In Italia il Regulator è l’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC), su delega del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, mentre i due ANSP sono ENAV e Aeronautica Militare Italiana, che operano in stretto coordinamento tra loro, ciascuno gestendo i servizi del traffico aereo all’interno degli spazi aerei.

Scrive l’ENAV: L’alta professionalità del nostro personale operativo e le più avanzate tecnologie garantiscono massima sicurezza a tutti i voli e rotte efficienti per ridurre tempi ed emissioni nell’ambiente.

Cieli più puliti? LOOK UP!

La protezione dello spazio aereo rappresenta la missione essenziale dell’Aeronautica Militare, una missione che si esplica 24 ore su 24 trecentosessantacinque giorni l’anno attraverso un sistema articolato di difesa che è peraltro integrato in quello della NATO sin dal tempo di pace. Il sistema si basa sull’ombrello protettivo assicurato dalla rete di sensori radar e dalle capacità radio disseminati su tutto il territorio italiano, integrati da sistemi come i velivoli AWACS della NATO, i sensori imbarcati su navi ADS (Air Defense Ship) e il velivolo da scoperta Gulfstream G550 CAEW recentemente acquisito dall’Aeronautica. ...Il controllo dello spazio aereo e la meteorologia – se pur diversi tra loro, vivono in completa simbiosi nell’assicurare quotidianamente la piena assistenza al personale navigante: continui coordinamenti e scambi di informazioni tra questi tre pilastri (difesa aerea, traffico aereo e meteorologia) avvengono per supportare i piloti in volo. E viceversa: le informazioni riportate da questi ultimi, ovvero ottenute dall’utilizzo dei radar nel controllo dello spazio aereo, contribuiscono ad incrementare i dati meteo in modo da ottenere informazioni sempre aggiornate e utili al personale navigante. VEDI QUI 

ABBIAMO POI l’ EUROCONTROL che è un’organizzazione intergovernativa, civile e militare cui partecipano 41 Stati europei e il cui scopo principale è il  controllo del traffico aereo a livello europeo, affiancando in questo impegno comune le autorità nazionali dell’aviazione civile (in Italia lENAC), gli enti ed i soggetti fornitori dei servizi di controllo del traffico aereo (in Italia ENAV e l’Aeronautica Militare.

EUROCONTROL gestisce numerosi programmi e progetti che interessano i diversi Stati membri.  Quali? Il principale programma è il Single European Sky e riguarda la realizzazione di un cielo unico europeo ottimizzando le risorse destinate al controllo del traffico aereo nell’area europea.

In breve, la rete dei controllori del cielo è piuttosto complessa. Il seguente articolo fornisce ulteriori informazioni.

 

Che cos’è lo spazio aereo, come è classificato e chi lo controlla
Lo spazio aereo è una suddivisione del cielo in zone con regole diverse a cui si devono attenere gli aerei che lo attraversano. Ma come funziona esattamente?


A cura di Sergio Stefanelli


Suddivisione e classificazione dello spazio aereo

Lo spazio aereo, in inglese airspace, è un termine utilizzato in aeronautica per indicare una zona definita nelle tre dimensioni, all’interno della quale gli aeromobili devono sottostare a particolari condizioni e attenersi a norme o procedure disposte localmente dall’autorità aeronautica di giurisdizione, oppure stabilite dall’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO).

A differenza dei confini nazionali o della divisione delle acque marittime, lo spazio aereo abbraccia ovviamente tutte e tre le dimensioni, presentando quindi confini orizzontali e verticali. Se infatti immaginassimo di “affettarlo” e di osservarne una sezione verticale noteremmo la classica forma chiamata in gergo “diagramma a torta rovesciata”, con aree sempre più ristrette (e con regole più stringenti) man mano che ci si avvicina al suolo in corrispondenza di un hub aeroportuale.

Lo spazio aereo può essere controllato o non controllato. In generale, la principale differenza è che nel primo caso l’ente regolatore del traffico (ATC – “Air Traffic Control”) esercita una qualche forma di controllo attivo sui velivoli (in pratica per poter cambiare quota o rotta bisogna avere l’autorizzazione). Nel secondo invece, per i velivoli che operano secondo le regole del volo a vista (VFR – “Visual Flight Rules”, cioè regole di volo che permettono in particolari condizioni navigare usando solo la vista), non necessariamente viene esercitato un controllo attivo, ma piuttosto un servizio informazioni.

Quali sono i vari tipi di spazio aereo?

Per rifarci al diagramma a torta rovesciata accennato prima, i vari “strati” costituiscono le varie tipologie di spazio aereo in cui vengono erogati i servizi del traffico aereo (ATS – “Air Traffic Service”). In particolare si nota che le varie “fette di cielo” sono divise in zone pensate per far fluire il traffico aereo in ingresso e in uscita dagli hub aeroportuali nel modo più efficace e sicuro possibile.

Partendo dalla fetta più esterna abbiamo la regione informazioni volo (FIR– “Flight Information Region”), dove vengono erogati il Servizio Informazioni Volo e il servizio di allarme ed è uno spazio aereo non controllato. A partire dai 19500 piedi di altitudine, la FIR prende il nome di regione informazioni volo superiore (UIR – “Upper Flight Information Region”) e passa ad essere spazio aereo controllato.

Avvicinandoci all’aeroporto troviamo l’aerea di controllo (CTA – “control area”), dove viene erogato il servizio di controllo del traffico aereo, così come nelle sottostanti zona di controllo (CTR – “Control zone”) e l’area terminale di Controllo (TMA – “Terminal control Area”). Queste ultime due comprendono quelle porzioni di cielo dove confluiscono o partono diverse rotte nelle vicinanze di uno o più aeroporti con traffico aereo intenso.

Infine, in corrispondenza dell’aeroporto, è presente un ultimo spazio aereo controllato, detto zona di traffico di aerodromo (ATZ – “Aerodrome Traffic Zone”), a protezione del traffico aereo che vi si svolge. Discorso a parte per quanto riguarda le aerovie (AWY – “Airway”), un particolare tipo di CTA o porzione di essa, a forma di corridoio definita con lo scopo di incanalare i voli in crociera.


Da chi è controllato

Per la legge internazionale, ogni stato ha la completa ed esclusiva sovranità sul proprio spazio aereo. Questo corrisponde, per quanto riguarda il limite orizzontale, alla superficie del territorio dello stato più la porzione di acque territoriali (12 miglia dalla costa) ad esso appartenenti. Capita spesso che, dietro accordi internazionali, una nazione si assuma la responsabilità di controllare porzioni di spazio aereo internazionale corrispondenti a pezzi di mare o oceano. Proprio quello che succede in Italia con la FIR di Roma che comprende anche tutto il tratto di mare tra Sicilia e Sardegna e le coste della nostra penisola.

 

Per quanto riguarda il limite verticale invece, non ci sono accordi internazionali ufficiali. La Fédération Aéronautique Internationale considera la linea di Kármán (100 km) come limite tra atmosfera terrestre e spazio esterno. Gli Stati Uniti invece considerano chiunque si trovi a più di 80 km di quota un astronauta, senza dover essere quindi soggetto al loro controllo aereo. Durante i rientri dello shuttle ad esempio, è capitato che questo sorvolasse il Canada a circa 80 km di quota senza però chiedere autorizzazione.


Spazi aerei speciali: zone vietate, regolamentate e pericolose


Per spazi aerei speciali si intendono quelle zone in cui, temporaneamente o in modo indefinito, il sorvolo è regolamentato o addirittura proibito. Questo può accadere per svariati motivi: zone militari sensibili, manifestazioni aeree, esercitazioni militari o anche attività sportiva come paracadutismo e volo a vela (alianti).

La descrizione dei vari divieti o restringimenti è elencata nelle pubblicazioni dei servizi informativi dell’aeronautica (in particolare nell’AIP – “Aeronautical Information Publication” e nei NOTAM – “Notice To Airmen”). Tra questi spazi speciali i più importanti sono le zone vietate, regolamentate e pericolose.

Le zone vietate, in inglese prohibited area, sono segnalate sulle carte aeronautiche con la lettera P. Com’è intuibile, rappresentano un’area dove i voli sono proibiti. Tra queste ritroviamo le zone al di sopra delle carceri, monumenti di particolare importanza, di aree naturali protette e di basi militari. Le zone regolamentate invece sono segnalate sulle carte aeronautiche con la lettera R (da restricted area in inglese). Qui i voli non sono vietati del tutto ma limitati e soggetti a specifiche condizioni o regole.

Infine le zone pericolose, che ritroviamo sulle carte aeronautiche con la lettera D (danger area in inglese). Sono appunto zone pericolose da attraversare a causa di fenomeni naturali o del possibile svolgimento, in particolari orari, di attività pericolose per i voli. L’attraversamento ed il volo in tali zone rimane a completa discrezione del pilota.

FONTE https://staticgeopop.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/32/2022/04/esempio_restricted_rieti.jpeg?im=Resize,width=570;

Chi ha più aerei militari al mondo?

Naturalmente in prima posizione troviamo gli Stati Uniti d’America con 13.246 velivoli, il 25% di tutti gli aerei militari operativi nel mondo e in ultima posizione la Francia con 1.055 aerei, il 2% della flotta mondiale, e unica nazione europea nei primi 10 posti

Cielo unico europeo

Nel 2000 fu istituito in seno alla Commissione europea un gruppo ad alto livello costituito da rappresentanti delle autorità militari e civili preposte al controllo del traffico aereo. A conclusione dei lavori il gruppo di lavoro raccomandò lo sviluppo di strumenti normativi che migliorassero la sinergia tra i vari stati dell’unione Europea nella gestione del traffico e degli spazi aerei, gettando le basi di quel progetto che, da questo momento in poi, sarà conosciuto come Cielo unico europeo.

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Classificazione dello spazio aereo

PILOTI PILOTATI

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