Funzionari caricano prodotti chimici per il cloud seeding
Succede in tutto il mondo, ma nessuno ne parla!
Sebbene incompleta, questa grafica era il primo tentativo di documentare il campo in espansione tra ricerca e sperimentazione. Quasi 300 progetti o esperimenti di manipolazioni atmosferiche sono rappresentati sulla mappa e appartengono a 10 diversi tipi di tecnologie “clima-alteranti”.
Cieli alterati – Nubi modificati
Con inseminazione delle nuvole (cloud seeding) si intende la tecnica che mira a cambiare la quantità ed il tipo di precipitazione attraverso la dispersione in atmosfera di sostanze chimiche alterando i processi micro-fisici all’interno delle nubi o correnti. E’ una realtà documentata da decenni e serve a stimolare o inibire piogge, grandine, nevi o tempeste. Succede in USA, Russia, Europa, Cina, India, Africa, Indonesia, Australia, Cuba, Cile e altri paesi ancora. In Israele sono veri maestri. Le sostanze maggiormente note sono lo ioduro d’argento e il ghiaccio secco (o biossido di carbonio congelato). Per produrre ghiaccio a temperature superiori al normale vengono usate anche espansioni di propano liquido per creare cristalli, mentre è in aumento l’uso di materiali igroscopici, come ad esempio il sale.
Le strategie di cloud seeding includono l’inseminazione igroscopica e glaciogenica.
Inseminazione igroscopica è utilizzata in masse di nuvole calde (sopra 0 gradi Celsius o 32 gradi Fahrenheit). Grandi particelle igroscopiche (cloruro di sodio) sono inviate in una nuvola favorendo la formazione di gocce “collettore” che poi crescono in gocce di pioggia.
Inseminazione ‘glaciogenica’ è utilizzato in nubi fredde (inferiore a 0 gradi Celsius o 32 gradi Fahrenheit) per produrre precipitazioni provocando la crescita di particelle di ghiaccio. L’aggiunta di cristalli di ghiaccio (ioduro d’argento e ghiaccio secco) nelle nuvole favorisce una ulteriore cristallizzazione e precipitazione. Entrambi gli elementi, ioduro d’argento e ghiaccio secco, raffreddano i cristalli circostanti causando la formazione di ghiaccio.
L’inseminazione delle nuvole con gli aerei è considerata la tecnica più efficace a causa della vicinanza alle nuvole. Avviene sia sulla parte superiore che inferiore della nube. Il rilascio dall’alto prevede l’iniezione diretta di agenti nella nube. Gli agenti rilasciati dal basso sfruttano le correnti ascensionali.
Vincent Schaefer (1906–1993) scoprì il principio della semina delle nuvole nel luglio 1946 attraverso una serie di eventi fortuiti…In seguito ad una discussione con il premio nobel Irving Langmuir, Schaefer, che era un suo collaboratore, ebbe l’idea di creare nubi sovraraffreddate usando una speciale microfibra.
Usò centinaia di sostanze potenziali per stimolare la formazione di cristalli di ghiaccio, come sale, talco in polvere, terra ed altre sostanze chimiche, finché in quello stesso mese, proprio nel giorno più caldo ed afoso, mentre stava conducendo esperimenti allo Schenectady Lab., notò che l’aria non si era raffreddata abbastanza. Decise, quindi, di innescare il processo usando ghiaccio secco per abbassare la temperatura, ed in effetti si ebbe la formazione di milioni di microcristalli, con un grado di riflessione della luce così alto da illuminare la maggior parte della stanza. L’esperimento fu facilmente replicato, ed egli stabilì anche in −40 °C il limite di temperatura per la formazione di ghiaccio.[7]
Contemporaneamente il noto climatologo Bernard Vonnegut, fratello dello scrittore Kurt Vonnegut e collega di Schaefer, creò un metodo di inseminazione usando iodio ed argento per produrre ioduro d’argento. Mentre Schaefer alterava la temperatura all’interno della nuvola, Vonnegut ne alterava la struttura cristallina sfruttando la proprietà detta parametro di rete tra due tipi di cristallo (in seguito la cristallografia del ghiaccio fu la base teorica del racconto di Kurt Vonnegut Ghiaccio-nove). …
Il progetto Stormfury degli anni sessanta fu un tentativo da parte dell’esercito statunitense di modificare gli uragani atlantici. Non è chiaro se il progetto fosse stato un successo…..Fonte
C’è chi c’ è stato e dice altro
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La foto mostra un aereo malese
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