Una svolta nelle misurazioni che la NASA ha definito una “pietra miliare” e che è stata permessa dai lockdown.

COP26: dall’Europa una costellazione di satelliti per monitorare la CO2

Mentre a Glasgow è in corso il vertice sul clima, la COP26, l’Europa annuncia una nuova costellazione di satelliti per individuare e tracciare in atmosfera le emissioni di gas serra di origine antropica, con un dettaglio senza precedenti. Uno strumento concreto che permetterà ai paesi di misurare i loro progressi verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

La missione si chiama European CO2 Monitoring and Verification Support Capacity (CO2Mvs) e vede il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) dell’Unione Europea collaborare con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Organizzazione Europea per lo Sfruttamento dei Satelliti Meteorologici (Eumetsat).

Grazie alla combinazione di osservazioni satellitari con modelli al computer, la missione promette una rivoluzione nell’individuazione delle componenti delle emissioni derivanti da attività umana. La costellazione di satelliti dedicati sarà in grado di osservare l’intero globo in pochi giorni e fornirà, quasi in tempo reale, misure delle emissioni di anidride carbonica e metano da fonti antropogeniche. Elementi che insieme rappresentano la quasi totalità dei gas serra in atmosfera.

Per i ricercatori sarà possibile, inoltre, vedere le singole fonti di emissioni come le centrali elettriche e i siti di produzione di combustibili fossili.

Attualmente in fase di sviluppo da parte di Esa e Eumetsat nell’ambito del programma Copernicus Sentinel, gli elementi principali del prototipo di CO2Mvs dovrebbero essere consegnati alla fine del progetto nel 2023. Il sistema dovrebbe essere pienamente operativo entro il 2026, in tempo per il secondo Global Stocktake, la cui conclusione è prevista nel 2028.
Il 
Global Stocktake è la fase di valutazione dei progressi del mondo verso il raggiungimento dello scopo dell’Accordo di Parigi e dei suoi obiettivi a lungo termine: diminuire le emissioni di gas serra con lo scopo di limitare, entro la fine del secolo, l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi in più rispetto all’epoca preindustriale.
La prima revisione globale dovrebbe concludersi nel 2023 e Cams sta già collaborando con alcuni progetti di ricerca finanziati dall’Ue per fornire primi prodotti prototipo.
Tra questi, il 
progetto CoCO2 sta sviluppando i sistemi prototipo per il CO2Mvs, che sarà unico integrando tutti i flussi di informazioni disponibili in modo coerente a livello globale.

I progressi degli sforzi collettivi nella sfida del cambiamento climatico sono monitorati a livello nazionale sulla base degli aggiornamenti regolari presentati singolarmente, gli inventari nazionali dei gas serra, denominati stime bottom-up. Tuttavia, solo le misurazioni atmosferiche (le stime top-down) possono fornire prove evidenti, basate cioè sull’osservazione delle tendenze delle emissioni in atmosfera. A livello internazionale non esiste, però, ancora una capacità operativa concordata per monitorare le tendenze delle emissioni di gas serra di origine antropica utilizzando misurazioni atmosferiche, da essere poi integrate con gli inventari nazionali bottom-up.

CO2Mvs assume valore proprio da questa mancanza: risultato di competenze e innovazioni a livello mondiale, la missione satellitare fornirà informazioni coerenti e affidabili per sostenere le politiche e i processi decisionali riguardo alle emissioni antropogeniche di CO2, dal livello locale a quello nazionale ed europeo.

«Copernicus è specializzato nel trasformare la scienza in servizi e noi saremo completamente concentrati nel fornire una capacità di monitoraggio di CO2 basata sull’osservazione per aiutare il mondo a combattere il cambiamento climatico – ha affermato il vicedirettore del Cams Richard Engelen, durante la COP26 a Glasgow lo scorso 2 novembre – Fornendo dati accurati e di alta qualità sulle emissioni antropiche possiamo sostenere i responsabili politici in questa enorme sfida». FONTE

CONTROLLO DAL BASSO

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