La Federazione Russa punta sull’Artico, sulle sue risorse minerarie e di idrocarburi, sulle immense riserve di gas e probabilmente di terre rare.
Lavorare nell’artico e mantenere in piena efficienza un’industria estrattiva moderna in condizioni climatiche così estreme è molto complesso e richiede per prima cosa una fonte di energia costante, maneggevole e che impieghi per la sua generazione uno spazio relativamente piccolo.
Ed è in questo contesto che ha preso forma il progetto, ormai trasformato in realtà, della costruzione di centrali nucleari del tutto particolari. Centrali in grado di garantire alle piattaforme e alle miniere, che sorgeranno nella regione artica sotto il controllo di Mosca, di avere a disposizione l’energia indispensabile per il loro funzionamento e per la sopravvivenza e il benessere dei lavori che vi verranno impiegati.
Così giusto pochi giorni fa in questa centrale sono stati installati 2 reattori nucleari da 34 MW, la cosa particolare è che questa centrale nucleare è un’imbarcazione.
Un’imbarcazione che può essere spostata a seconda delle necessità dell’industria mineraria russa, un’imbarcazione che è stata costruita in questi ultimi 7 anni a S.Pietroburgo dopo lustri di indecisioni e fallimenti. Il governo di Mosca ha dichiarato la costruzione di questa unità navale e delle altre che verranno prodotte una priorità strategica del paese, garantendo assistenza e finanziamenti ai costruttori. Nei prossimi anni una decina di queste unità prenderanno il mare e garantiranno energia sia alle grandi comunità che non dispongono oggi di adeguate fonti energetiche, sia alle industrie minerarie ed estrattive che giungeranno nell’artico per sfruttarne le risorse. Queste unità sono la condizione essenziale per lo sviluppo dei progetti estrattivi di ? Mosca della regione artica e dei quali GPC vi parla da quasi due anni.
La Federazione Russa punta sull’Artico, sulle sue risorse minerarie e di idrocarburi, sulle immense riserve di gas e probabilmente di terre rare.
Lavorare nell’artico e mantenere in piena efficienza un’industria estrattiva moderna in condizioni climatiche così estreme è molto complesso e richiede per prima cosa una fonte di energia costante, maneggevole e che impieghi per la sua generazione uno spazio relativamente piccolo.
FONTE
L’Artico in realtà è da sempre luogo di incontro di enormi interessi geopolitici.
Dobbiamo …ricordare l’esistenza di un organismo multilaterale, l’Arctic Council, che rappresenta tutte e otto le nazioni che si affacciano sull’Oceano Artico. Allo stato attuale, dal punto di vista giuridico, esiste un trattato internazionale che coinvolge Stati Uniti, Canada, Russia, Norvegia e Danimarca: lo United Nations Convention on the Law of the Seas (UNCLOS). I paesi firmatari hanno 10 anni di tempo, dalla data della ratifica, per reclamare un diritto aggiuntivo sullo sfruttamento di una ulteriore fascia corrispondente alla propria piattaforma continentale. Tali diritti estensivi (ma non esclusivi) vengono concessi ai paesi la cui richiesta verrà accolta, a tutti gli effetti non si tratterebbe di una estensione della Exclusive Economic Zone (la Zona Economica Esclusiva). Tutto questo rientra nel più ampio disegno di sfruttamento delle risorse nascoste al di sotto del fondale marino. Vedremo cosa accadrà perché, ad esempio, i termini per avanzare la richiesta scadranno nel 2013 per il Canada, e nel 2014 per la Danimarca.
L’aspetto interessante di questa vicenda è che se da un lato si lavora sul fronte giuridico, per poter accedere alle risorse naturali, dall’altro lato c’è un fermento prettamente militare. Per citarne alcuni, si pensi alla Russia che entro il 2015 darà vita ad una divisione specializzata per l’Artico….
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“Il controllo climatico può essere classificato come esercizio ipotetico interessante, ma soltanto fin dove le conseguenze della manomissione degli eventi atmosferici su larga scala possono essere valutate in anticipo. La maggior parte dei progetti che sono stati proposti potrebbero richiedere impegni ingegneristici colossali e comportare il rischio intrinseco di un danno irrimediabile al nostro pianeta”
Harry Wexler
IL MUOS PER IPERMILITARIZZARE E DEPREDARE L’ARTICO
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