L’associazione Officine Culturali del Mediterraneo ha organizzato, presso la sede della CGIL di Catania, la presentazione del libro di Fabio Mini “Mediterraneo in Guerra. Atlante politico di un mare strategico”. Oltre all’autore erano presenti: Mario Forgione, organizzatore dell’evento, il prof. Federico Cresti, il giornalista-attivista Antonio Mazzeo e l’attivista No Muos Peppe Cannella.

Fabio Mini è considerato la voce fuori dal coro della saggistica geopolitica italiana, ultimamente, non ha risparmiato critiche dure ai vertici ministeriali di Difesa e Esteri soprattutto sulla questione degli armamenti. La partecipazione dell’Italia ai programmi come il Joint Strike Fighter (in cui è previsto l’acquisto degli F35) dimostra – secondo il generale saggista – la mancanza di una politica per la Difesa orientata ai reali assetti strategici dell’Italia: “ Per quanto riguarda gli aspetti generali noi andiamo a traino degli Stati Uniti, in pratical’interesse strategico nazionale è subordinato a quello degli Stati Uniti, abbiamo limitati ambiti in cui l’Italia può attuare politiche autonome” .

 

Considerazione che può essere estesa anche al sistema satellitare che la Marina USA vuole costruire a Niscemi: “Il MUOS, più che una struttura di difesa, è una struttura che tende a guidare e comunque a rendere più penetranti le forze armate americane soprattutto nei territori dove le comunicazioni sono difficili. In pratica gli Stati Uniti Con il MUOS vogliono coprire un gap di comunicazione per quanto riguarda tutte le forze mobili, le forze mobili possono essere gli aerei, i droni, le navi, ma anche le truppe di terra che utilizzerebbero, per le comunicazioni, una rete dati simile a quella attualmente utilizzata per i cellulari 3G. Il sistema MUOS, con i quattro punti cardinali e i cinque satelliti, di cui uno è già in orbita, consente di coprire tutta l’area compresa tra il tropico del cancro e l’equatore per la trasmissione di dati audio video. E’ ovviamene uno strumento di sostegno per le azioni delle forze americane. Il MUOS non è una priorità italiana allo stato delle cose, anche se la struttura potrà servire alle altre forze dell’alleanza e quindi anche a noi”.

 

In queste ultime ore la questione della revoca delle autorizzazioni per la costruzione del sistema di comunicazione satellitare, disposta dalla Regione Siciliana, sta assumendo i tratti dell’incidente diplomatico: il funzionario della Regione che si era recato al comando della base di Sigonella per la notifica dei provvedimenti, è stato lasciato fuori dai cancelli. Nella stessa giornata, dopo settimane di silenzio la Presidenza della Regione è stata contattata telefonicamente dai collaboratori del console americano a Napoli Donald Moore per un colloquio.

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