La sfida Russia-America, la distrazione dell’Italia e la Scuola di Limes
IL PUNTO Rischiamo di pagare caro la nostra latitanza (non solo) sulla crisi ucraina. Sapersi orientare nel mondo di oggi è una necessità, non una scelta.
Iscrizioni aperte fino al 28 febbraio.
La sfida fra Russia e America sull’Ucraina ci riguarda molto da vicino. Comunque vada a finire, gli equilibri geopolitici in Europa ne saranno più o meno alterati. E non solo nel caso, improbabile, di guerra aperta. Alla fine la posta in gioco è se l’America continuerà ad avere l’ultima parola sull’Europa o se un suo arretramento nella crisi ucraina – fosse solo un compromesso di basso profilo – ne minerà la credibilità fra gli alleati Nato e più in generale nel mondo. Se invece fosse la Russia a uscirne male, le conseguenze geopolitiche sarebbero di segno opposto, ma ugualmente importanti. E le carte europee ne verrebbero profondamente rimescolate.
Colpisce in tutto ciò la distrazione dell’Italia, quasi la partita non la toccasse. Il nostro paese è uscito dalla seconda guerra mondiale come parte dell’impero europeo dell’America, codificato nella Nato. Una crisi dell’Alleanza Atlantica investirebbe in profondità non solo la nostra collocazione geopolitica, ma la nostra sicurezza e la nostra economia. L’elezione del presidente della Repubblica è un alibi che non giustifica la nostra latitanza.
Ammettiamo l’ipotesi ad oggi più blanda, ovvero che il braccio di ferro russo-americano implichi severe sanzioni euroatlantiche alla Russia. La nostra interdipendenza energetica con Mosca – abbiamo necessità del suo gas come Putin ha bisogno del nostro mercato – e la ripresa del commercio italo-russo malgrado sanzioni e controsanzioni ancora in vigore ci rendono molto vulnerabili su questo fronte. Se poi, come minaccia Biden, si dovesse arrivare a estromettere la Russia dal sistema degli scambi basato sul dollaro, il contraccolpo globale sarebbe ben percepibile anche a casa nostra.
È su questo sfondo, non legato solo all’emergenza in corso, che Limes ha lanciato la sua Scuola di geopolitica e di governo, le cui iscrizioni sono aperte fino al 28 febbraio.
Aperta sia a giovani laureati che a dirigenti pubblici e privati, è un tentativo di contribuire alla formazione della classe dirigente. Con gli specialisti della rete di Limes, italiani e stranieri, e con le testimonianze di protagonisti e decisori di vari paesi, l’idea è di offrire a chi frequenta un sapere pratico, da spendere nelle istituzioni pubbliche e nelle aziende.
Perché sapersi orientare nel mondo di oggi è una necessità, non una scelta.
FONTE https://www.limesonline.com/rubrica/lucio-caracciolo-presenta-la-scuola-di-limes
Il punto principale della questione attuale: l’ingresso di Kiev nella NATO
Nel 1990, dopo la caduta del muro di Berlino, il presidente degli Stati Uniti George H.W. Bush tramite il suo segretario di Stato James Baker, prometteva al premier sovietico Mikhail Gorbachev che in cambio della cooperazione per la riunificazione della Germania, la NATO non si sarebbe estese di “un pollice” ad est verso la Russia. Baker disse a Gorbaciov: “Guarda, se rimuovete le [300.000] truppe dalla Germania orientale e consentite la riunificazione della Germania (e il suo ingresso nella NATO), la NATO non si estenderà di un pollice verso est.”
NATO: Dal 1990 al 2009
Russia contro NATO: è realmente possibile una guerra per l’Ucraina?
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