Scienza e Vaccini

Questa pagina è in continuo aggiornamento perché riporta studi, documenti e testimonianze su una materia in continua evoluzione: i cosiddetti “vaccini” anti Covid-19, infatti, non sono vaccini tradizionali come quelli finora conosciuti e utilizzati ma – per ammissione delle stesse case farmaceutiche e dei loro enti regolatori – sono “costrutti farmaceutici” ancora in fase sperimentale. Per cui la loro sicurezza, efficacia ed effetti collaterali sull’uomo, sia a breve che a lungo termine, sono ancora da verificare.
Gli studi e le analisi riportate in questa pagina esprimono, dunque, le perplessità del mondo scientifico su tali “farmaci sperimentali”. Perplessità che però, anziché alimentare un aperto dibattito scientifico fra “pari” come avviene normalmente – cioè fra esperti accreditati e di pari livello – in questo caso vengono respinte a priori dalle istituzioni politico-sanitarie, senza entrare nel merito scientifico delle stesse, spesso delegittimando i loro autori: nonostante siano premi Nobel o scienziati dotati di prestigiosi curricula, la cui pecca più evidente è quella di non allinearsi al pensiero unico dominante. Ecco perché queste analisi non sono facilmente rintracciabili sui media. E perché – prima di riportarle qui di seguito – va descritto il contesto in cui sono decollati e sono stati autorizzati i cosiddetti “vaccini”: a partire dai relativi contratti tra la Commissione Europea e le singole aziende fornitrici. Contrariamente, infatti, alla trasparenza che caratterizza il mondo della ricerca scientifica, i contratti sono stati fin dall’inizio 
blindati e riservati; poi parzialmente resi pubblici, ma con forti censure sui testi che tuttora permangono…. Continua a leggere.

Questa non è scienza, ma solo business ”, spiega Peter Doshi, dell’Università del Maryland e redattore della prestigiosa rivista medica British Medical Journal (BMJ).
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Peter Doshi, insegna un corso obbligatorio in Farmacologia su come valutare criticamente la letteratura medica formando gli studenti su come andare oltre l’abstract di uno studio e come discernere e valutare criticamente gli studi biomedici senza acquisirli così come arrivano. Egli insegna, dunque, proprio a mettere in campo lo spirito di pensiero critico. Così è intervenuto varie volte sul tema “vaccini”: in particolare, in un’audizione del 2 novembre 2021 il cui video messo online dal senatore Ron Johnson insieme ad altri illustri colleghi, sottolinea le contraddizioni nella divulgazione dei dati sull’efficacia del vaccino, la mancanza e l’insufficienza degli stessi e le difficoltà degli studiosi con una sorta di “mancanza di trasparenza dei produttori”. Doshi cita il caso precedente della “malattia suina”, epidemia soprattutto mediatica, per la quale i ricercatori hanno dovuto combattere per ottenere l’accesso ai dati della sperimentazione dei produttori. E denuncia l’irrazionalità e la contraddizione degli enunciati che diffusi sulla pandemia in corso, con termini generici e impropri dal punto di vista scientifico, quali “si sa che…” o “la scienza dice che…” oppure “Tutti sanno che …” smontandoli uno per uno. Affermazioni completamente prive di base scientifica come, per esempio: Lo sanno tutti che questa è una pandemia di non vaccinati”;  oppure altro elemento dato per scontato: “Lo sanno tutti” che i vaccini Covid salvano vite…”, e così via. E Doshi termina il suo intervento sottolineando il peso del fattore economico e l’influenza che le case farmaceutiche sulla politica e la ricerca: “Nel video il dottor Healey ha detto che ciò che è sotto il coperchio degli studi clinici Pfizer non è scienza, sono affari. Io ho esaminato gli studi clinici sponsorizzati dall’industria per oltre un decennio e tendo ad essere d’accordo con il dr. Healy”.

Il Prof. Robert W. Malone, padre della tecnica mRNA smonta tutti i miti costruiti da una falsa scienza.
Guarda il video dell’intervista di Francesco Toscano a Robert Malone

Lezione magistrale di Robert W. Malone, inventore della tecnica dell’Rna messaggero, in un’intervista fatta da Francesco Toscano di cui ecco alcuni punti essenziali: “Non esistono evidenze scientifiche che giustifichino la vaccinazione per i più giovani. Credo molto nell’utilità delle terapie domiciliari, fino ad oggi stranamente osteggiate dai diversi governi. I dati che provengono da Israele meritano un approfondimento: inducono infatti a sospettare che la vaccinazione di massa finisca addirittura con il peggiorare – anziché contenere – il quadro epidemiologico complessivo… questo è un vaccino sperimentale, diverso da tutti gli altri precedenti, anche se ha delle somiglianze, delle analogie…Per esempio, Coloro che sono stati infettati dal virus producono una risposta molto ampia, in grado di reagire a un virus successivo, alle varianti, mentre i vaccinati hanno una risposta molto più ristretta e limitata… Questo significa che la risposta ottenuta con questo vaccino è diversa da quella più ampia, più efficiente dei vaccini che hanno affrontato la poliomielite, la febbre gialla, il vaiolo….” Perciò “E’ IMPORTANTE CHE UNA POPOLAZIONE VENGA INFETTATA E GUARISCA SPONTANEAMENTE SVILUPPANDO QUEL TIPO DI IMMUNO RESISTENZA CHE SI E’ DETTO PRIMA E CHE IL VACCINO VENGA RISERVATO SOLO A CH HA DEI PROBLEMI SERI. Poiché Mentre il vaccino perde la sua capacità di proteggere nel giro di 6 mesi, l’ideale è la combinazione più efficace ed economica tra cure precoci e vaccino laddove può servire ai più fragili… si è constatato che i paesi che non hanno una grande consuetudine con la vaccinazione, come Messico, Perù, Filippine, India, hanno ottenuto ottimi risultati con l’adozione di terapie alternative…. I produttori di vaccini fanno profitti e noi dovremmo fare le nostre scelte senza seguire pedissequamente ciò che ci dicono…” Alla domanda di Toscano che a novembre 2020 quando la campagna vaccinale non era ancora iniziata, la situazione sanitaria era migliore di oggi, Malone risponde “Io penso che ci siano degli elementi all’interno del vaccino che aggravano la situazione dell’infezione e vanno fatte ricerche approfondite per accertarlo”. Sulle eventuali strumentalizzazioni politiche della pandemia, a fini dittatoriali, Malone risponde: “ Noi abbiamo dati concreti e studi di ogni genere che dimostrano che le misure restrittive sono stati disastrose… Se tu dai a un bambino un martello tutto diventa un chiodo, tutto si trasforma in chiodo da colpire come sta accadendo … I conflitti di interesse fra media, politica e industria farmaceutica rendono tossico il dibattito”.

Le critiche del Premio Nobel per la Medicina, Luc Montagnier, agli attuali vaccini sperimentali.
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Il genetista e premio Nobel Luc Montagnier, si dichiara scandalizzato dalle politiche di vaccinazioni di bambini e minori e afferma perché avranno effetti sulle generazioni a venire. “Stiamo davvero intaccando le generazioni future. Per esempio, il glifosato, come dimostrato da studi recenti sui topi, provoca effetti epigenetici: chi lo assume nella dieta lo trasmette alle generazioni successive. Per cui i figli, i nipoti, i pronipoti ne soffriranno. E così l’RNA messaggero presente nel vaccino può avere effetti sulle generazioni future…”  Per Montagnier l’RNA è una completa incognita e proclamare una vaccinazione obbligatoria per tutti con questa tecnologia è una follia per gli effetti che potrebbero manifestarsi anche su più generazioni. Luc Montagnier non ha mai nascosto i suoi dubbi sugli attuali vaccini e le sue posizioni sono chiare: parla apertamente di correlazione tra vaccino e sviluppo di nuove varianti resistenti ai vaccini stessi. Ecco la trascrizione in italiano di quanto riportato nella seconda intervista (in francese con sottotitoli in inglese): “È un enorme errore, un errore medico e un errore scientifico, inaccettabile… i libri di storia ne parleranno, perché, in effetti, è la vaccinazione che ha creato le varianti, a partire dal virus cinese. Ci sono degli anticorpi creati dal vaccino. Il vaccino muta perché cerca di adattarsi e sopravvivere. Le nuove varianti sono prodotto e risultato della vaccinazione, lo potete vedere in tutti i Paesi, è sempre lo stesso: la curva delle vaccinazioni è seguita dalla curva delle morti. Lo vedo da vicino, ne faccio esperienza in Istituto con i pazienti che si sono ammalati di Covid dopo essere stati vaccinati. Vi dimostrerò che stanno creando varianti resistenti al vaccino”. All’intervistatore che chiede: “Come si può vaccinare, durante un’ epidemia?” Montagnier risponde: “È impensabile! È omertà, lo sanno gli epidemiologi, lo sanno” aggiunge Montagnier, spiegando un meccanismo ben conosciuto: “Quello che noi chiamiamo Antibody Dependent Enhancement (ADE)”. 

George Gao Fu, virologo di livello mondiale e il più autorevole in Cina, sottolinea i rischi della tecnologia occidentale dei vaccini anti Covid.
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Leggi l’articolo dello psichiatra Ermanno Pavesi
Leggi ruoli e cariche di Gao Fu riportate dall’Academy of Europe

Il Covid sparirà da solo. I vaccini occidentali? Sono rischiosi… i vaccini a mRNA sono usati per la prima volta su persone sane, per cui la vaccinazione comporta dei rischi… A Whuan non c’è nessun virus animale. Sono stato a Wuhan per cercare l’origine negli animali e non sono riuscito a trovare tracce del virus.  Questa in sintesi le posizioni di George Gao Fu rilasciate anche all’agenzia di stampa statale cinese Xinhua. Per valutare appieno, però, il peso di tali dichiarazioni, va letto oltre all’articolo della Nazione, quello di Ermanno Pavesi, psichiatra e componente del direttivo della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici (FIAMC) (dal titolo Covid-19, il dottor Gao Fu e le responsabilità del Governo cinese”); nonché le informazioni su chi è Gao Fu riportate dall’Academy of Europe (dove in Present and Previous Positions si possono leggere i ruoli e le cariche che Gao Fu ha ricoperto) e dall’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti (NAS) di cui è stato eletto membro corrispondente nel 2019, dove si legge fra l’altro: “Il suo curriculum professionale è notevole. E’ uno dei più importanti virologi e immunologi a livello mondiale che ha dato alcuni importanti contributi nel suo campo. È molto noto per i suoi contributi scientifici alla comprensione del riconoscimento molecolare dei recettori immunitari …  in particolare dei virus dell’influenza e di altri virus rivestiti, che forniscono informazioni per lo sviluppo di farmaci e anticorpi, e per la prevenzione e il controllo di infezioni in tutto il mondo. Gao ha conseguito il dottorato di ricerca (DPhil) in Inghilterra all’Università di Oxford, e successivamente ha lavorato sia all’Università di Oxford che  di Harvard; è stato Direttore Generale dell’Istituto di Microbiologia dell’Accademia Cinese delle Scienze dal 2004 al 2008;  è stato eletto membro di numerose accademie: nel 2013 dell’Accademia Cinese delle Scienze, nel 2014 della Third World Academy of Sciences (TWAS, conosciuta anche come The World Academy of Sciences); nel 2015 dell’American Academy of Microbiology (AAM); nel 2016 dell’EMBO (Organizzazione Europea di Biologia Molecolare) e dell’AAAS (American Association for the Advancement of Science); nel 2016 della RSE (Royal Society di Edimburgo); nel 2017 dell’Accademia africana delle Scienze (AAS) e nel 2018 dell’Accademia Internazionale Eurasiatica delle Scienze”.

Le dichiarazioni di Pietro Luigi Garavelli, primario di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara sui pericoli delle vaccinazioni durante una pandemia.
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Il professore Garavelli, ha dichiarato a fine marzo 2021: È dimostrato che ormai Sars Cov 2 è presente nella popolazione tutto l’anno … per cui assistiamo a brevi ondate epidemiche a scadenza di mesi le une dalle altre, come è normale che avvenga… In questa situazione, a non essere normale è una cosa che si impara al primo anno di specializzazione. Ovvero, non si vaccina mai durante una epidemia. Perché il virus reagirà mutando, producendo varianti e sarà sempre più veloce di noi. Con un virus RNA o si trova un denominatore comune su cui montare il vaccino o, facendo vaccini contro le spike che mutano, non hai speranza di arrivare prima di lui. Lo ricorreremo sempre perché così tende a mutare velocemente.”  Perciò Garavelli si muove controcorrente anche sul lockdown: “… è una misura di isolamento che serve per patologie da contatto, come l’Ebola…” ma non allo stato attuale delle cose, quando il virus è ormai endemico… in pratica, dobbiamo conviverci, rispettare le misure prudenziali e, oserei dire, curare a casa. Chiudere la società e la vita a tratti, non ha davvero senso.

Le preoccupazioni di America’s Frontline Doctors, sulla natura sperimentale, i rischi dei “vaccini”, la carenza di studi preliminari e test. 
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L’organizzazione no-profit di medici e studiosi rivolta al mondo medico America’s Frontline Doctors (AFLDS) ha stilato un documento per rispondere alle domande sul vaccino COVID-19 . In particolare, sul significato scientifico e legale di “vaccino sperimentale” (dimostrando che quelli anti-Covid lo sono tutti) e sulla sicurezza: Poiché questi vaccini sperimentali non sono stati testati secondo gli standard abituali, nutriamo serie preoccupazioni per la sicurezza…non è sicuro distribuire su larga scala un vaccino sperimentale”in quanto “l’assunzione di un vaccino è completamente diversa dall’assunzione di un normale farmaco. Contrariamente all’assunzione di un farmaco per una malattia, la persona che prende un vaccino è in genere completamente sana e continuerebbe a essere sana senza il vaccino. Poiché la prima regola del giuramento di Ippocrate è “non nuocere” la sicurezza del vaccino deve essere garantita. Ma non è ancora successo. Dovrebbero essere condotti e pubblicati più studi sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino e si dovrebbe offrire al pubblico maggiore trasparenza sui possibili rischi, prima che gli Americani entrino nel più grande programma di sperimentazione medica di massa della nostra storia”.

L’intervista al dottor Mike Yeadon, ricercatore scientifico e Vicepresidente di un comparto di ricerca Pfizer, che ipotizza un “depopolamento su vasta scala” sfruttando la “pericolosità di tali ‘vaccini’ ”.
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È stata America’s Frontiline Doctors a raccogliere le dichiarazioni dello scienziato Mike Yeadonpresidente, CEO (Chief Executive Officer) e co-founder di Ziarco Pharma Ltd (un’azienda di biotecnologie farmaceutiche), che in Pfizer ricopriva il ruolo di ricercatore scientifico e vicepresidente di un comparto di ricerca che si occupava di allergie e ricerca sui farmaci. In tale intervista, Yeadon ha affermato che tali vaccini potrebbero essere utilizzati “per il depopolamento mondiale”:  Non ho nessun dubbio che ci troviamo difronte al male (non sono mai stato così sicuro di qualcosa in 40 anni di carriera) e a prodotti pericolosi” – si legge nell’intervista originale inglese – “Nel Regno Unito, è abbastanza chiaro che le autorità sono decise a somministrare i “vaccini” al maggior numero possibile di persone. Questa è follia, perché anche se fossero legittimi, la protezione è necessaria solo per le persone che sono ad alto rischio…Ma tutte le altre, in buona salute… non muoiono di virus. In questo grande gruppo, è del tutto immorale somministrare qualcosa di nuovo e il cui potenziale di effetti  è completamente atipico”. Yeadon sostiene – e cita gli studi – che chi sia stato esposto al Covid, abbia sviluppato una immunità a lungo termine: fino a 17 anni o forse a vita. All’intervistatore che gli chiede quali siano i motivi per tanto accanimento sulla vaccinazione universale, lo scienziato risponde: “… Una è il denaro: ma è una motivazione che non regge, perché lo stesso profitto si otteneva raddoppiando i costi e somministrandoli alla metà dei soggetti. Per cui, è qualcos’altro. Va detto che, per “intera popolazione” s’intende includere anche minori e forse bambini piccoli, cosa che interpreto come un atto malvagio. Non c’è nessuna ragione medica. Sapendo, come so, che la progettazione di questi ‘vaccini’ si traduce nell’espressione nei corpi dei riceventi della proteina spike che ha effetti biologici negativi, che in alcune persone sono dannosi ( coagulazione del sangue,  attivazione del “sistema immunitario complementare” ecc. ), sono deciso nel sottolineare che coloro che non sono a rischio di questo virus non dovrebbero essere esposti al rischio di effetti indesiderati dovuti a questi agenti”. Tant’è che alla fine l’ex vicepresidente della Pfizer fa una dichiarazione eclatante: Per favore, avvertite le persone di stare lontane dai vaccini, non ce n’è assolutamente bisogno…. E dal momento che … sono stati prodotti dal settore privato e gli organi preposti al controllo e alla regolamentazione si sono fatti da parte (la sicurezza non è stata testata), posso solo dedurre che saranno usati per scopi nefasti. Ad esempio, se qualcuno volesse danneggiare o uccidere una significativa percentuale della popolazione mondiale nei prossimi anni, i sistemi messi in atto in questo periodo, lo consentiranno. È mia opinione che sia possibile che tutto ciò venga usato per un depopolamento  su vasta scala”.

Tre ricercatori italiani spiegano sul Journal of Neuroimmune Pharmacology (JNIP) la tesi scientificamente validata secondo cui i “vaccini COVID-19” siano farmaci piuttosto che “vaccini tradizionali”
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La Lettera indirizzata al JNIP e arricchita di referenze bibliografiche, di Marco Cosentino, Marco Ferrari e Franca Marino espone l’evidenza che i tre ricercatori ravvedono nei vaccini COVID-19 confermata da gran parte del mondo scientifico: Pfizer, Moderna, Astrazeneca, J&J ma anche Sputnik non sono vaccini convenzionali, bensì prodotti medicinali con un principio attivo e degli eccipienti, e probabilmente con effetti che dipendono dalla dose e dalla reattività individuale. La maggior parte dei paesi occidentali, tra cui USA, UE e Regno Unito, stanno costruendo le loro campagne di vaccinazione di massa contro COVID-19 su prodotti derivati ​​da biotecnologie innovative, per RNA messaggero (Pfizer/BioNTech e Moderna) e consegna di DNA attraverso vettori di adenovirus (Oxford/AstraZeneca e Johnson & Johnson). Quest’ultimo è condiviso dalla Federazione Russa come vaccino Sputnik V (Jeyanathan et al. 2020 ). All’inizio della pandemia di coronavirus-2 (SARS CoV-2)… solo due vaccini basati su vettori virali contro il virus Ebola (tuttavia senza vettori di adenovirus) sono stati autorizzati per uso umano (Suschak e Schmaljohn 2019)”. Ma come aggiungono i ricercatori “di fronte all’emergenza sanitaria da pandemia COVID-19, la diffusa percezione pubblica” di questi prodotti impropriamente definiti “vaccini” è che tali “vaccini in fase di sviluppo riflettessero ciò che era già disponibile per il tetano, la difterite, la poliomielite, il morbillo, la parotite o la rosolia tra altri. Tuttavia, gli attuali vaccini COVID-19…” sarebbero da considerare “farmaci” o “prodotti farmaceutici” piuttosto che “vaccini convenzionali (che) sono preparati contenenti forme indebolite o uccise del microrganismo, alcuni dei suoi determinanti antigenici chiave o una forma inattivata di tossina… (che) incontrano il sistema immunitario dell’ospite nel sito di iniezione, determinando infine la stimolazione di una risposta immunitaria e, a sua volta, di una memoria immunologica. I vaccini COVID-19 si basano esattamente sulla consegna di RNA messaggero o DNA preparata mediante consegna vettoriale. Contengono RNA o DNA della proteina SARS-CoV-2 S attiva racchiusa in eccipienti (lipidi, sali e saccarosio per i vaccini a RNA, un adenovirus per i vaccini a DNA). I principi attivi non sono in grado di influenzare direttamente il sistema immunitario, a meno che non subiscano la traduzione nella proteina SARS-CoV-2 S da parte delle cellule in cui penetrano attraverso l’elaborazione ribosomiale….È stato recentemente suggerito che la proteina SARS-CoV-2 S prodotta e rilasciata dalle cellule ospiti precedentemente bersaglio dei vaccini può interagire con il suo recettore ACE2 espresso su altre cellule, innescare infiammazione, trombosi e altre reazioni avverse, imitando infine la patologia della malattia (Angeli et al. 2021 )”  Nell’articolo, dunque, i ricercatori evidenziano l’inappropriatezza dell’uso  della parola “vaccino” nella sua accezione comune per tali costrutti farmaceutici che – come ammesso del resto dalle stesse case farmaceutiche – a differenza dei vaccini tradizionali non prevengono il contagio, ma consentirebbero ai vaccinati solo di contrarre una forma più lieve della malattia.

Intervista alla genetista francese Alexandra Henrion-Caude esperta di tecnologie RNA che definisce “folle somministrare terapie geniche a persone sane”.
Ascolta l’estratto dell’intervista

Alexandra Henrion-Caude è una nota genetista francese.  Già Direttore di Ricerca al French Institute of Healt (Inserm), ha completato il suo post-dottorato alla prestigiosa Harvard Medical School e ha lavorato al Necker Hospital-Image Insitute.  Esperta, in particolare, di epigenetica – cioè proprio della branca della genetica che studia i danni e le mutazioni sui geni a lungo termine nelle future generazioni – ha pubblicato decine di studi sul RNA. Ciononostante,  pur valorizzando le tecnologie RNA ha dichiarato all’intervistatrice dell’emittente francese “LSP”: “Proprio perché conosco tutto il potenziale del RNA, so che somministrarlo a persone sane è una follia. Tenuto conto della versatilità della molecola RNA, della sua capacità di interagire con una moltitudine di molecole, della capacità di suddividersi in piccole sequenze avevamo cercato nelle terapie VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) di utilizzare l’RNA: ma non ci siamo ancora riusciti. E poiché RNA è capace di produrre una serie di conseguenze sull’organismo, se non ci riusciamo sui malati, farlo su una popolazione sana mi sembra una follia allo stato attuale, dopo 10 anni di ricerche e sperimentazione”.

Intervista al professor Sucharit Bhakdi, che denuncia l’immoralità dell’utilizzo e dell’imposizione dei vaccini COVID-19 per la pericolosità degli stessi, avvertendo sui possibili eventi avversi di massa (malattie autoimmuni e reazioni iperimmuni) che egli ritiene scatenati dai vaccini.
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SINTESI DELLA TRASCRIZIONE
Medico e professore universitario di microbiologia con un background di ricercatore in immunobiologia, il Professor Sucharit Bhakdi nell’intervista di Alex Newman – pubblicata su “The New American” il 16 aprile 2021 – delinea un quadro allarmato ed impietoso sulle campagne vaccinali: mettendone in discussione il principio etico di fondo, sottolineandone la natura di sperimentazione ed entrando nel merito dei meccanismi di funzionamento del vaccino per illustrar la sua teoria. I vaccini, a detta di Bhakdi, metteranno a rischio proprio la popolazione più giovane e con il sistema immunitario più forte e reattivo; e le persone guarite o immunizzate per via naturale dal COVID-19 in quanto il principio di funzionamento dei vaccini farebbe scatenare reazioni iperimmuni o autoimmuni.
Ecco una sintesi dell’intervista …. cui va fatta una premessa. L’intervista dura circa 40 minuti (39,12 per la precisione) e la trascrizione della parte qui riportata proviene a sua volta da uno stralcio della stessa (durata 13,35 minuti), che circolava su Facebook con i sottotitoli in italiano sotto il seguente 
link ma oggi, come chiunque può constatare cliccando questo link su Facebook, il testo è stato rimosso dal social. Ciononostante, poiché questo video ha fatto il giro del mondo, l’abbiamo recuperato da altri siti.

Voi ricevete “pacchetti” di quel gene attraverso il muscolo. Non uno, ma un miliardo di pacchetti che vanno nel muscolo, nella linfa ma anche nel flusso sanguigno.. ricevete un gene virale nel vostro flusso sanguigno che andrà in circolo. Il flusso sanguigno è un sistema a circuito chiuso di condotti e, una volta che quei milioni e milioni di pacchetti di geni sono nel sangue, non usciranno mai più da lì perché sono intrappolati…. La cellula che riceve quel gene inizia a riprodurlo. Queste cellule rivestono i vasi sanguigni in tutto il corpo… Il gene del virus è la proteina spike del virus e comincerà ad uscire dalla cellula, chiaro? Allo stesso tempo, nella produzione di questa proteina, si formano residui che non sono stati utilizzati e la cellula li mette davanti alla propria “porta”. Quindi abbiamo la proteina spike e i residui. Ora, questa stessa proteina spike ha una proprietà che è meravigliosa per la scienza ma non per noi, a causa di una tendenza e di una capacità che possiede: qui abbiamo una piastrina, che è una piccola cellula che avvia la coagulazione del sangue. Nel momento in cui viene toccata, questa piastrina si attiva e vuole avviare la coagulazione del sangue. Ma c’è un altro tipo di cellule, i linfociti killer, che sono addestrati per vedere i residui del virus e cercano di uccidere la cellula che osa produrre il virus, che in questo caso è la cellula che ricopre la parete dei vasi sanguigni. Questo può succedere in qualunque parte del corpo: e voi esseri umani state partecipando all’esperimento più grande mai realizzato, nella storia dell’umanità”.

Articolo di Doctors for Covid Ethics che mette in dubbio la necessità, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini.
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Leggi la lettera all’EMA

Doctors for Covid Ethics è un gruppo internazionale composto da centinaia di medici e scienziati. In questo documento, Doctors for Covid Ethics passa in rassegna i motivi tecnici e scientifici della non necessità/inutilità delle campagne vaccinali di massa. E dopo essersi soffermato sull’efficacia effettiva e sui problemi di sicurezza, esprime una posizione netta: “ I vaccini sperimentali sono inutili, inefficaci e pericolosi. Coloro che autorizzano, costringono o somministrano la vaccinazione sperimentale COVID-19 stanno esponendo intere popolazioni e pazienti a rischi medici gravi, inutili e ingiustificati”. Doctors for Covid Ethics ha già scritto tre lettere all’Agenzia Europea per il Farmaco avvertendo dei pericoli a breve e lungo termine dei vaccini, come loro stessi specificano sulle loro pagine, legati a:  coagulazione, sanguinamento e anomalie piastriniche.  Abbiamo iniziato ad avvertire i rischi legati al sangue prima che i resoconti dei media sulla coagulazione portassero alla sospensione dei vaccini in tutto il mondo. In assenza di dati cruciali sulla sicurezza, chiediamo il ritiro immediato di tutti i vaccini COVID-19 basati sul gene sperimentale. Ci opponiamo ai passaporti vaccinali, che minacciano la salute pubblica e violano “Norimberga” e altre protezioni. Stiamo avvertendo che i “pass sanitari” esercitano una pressione coercitiva sui cittadini affinché si sottopongano a pericolose sperimentazioni mediche, in cambio di libertà che una volta erano diritti umani”.
Quanto alla lettera a Emer Cooke, Direttore Esecutivo dell’EMA (Agenzia Europea per il Farmaco), l’EMA è accusata di aver fornito dati privi di ogni evidenza scientifica, implicitamente evidenziando la natura fraudolenta della comunicazione, visto che i vaccini sono vere e proprie terapie geniche piuttosto che “vaccini”. Medici e scienziati chiedono, dunque, su cosa si basano le decisioni dell’EMA considerato che l’OMS non è un organismo competente per la valutazione della sicurezza dei farmaci, per cui non può essere la fonte di riferimento dell’EMA: e pertanto, analizzando i dati, sconsigliano il vaccino a tutti coloro che non siano a rischio serissimo di contrarre il Covid nelle forme più gravi.

Studio di un team del Salk Institute californiano che identifica il Covid come malattia vascolare, e il “ruolo chiave della proteina spike nel danneggiare le cellule”.
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Leggi la sintesi su Salk  

Il documento del prestigioso Salk Institute, eccellenza mondiale in campo biomedico, è stato pubblicato su Circulation Research il 30 aprile 2021 ed una sintesi è disponibile nella sezione NOTIZIE del Salk Institut che esordisce: “La proteina spike del nuovo coronavirus svolge un ruolo chiave aggiuntivo nella malattia. I ricercatori e i collaboratori del Salk mostrano come la proteina danneggi le cellule, confermando che il COVID-19 è una malattia principalmente vascolare” piuttosto che polmonare. Questo articolo, dunque, non parla direttamente dei vaccini, ma ha fatto scalpore perché solleva una questione molto controversa sul ruolo della proteina spike presente nel virus e quella inserita negli attuali vaccini: “Gli scienziati sanno da tempo che le distintive proteine “spike” di SARS-CoV-2 aiutano il virus a infettare il suo ospite attaccandosi alle cellule sane…” e questo “nuovo importante studio” conferma e dimostra che “le proteine spike del virus… svolgono un ruolo chiave nella malattia stessa”. Ma nonostante nella sintesi dell’articolo, si specifichi che “le proteine spike del virus si comportano in modo diverso da quelle codificate in modo sicuro dai vaccini” onde evitare eventuali accostamenti tra la spike del virus e quelle dei vaccini, in realtà va detto che il documento del Salk non parla proprio dei vaccini, né fa accostamenti con le relative spike, la cui “sicurezza” è ancora da accertare nei vaccini sperimentali. Di qui la connessione fra questa scoperta e le critiche degli studiosi che da mesi segnalano la pericolosità dei vaccini sperimentali nei confronti a livello scientifico: sia perché tali vaccini in commercio contengono miliardi di proteine spike, sia perché le problematiche vascolari e la formazione di trombi sono proprio uno degli effetti avversi registrati dopo la somministrazione del vaccino. In altre parole lo studio, da un lato conferma il ruolo chiave della proteina spike nella malattia e nelle conseguenze a livello cardiovascolare, e dall’altro, indirettamente, solleva dubbi sulla proteina spike utilizzata nei vaccini la cui “sicurezza” – garantita dalle ditte produttrici – sembra smentita dai dati sugli eventi avversi tra i quali ci sono proprio malattie vascolari. In questo studio sul Covid malattia vascolare, i ricercatori di Salk hanno collaborato con scienziati dell’Università della California, tra cui il co-primo autore Jiao Zhang e il co-autore senior John Shyy. La ricerca è stata sostenuta dal National Institutes of Health, dalla National Natural Science Foundation of China, dal Shaanxi Natural Science Fund, dal National Key Research and Development Program, dal First Affiliated Hospital dell’Università di Xi’an Jiaotong; e l’Università di Xi’an Jiaotong.

Analisi di Antoine Barbari, Presidente di Clinical Transplantation, che elenca le gravi carenze nell’immissione sul mercato dei vaccini
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Le preoccupazioni sul vaccino COVID-19: realtà o finzione?” è il titolo dell’analisi di Antoine Barbari, Presidente della Middle East Society for Organ Transplantation”, che analizza le preoccupazioni legate ai vaccini correlandole alla bibliografia di studi recenti (2020-2021). Eccone l’estratto: Un team di scienziati cinesi ha segnalato il primo caso di COVID-19 a Wuhan, in Cina, l’8 gennaio 2020, dopo aver sequenziato il primo materiale genetico virale. Da allora molti vaccini sono stati sottoposti a test, aggirando le sperimentazioni sugli animali, con più di 200 aziende farmaceutiche in diversi paesi che hanno dichiarato lo sviluppo di diversi vaccini, ciascuno con la propria strategia per generare immunità: nonostante le argomentazioni di molti esperti di malattie infettive sostengano che 18 mesi per un primo vaccino sia un programma incredibilmente aggressivo valutando che ci vogliono mediamente 10 anni per svilupparne uno. Dieci vaccini candidati sono già entrati negli studi clinici di fase 3 sugli esseri umani. Questi vaccini si basano su diversi tipi di tecnologie, la più innovativa delle quali utilizza l’RNA messaggero del materiale genetico”. E qui l’analisi riassume alcune delle preoccupazioni autentiche” sollevate quali: “… i periodi di follow-up troppo brevi, preoccupazioni di efficacia e sicurezza, mancanza di chiare correlazioni di protezione, casi di morbilità e mortalità segnalati subito dopo la vaccinazione, incertezze riguardo al rischio di aumento della malattia con l’esposizione al virus a lungo termine, la possibilità di trasmissione virale dopo la vaccinazione, la ridotta efficacia segnalata di questi vaccini contro nuove varianti, l’efficacia e la sicurezza di questi vaccini nei sottogruppi precedentemente esclusi (come i bambini, le donne incinte, gli anziani fragili ad alto rischio e individui immunocompromessi), il rischio sconosciuto di malattie autoimmuni indotte da immunogenicità, cancro e infiammazione cronica, il rischio di trasformazione del genoma…” E di conseguenza: “la potenziale coercizione imposta dal settore pubblico e privato ​​sui cittadini per ricevere il vaccino. Evidenti domande plausibili, dunque, rimaste finora senza risposte chiare e convincenti”.

Le dichiarazioni del Professor Paolo Bellavite sulle paure “fondate” di chi non si vaccina e il suo studio sull’origine del virus.
Leggi l’articolo sull’origine del virus 
Dichiarazioni in video su La7
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Il Professor Paolo Bellavite, è un medico chirurgo specializzato in ematologia, biotecnologie, esperto in statistiche sanitarie e epidemiologia che lavora presso l’Università di Verona. Fra i suoi studi c’è quello sulla dubbia origine del virus (naturale o da laboratorio), analizzata già il 27 marzo 2020 a commento di un lavoro di “Nature Medicine” e ribadita il 26 maggio 2021 in “Storia delle prime discussioni sull’origine del SARS-CoV-2”: dove Bellavite – che non ha mai creduto alla teoria del passaggio animale-uomo nel mercato di Wuhan accreditata dall’articolo di Nature – dichiara che oggi questa sua critica sta prendendo sempre più piede. Egli spiega, infatti, che quell’articolo di Nature – circolato come fosse la VERITA’ DEFINITIVA” – era solo una lettera e neppure un lavoro sperimentale o una rassegna sistematica… come giustamente sottolineano anche gli autori americani di origine cinese di un lavoro uscito a settembre 2020, sulle caratteristiche bio-ingegneristiche del virus… Come il virus sia entrato nella popolazione umana è di fondamentale importanza nel controllo della pandemia attuale e nella prevenzione di simili future pandemie”.
Anche per questo Bellavite evidenzia una serie di pericoli nella natura sperimentale della campagna vaccinale, espressi a inizio maggio 2021, nella trasmissione “Di Martedì”, affermando che, in quanto sperimentazione, richiederebbe la volontarietà sulla base di una piena consapevolezza. In mancanza della quale: 
Ha ragione chi ha paura, perché siamo ancora nella fase di sperimentazione dei vaccini”.

L’appello di 40 ricercatori, docenti universitari e medici inglesi all’Agenzia sui farmaci britannica (MHRA) preoccupati per la vaccinazione COVID-19 sui bambini.
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L’allarme all’Agenzia dei Farmaci (MHRA) per la campagna vaccinale COVID-19 sulle fasce sotto i 12 anni (prevista in UK a settembre 2021) è arricchito di link e articoli, e  titola: Sicurezza e preoccupazioni sulle vaccinazioni Covid nei bambini”. I medici dichiarano: Stiamo sollevando queste preoccupazioni per promuovere un dibattito informato che è una parte vitale del corretto processo scientifico. Dobbiamo assicurarci che non si ripetano le tragedie del passato quando i vaccini sono stati immessi sul mercato in fretta. Per esempio, il vaccino per l’influenza suina Pandemrix, lanciato dopo la pandemia del 2010, ha provocato oltre mille casi di narcolessia, in bambini e adolescenti, prima di essere ritirato…” E danni ha provocato anche “Dengvaxia, un vaccino contro la dengue, che è stato distribuito ai bambini prima dei risultati completi della sperimentazione… Non dobbiamo rischiare il ripetersi di questi eventi con i vaccini Covid-19, che potrebbero avere un impatto enormemente dannoso sulla vaccinazione in generale”.  

Per il dottor Vladimir Zelenko vaccinare i bambini è una sperimentazione forzata e un crimine contro l’umanità.
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Il Dottor  Vladimir Zelenko, recentemente candidato al Premio Nobel per la Pace insieme ad altri medici per il ruolo svolto nell’affrontare la pandemia, è divenuto famoso in U.S. per aver sviluppato le cure conosciute come Protocollo Zelenko (vedi anche nella sezione di questo sito, nella pagina LE CURE, i suoi suggerimenti terapeutici ndr) e per avere definito (in un articolo di America’s Frontline Doctors) colpevoli di omicidio di massa” chi ne nega l’efficacia. Zelenko ha anche denunciato la pressione ingiustificata del Governo Israeliano per vaccinare bambini e minori, così motivandola: “Secondo il CDC, i bambini sani di età pari o inferiore a 18 anni hanno un tasso di guarigione del 99,998% da COVID-19 senza alcun trattamento. Perciò non vi è alcuna necessità medica di un vaccino. Soprattutto, un’iniezione di mRNA sperimentale e non approvata che ha dimostrato di avere molti effetti collaterali pericolosi… Qualsiasi governo o individuo che costringe o ordina che i bambini ricevano questa iniezione sperimentale è in chiara violazione del divieto della Convenzione di Ginevra contro la sperimentazione umana coercitiva. Questi sono criminali di prim’ordine e devono essere assicurati alla giustizia per crimini contro l’umanità”.
Inoltre, in un’intervista rilasciata al giornalista israeliano Arutz Sheva, su Israel National News, ha dichiarato: Questo virus ormai è qui e non scomparirà… I miei dati mostrano che se inizi il trattamento entro i primi 5 giorni, hai una riduzione dell’85% dei decessi e dei ricoveri ospedalieri. Ciò significa che questa infezione ormai non è diversa da qualsiasi altra infezione… il farmaco che uso è uno dei più sicuri al mondo.. Invito chiunque a dimostrare che mi sbaglio e che questo farmaco, utilizzato a livello globale, non possa porre fine a questa piaga”.

93 medici israeliani chiedono al Governo di non vaccinare i bambini.
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Novantatré medici israeliani scrivono ad aprile 2021 una lettera all’emittente Channel 12, indirizzata ai dirigenti del Ministero della Salute, ai loro colleghi medici della Nazione e alla popolazione. Tra i firmatari, il Dr. Amir Shachar, Direttore del Pronto Soccorso del Laniado Hospital, il Dr. Yoav Yehezkeli, medico e docente all’Università di Tel Aviv e il Dr. Avi Mizrahi, Direttore dell’Unità di Terapia Intensiva del Kaplan Hospital. La lettera chiede di non vaccinare i bambini, ricorda l’incertezza sul virus e sui vaccini e il principio fondante della medicina: “primun non nocere”. Ricordano che l’opinione prevalente e sempre più condivisa nella comunità scientifica è che il vaccino non possa portare all’immunità di gregge, pertanto non vi è alcuna giustificazione ‘di tipo altruistico’ per la vaccinazione dei bambini, al fine di proteggere la parte della popolazione considerata a rischio.” I medici israeliani scrivono anche: Pensiamo che neppure un numero esiguo di bambini possa essere messo in pericolo da una vaccinazione di massa contro un virus che per loro non rappresenta alcun rischio” e “non si può escludere che il vaccino possa causare nel lungo periodo reazioni avverse che, attualmente, non sono ancora state rilevate, riguardanti anche la crescita, il sistema riproduttivo e la fertilità. Ai bambini dovrebbe essere permesso un rapido ritorno alla normalità: i numerosi test e i continui cicli di isolamento dovrebbero essere interrotti e non dovrebbe essere creata alcuna separazione nella sfera pubblica tra i vaccinati ed i non vaccinati”.

Il professor Giovanni Frajese a confronto con il team di medici di Unite4Truth. Le petizioni al Governo e agli organi internazionali (EMA, AIFA, OMS) contro le campagne vaccinali sui minori .
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Il Professor  Giovanni Frajese, docente universitario specializzato in endocrinologia, si è confrontato in un dialogo/intervista con il team di medici inglesi Unite4Truth che si presenta così: “Siamo un gruppo di medici che operano in Gran Bretagna e desideriamo informarvi delle nostre gravi preoccupazioni in merito alle proposte per somministrare i vaccini COVID-19 ai bambini e ai ragazzi. Problemi documentati, che vengono ignorati da molti operatori sanitari, dai rappresentanti politici e dagli organi di governo. Quelli che, come noi, tentano di esporre la situazione vengono ignorati, licenziati o censurati”. Frajese raccoglie e riporta, dunque, le motivazioni sui  seri pericoli per bambini e adolescenti cui è stato somministrato il vaccino COVID-19 causati da possibili danni al sistema immunitario e danni imputandoli alla proteina spike; nonché come questo tipo d’intervento indiscriminato impedirà l’immunità di gregge invece di favorirla. Vengono riportate, infine, le petizioni rivolte sia dal gruppo di medici inglesi, sia dallo stesso professor Frajese per convincere i Governi dal desistere dalle campagne vaccinali sui minori.  

La posizione di ASSIS contro i vaccini somministrati in gravidanza “senza prove adeguate”.
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L’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute (ASSIS) che unisce ed è gestita da medici e specialisti in diverse discipline mediche, in un comunicato ha preso le distanze dalla pressione esercitata sulle donne incinte per farle aderire alla campagna vaccinale: “Dopo la “Proposta di moratoria sulla vaccinazione dei bambini contro la Covid-19ASSIS sottoscrive, insieme ad altre associazioni facenti parte della Rete Sostenibilità e Salute, il “Documento scientifico – Evitare pressioni per indurre le donne gravide a vaccinazioni antinfluenzali e antiCovid”. Si assiste con preoccupazione a una spinta crescente alla vaccinazione anti-Covid-19 delle donne gravide, come si è già verificato per la vaccinazione antinfluenzale. Ciò accade in assenza di informazioni adeguate a presentare alle interessate e ai curanti un quadro bilanciato dei benefici attesi e dei possibili rischi per le donne stesse e per la prole”.

Le dichiarazioni della dottoressa Vanessa Schmidt-Krüger, biologa e studiosa di medicina molecolare, che spiega la pericolosità delle LNP (nanoparticelle lipidiche) presenti nel “vaccino” di Pfizer-BioNTech.
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La dottoressa Vanessa Schmidt-Krüger parlava già a dicembre 2020 degli effetti collaterali di Pfizer-BioNTech. Testato sui ratti, il vaccino produceva danni al fegato e ai muscoli e danni al sistema immunitario. La biologa attribuiva gli effetti alle componenti della nanoparticella lipidica (LNP) usata da Pfizer-BioNTech nei suoi vaccini anti Covid-19, sottolineando anche la funzione del glicole polietilenico (PEG) nello sviluppo di reazioni allergiche.

L’accusa alle PEG (nanoparticelle di polietilenglicole) che avvolgono l’mRNA contenuto del vaccino, di provocare reazioni avverse gravi.
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Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) e la Food and Drug Administration (Fda) hanno evidenziato già a dicembre 2020 che le possibili responsabili delle reazioni avverse definite gravi al vaccino COVID-19, potrebbero essere le nanoparticelle di polietilenglicole (Peg) che avvolgono l’mRna del vaccino, in un articolo pubblicato su Science il 21 dicembre 2020 riproposto in italiano da Mara Magistroni su Wired, il 22 dicembre 2020.

CONTINUA

FONTE https://www.libroserenaromano.it/prove/vaccini/

Per consentire ad un pubblico ampio di conoscere la cronaca dell’evento planetario più importante degli ultimi anni, il libro “Diario ragionato della pandemia”, di cui il testo qui presentato è una parte, può essere acquistato in versione cartacea o può essere letto e scaricato gratuitamente in più formati. Un libro di Serena Romano (giornalista) con la collaborazione di Francesco Iannello (Segretario Generale delle Assise di Palazzo Marigliano in Napoli)

Diario ragionato della pandemia
ovvero
Fahrenheit 2021

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