PROF. LIVIO GIULIANI (FISICO): “PROVATI EFFETTI BIOLOGICI DA RADIOFREQUENZE, SUL 5G CLAMOROSI CONFLITTI D’INTERESSI”

Sarà tra i relatori dell’atteso 1° meeting nazionale Stop 5G (‘Emergenza politica di precauzione’) in programma Sabato 2 Marzo 2019 nell’Oasi Francescana di Vicovaro (Roma). Livio Giuliani è  tra i più esperti sull’interazione dell’elettrosmog sul sistema umano, padre dello standard precauzionale dei livelli di attenzione a 6 V/m nella Legge Quadro (2001) sul limite di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde. Ma pure portavoce dell’International Commission for ElectroMagnetic Safety (ICEMS), loro il patrocinio . In anteprima rispetto all’evento italiano Stop 5Gal tavolo dei relatori e in esclusiva per OASI SANA, ecco cosa afferma Livio Giuliani in tema di conflitti d’interesse ed effetti biologici delle radiofrequenze, il cuore dello tsunami elettromagnetico di quinta generazione.

Mi occupo da molti anni di onde elettromagnetiche e faccio parte di organismi internazionali che se ne occupano, l’International Commission for Electro Magnetic Safety (ICEMS) a cui il Parlamento del Consiglio d’Europa ha consigliato ai Paesi Membri di ispirarsi (Resolution 2011/1815). L’ICNIRP, la Commissione Internazionale per la protezione dalle onde non-ionizzanti, è definita nella Risoluzione del Consiglio d’Europa “a small private NGO near Munich” e nonostante questo la Commissione della UE e tutti i lobbisti d’Europa ne pretendono il rispetto come riferimento scientifico. Ciò è particolarmente sorprendente in Italia, dove le Linee Guida dell’ICNIRP furono sì incluse nel Documento Congiunto ISPESL-ISS sulle Problematiche dell’Esposizione dei Lavoratori e della Popolazione ai Campi Elettromagnetici tra 0 Hz e 300 GHz, pubblicato su Fogli di Informazione Ispesl 1997 IV (Suppl.) e assunto dal Parlamento Italiano come riferimento per il Governo (Camera Risoluzione 1-0366/1999, all’unanimità, poi Senato), ma con l’avvertenza che si trattava di linee guida valide solo per l’effetto termico indotto nel corpo dai campi elettromagnetici, mentre per la protezione degli effetti non termici il Documento Congiunto dei due Istituti Superiori del Ministero della Sanità aggiungeva l’indicazione di importanti presidi di prevenzione che l’Addendum, curato dall’ISPESL, precisava fornendo limiti di esposizione e obiettivi di qualità: più articolati e più protettivi, poi adottati dalla legge Italiana, di quelli indicati dall’ICNIRP (cento volte più alti per i segnali 3G, 4G, 5G).

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Le Linee Guida ICNIRP, confezionate vicino Monaco, in fotocopia alla legge tedesca adottata nel dicembre 1996, furono poi imposte all’Europa con la Raccomandazione del Consiglio sotto la Presidenza Tedesca nel 1999, con il voto contrario dell’Italia e in aperto contrasto con il Parlamento Europeo, che il 10 marzo 1999 aveva adottato una Risoluzione di segno opposto. L’Addendum dell’ISPESL al Documento Congiunto fu seguito anche dalla Svizzera che il 23 dicembre 1999 adottò la Ordinanza Federale ORNI. Al tempo era stato presidente dell’ICNIRP quel Mike Repacholi, che andò subito ad occupare la direzione del neonato Progetto Campi Elettromagnetici dell’OMSa Ginevra, donde dovette allontanarsi quando, oltre 12 anni dopo, la giornalista svedese Mona Nilsonscoprì un suo conflitto di interesse rispetto a finanziamenti in Australia erogati dalle case della telefonia mobile.   FONTE

AMICA pubblica.

5G E CONFLITTI DI INTERESSI, IL PARERE DEL PROF. LIVIO GIULIANI

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato una bella inchiesta su 5G e conflitti di interessi firmata da un gruppo di giornalisti europei che si chiamano “Investigate Europe”. A questo articolo pungente è seguita, il 22 Gennaio 2019, una lettera di Guglielmo D’Inzeo volta a tranquillizzare il fatto che chi studia il 5G lo faccia in modo indipendente. 

Il Prof. Livio Giuliani, che tutti conoscono per il suo impegno per la tutela della salute dai campi elettromagnetici e per essere stato tra i promotori di un limite più cautelativo (6 Volt per metro) rispetto a quello europeo (61 Volt per metro) quando era dirigente di ricerca dell’Istituto di Ricerca e Prevenzione del Lavoro (ISPESL) ha inviato una lettera critica al Fatto Quotidiano che qui di seguito AMICA pubblica.

Da Livio Giuliani a [email protected]

In merito all’articolo “5G e conflitti di interessi” e alla lettera di Guglielmo d’Inzeo su tale articolo, pubblicata il 22 c.m., mi preme precisare alcuni fatti per le stesse ragioni addotte da D’Inzeo: mi occupo, infatti, da molti anni di onde elettromagnetiche e faccio parte di organismi internazionali che fanno ricerca, ma non gli stessi di cui fa parte d’Inzeo. Sono portavoce dell’International Commission for ElectroMagnetic Safety (ICEMS), (ovvero Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici), a cui l’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (PACE) consiglia ai Paesi Membri di fare riferimento per una valutazione indipendente dei rischi per la salute (Risoluzione n. 1815 del Maggio 2011 Annex doC 12608 § 44).

L’ICNIRP viene definita nella stessa Risoluzione 1815 dell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa “una piccola associazione privata con sede vicino a Monaco” (Annex DOC 12608 §19) e, ciononostante, la Commissione Europea e tutti i lobbisti pretendono che tale associazione venga presa come punto di riferimento scientifico.

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato una bella inchiesta su 5G e conflitti di interessi firmata da un gruppo di giornalisti europei che si chiamano “Investigate Europe”. A questo articolo pungente è seguita, il 22 Gennaio 2019, una lettera di Guglielmo D’Inzeo volta a tranquillizzare il fatto che chi studia il 5G lo faccia in modo indipendente. Il Prof. Livio Giuliani, che tutti conoscono per il suo impegno per la tutela della salute dai campi elettromagnetici e per essere stato tra i promotori di un limite più cautelativo (6 Volt per metro) rispetto a quello europeo (61 Volt per metro) quando era dirigente di ricerca dell’Istituto di Ricerca e Prevenzione del Lavoro (ISPESL) ha inviato una lettera critica al Fatto Quotidiano che qui di seguito AMICA pubblica.

Da Livio Giuliani a [email protected]

In merito all’articolo “5G e conflitti di interessi” e alla lettera di Guglielmo d’Inzeo su tale articolo, pubblicata il 22 c.m., mi preme precisare alcuni fatti per le stesse ragioni addotte da D’Inzeo: mi occupo, infatti, da molti anni di onde elettromagnetiche e faccio parte di organismi internazionali che fanno ricerca, ma non gli stessi di cui fa parte d’Inzeo.

Sono portavoce dell’International Commission for ElectroMagnetic Safety (ICEMS), (ovvero Commissione Internazionale per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici), a cui l’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (PACE) consiglia ai Paesi Membri di fare riferimento per una valutazione indipendente dei rischi per la salute (Risoluzione n. 1815 del Maggio 2011 Annex doC 12608 § 44). L’ICNIRP viene definita nella stessa Risoluzione 1815 dell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa “una piccola associazione privata con sede vicino a Monaco” (Annex DOC 12608 §19) e, ciononostante, la Commissione Europea e tutti i lobbisti pretendono che tale associazione venga presa come punto di riferimento scientifico. Questo è particolarmente sorprendente in Italia, dove le Linee Guida dell’ICNIRP furono incluse nel Documento Congiunto ISPESL-ISS sulle Problematiche dell’Esposizione dei Lavoratori e della Popolazione ai Campi Elettromagnetici tra 0 Hz e 300 GHz, pubblicato su Fogli di Informazione Ispesl 1997 IV (Suppl.) e assunto dal Parlamento Italiano come riferimento per i limiti del Governo (Camera Risoluzione 1-0366/1999, all’unanimità, poi Senato), ma con l’avvertenza che si trattava di linee guida valide solo per l’effetto termico indotto nel corpo dai campi elettromagnetici, mentre per la protezione degli effetti non termici il Documento Congiunto dei due Istituti Superiori del Ministero della Sanità aggiungeva l’indicazione di importanti presidi di prevenzione che l’Addendum, curato dall’ISPESL, forniva limiti di esposizione e obiettivi di qualità più articolati e più protettivi, rispetto a quelli indicati dall’ICNIRP (cento volte più alti per i segnali 3G, 4G, 5G). Tali obiettivi sono stati poi adottati dalla legge Italiana. Le Linee Guida ICNIRP, confezionate vicino Monaco, in fotocopia alla legge tedesca adottata nel dicembre 1996, furono poi imposte all’Europa con la Raccomandazione del Consiglio proprio mentre c’era la Presidenza Tedesca nel 1999, con il voto contrario dell’Italia e in aperto contrasto con il Parlamento Europeo, che il 10 marzo 1999 aveva adottato una Risoluzione di segno opposto.

L’Addendum dell’ISPESL al Documento Congiunto fu seguito anche dalla Svizzera che il 23 dicembre 1999 adottò la Ordinanza Federale ORNI.

A quel tempo era Presidente dell’ICNIRP quel Mike Repacholi, che andò subito dopo ad occupare la direzione del neonato Progetto Campi Elettromagnetici dell’OMS, a Ginevra, dal quale dovette allontanarsi quando, oltre 12 anni dopo, la giornalista svedese Mona Nilson scoprì un suo conflitto di interesse rispetto a finanziamenti in Australia erogati dalle aziende della telefonia mobile

Lo stesso Mike Repacholi, chiusa la sua esperienza all’OMS si rifugiò all’Università Sapienza di Roma, accolto proprio dal Dipartimento di Ingegneria di Guglielmo D’Inzeo (Repacholi era medico). E’ ovvio che il professor D’Inzeo abbia una idea molto relativa di cosa sia un conflitto d’interesse.

Ancora più smaccata è la tesi da lui sostenuta che non vi siano evidenze di effetti non termici dei campi elettromagnetici, quando invece la normativa italiana già prevede precise misure di cautela già dal 1998. Oggi quella tesi non si può onestamente sostenere dato che da oltre cinque anni la Food and Drug Administration (FDA) riconosce l’esistenza di effetti non termici dei campi elettromagnetici perché ha autorizzato un dispositivo prodotto da una primaria industria americana per la cura dei tumori al cervello (alternativa e non complementare alla radioterapia) che consiste nell’esposizione ad onde radio lunghe a livelli non termici.

Si è determinato così il cosiddetto fenomeno della “doppia verità” predetta da Orwell nel romanzo “1984” perché:

– da una parte l’ICNIRP e lo SCENIHR, che è l’organo scientifico della Commissione Europea, ma anche la Federal Commission for Communication (FCC) negli Stati Uniti, si ostinano a sottovalutare l’importanza per la salute umana degli effetti non termici dei campi elettromagnetici,

– d’altra parte la Food and Drug Administration riconosce invece che i campi elettromagnetici a livelli non termici, tra 100 e 300 kHz, sono così significativi tanto che alcuni curano persino il tumore al cervello. 

Altro che mancanza di effetti non termici sul corpo umano! 

L’Ing, D’Inzeo afferma, inoltre, che i recenti studi del National Toxicology Programme degli Stati Uniti e dell’Istituto Ramazzini di Bologna (che concordano entrambi sull’aumento di tumori delle cellule nervose per esposizioni a deboli campi elettromagnetici della telefonia mobile) avrebbero “inconsistenze e limitazioni” , convinzione che sembra discendere proprio dal pregiudizio dell’ICNIRP che egli cita. Gli studi del National Toxicology Programme degli Stati Uniti e dell’Istituto Ramazzini di Bologna, al contrario, forniscono la prova “in vivo” del rischio cancerogeno indotto dall’esposizione a radiofrequenza di cellulari e di antenne della telefonia mobile. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organismo afferente all’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato la radiofrequenza di cellulari e Wi-Fi come “possibile cancerogeno” per l’Uomo nel 2011. Non è stata fatta una classificazione più stringente, come “probabile cancerogeno” o “cancerogeno certo” perché gli studi sugli animali erano insufficienti ma oggi, con i risultati del National Toxicology Programme degli Stati Uniti e dell’Istituto Ramazzini di Bologna, le evidenze concordanti portano a concludere che il rischio cancerogeno sia certo.

LIVIO GIULIANI, già dirigente di ricerca ISPESL, segretario portavoce dell’ICEMS.FONTE

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