è una impalcatura di acrilico, dello stesso materiale assorbente trovato all’interno dei pannolini, trattata con un metodo che rende possibile imploderla quando esposta ad un acido. All’interno di questa struttura sono quindi poste le molecole del materiale voluto, che al momento del restringimento saranno compresse nella forma desiderata.

La tecnica è in grado di ridurre di 1000 volte il volume dell’oggetto costruito, ma presenta ancora dei limiti in termini di risoluzione: per ora i ricercatori possono creare oggetti grandi circa 1 millimetro cubico con una risoluzione dei dettagli di 50 nanometri. Per oggetti più grandi, però, per esempio da 1 centimetro cubico, la risoluzione è limitata a 500 nanometri.

I ricercatori contano di migliorare ulteriormente questa tecnica, e di applicarla nei campi più disparati: in ottica, per creare lenti altrimenti irrealizzabili, e in robotica, per creare robot a partire da componenti nanometrici. Questo metodo è inoltre alla portata della maggior parte dei laboratori di ricerca, richiedendo strumentazione e materiali relativamente comuni. Questo fattore sarà fondamentale per la sua diffusione ed il suo miglioramento, e possiamo aspettarci di vederlo impiegato presto in nuovi studi e ricerche.

FONTE https://techprincess.it/rimpicciolire-la-materia-mit/

 

 

 

IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.