LA PRIMA VITTIMA DELLA POLITICA DI OBSOLESCENZA PROGRAMMATA È STATA LA “LAMPADINA” AD INCANDESCENZA, SU SPINTA DEL CARTELLO PHOEBUS.
Oggi, in continua evoluzione della tecnologia LED (1) e del mercato a essa legato, sentire a parlare del Cartello Phoebus non può non indurre a pensare alla standardizzazione in ambito di tecnologia LED promossa dal consorzio Zhaga Consortium LEGGI QUI
I dispositivi elettronici sono PROGRAMMATI per rompersi dopo la garanzia
Uno studio tedesco dimostra come numerosi elettrodomestici e prodotti di uso comune vengono programmati, dagli stessi produttori, per rompersi dopo 2 anni, cioè dopo la scadenza del periodo di garanzia stabilito dalla legge. Questo fenomeno viene chiamato obsolescenza programmata, ovvero le aziende che costruiscono dispositivi come computer, smartphone, stampanti ed elettrodomestici, li programmano per per rompersi.
La nuova tecnologia permette sempre di più di programmare la “cessazione delle attività” di un qualsiasi apparecchio elettronico. Ed è proprio quello che fanno molte aziende per incrementare il loro business. Tale meccanismo è noto già da tempo, ed ora è in forte espansione grazie alla possibilità di programmare i chipset, presenti in quasi tutti gli apparecchi elettronici.
Ecco come funziona l’obsolescenza programmata
Il meccanismo risale al 1924 con il Cartello Phoebus, e serve ovviamente ad alimentare le vendite. Prodotti troppo efficienti genererebbero cicli di vita troppo lunghi, con gravi effetti collaterali sulle attività aziendali.
Ma come fanno le aziende a far smettere di funzionare i loro apparecchi dopo un tempo definito?
Uno studio tedesco intitolato “Obsolescenza programmata – Analisi delle cause – Esempi concreti – Conseguenze negative – Manuale operativo” e realizzato da Stefan Schridde, esperto in Business Administration, e Christian Kreiss, docente di Business Management all’Università di Aalen in Germania ha analizzato proprio il meccanismo dimostrando che questo meccanismo macabro, l’obsolescenza programmata, esiste.
I due esperti hanno esaminato oltre 20 prodotti definiti “di massa”, cioè di uso estremamente comune, ed hanno analizzato le varie strategie attraverso le quali i produttori pianificano a tavolino questa obsolescenza “precoce”.
- Tra gli elettrodomestici, ad esempio, vengono analizzate le stampanti. Dopo aver effettuato un numero (prestabilito a monte) di alcune migliaia di pagine, sul display delle stampanti compare una scritta che indica la “necessità” di una riparazione, mentre in realtà, riuscendo ad azzerare il “contatore” che legge il numero di pagine stampate, l’apparecchio funziona ancora perfettamente.
- Esaminando le lavatrici, invece, gli studiosi hanno scoperto che, troppo spesso, le barre di riscaldamento degli apparecchi vengono realizzate con leghe e/o metalli che si arrugginiscono molto facilmente. Così facendo, la loro sostituzione risulta antieconomica per il cliente, che viene costretto, dai produttori stessi, a comprare una nuova lavatrice.
- Gli spazzolini da denti e i rasoi a batteria interna sigillata ed è praticamente impossibile sostituirla quando si scarica e non si ricarica più.
- Nei capi d’abbigliamento ad esempio i denti delle chiusure lampo sono fatti “a spirale”, in modo da rompersi molto prima del dovuto. Per le scarpe vengono utilizzate suole incollate che non solo si consumano molto presto, ma che non si possono neppure “scollare”. Col risultato che un paio di scarpe semi-nuove, che potrebbe benissimo essere riparato, diventa di fatto inutilizzabile.
La conclusione dello studio è che:
Le aziende utilizzano intenzionalmente e su vasta scala materiali scadenti e inseriscono nei dispositivi elettronici tutta una serie di “punti deboli”, in modo che questi siano destinati a rompersi o usurarsi molto rapidamente rendendo necessario l’acquisto di un nuovo prodotto. Questo fenomeno non riguarda solo alcune marche ma l’obsolescenza programmata è ormai un fenomeno di massa.
Ecco i vari tipi di obsoloscenza
- Dopo un certo periodo l’apparecchio presenta un difetto funzionale che crediamo sia dovuto ad un guasto ma è l’obsolescenza programmata.
- Dopo un certo periodo l’apparecchio presenta un usura su un “punto debole” ma la riparazione costa più dell’acquisto di un nuovo prodotto. Questo è fatto appositamente.
- Dopo un certo periodo l’ apparecchio presenta una certa incompatibilità con nuovi aggiornamenti (specie computer, tablet, smartphone ecc), creati ad oc per spingere il consumatore ad acquistare un apparecchio più all’avanguardia.
- Dopo un certo periodo non vi è più la disponibilità di parti di ricambio per il vostro apparecchio il quale, una volta rotto si è costretti a sostituirlo anziché ripararlo.
Quella che è stata sopra descritta è l’obsolescenza programmata, e dovrebbe essere un reato perché:
- Inquina pesantemente il Pianeta Terra, creando una mole enorme di rifiuti non riciclabili e non biodegradabili, inquinando le falde acquifere e il terreno
- Ruba letteralmente soldi ai consumatori che o devono comprare prodotti che si rompono dopo la garanzia oppure devono acquistare prodotti a prezzi esorbitanti (e ingiustificati) se vogliono qualcosa di maggiore qualità.
Il Governo dovrebbe proteggere i consumatori dal comportamento pessimo di queste aziende e multarle per inquinamento e frode ai consumatori.
La buona notizia è che qualcosa inizia a muoversi in questa direzione, perlomeno in Europa.
La Francia ha approvato una legge che rende reato l’azione di obsolescenza programmata attuata da alcune aziende. La pena massima è di 2 anni di carcere. La pena massima è di due anni di reclusione per l’amministratore delegato dell’azienda responsabile e una multa di 300mila euro – che può salire fino al 5% del fatturato generato nel paese.
Oltre alla Francia, Belgio, Olanda e Finlandia sono intenzionate a fare lo stesso. Persino la Commissione Europea ha in cantiere un progetto ad hoc per il 2016. I rifiuti di apparecchiature elettroniche (RAEE) hanno un costo non solo per l’ambiente ma anche di gestione.
L’usura precoce e pianificata a tavolino provoca un inutile spreco di risorse naturali, un aumento esponenziale di rifiuti nelle discariche e un danno ai cittadini.
FONTE https://www.dionidream.com/obsolescenza-programmata/
(1) La luce Led causa stress tossica per la retina, la lampadina cosiddetta ecologica invece ha rivelato di essere nociva sia per l’uomo che per l’ambiente.
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