Inizialmente, la linea guida era “tachipirina e aspettare”, e questa linea guida è stata mantenuta perché, secondo la visione ufficiale dell’OMS, dell’UE e dei governi nazionali, solo la vaccinazione poteva salvare la situazione. La lunga lotta per “l’assistenza domiciliare” è consistita in esperienze serie, ma queste sono state ignorate dai media e respinte dal ministro. Le cure ci sono. Dopo due anni di esperienza, i medici che trattano i pazienti sono convinti: la cosa più importante è intervenire subito, i mezzi ci sono, e se si fa bene, si evita l’ospedalizzazione e, soprattutto, la formazione di trombi che possono portare alla morte.
Ma anche nei casi gravi c’era un valido modo di salvare le vite, come aveva dimostrato dottor de Donno. Dopo la morte drammatica e sospetta del medico esperto, è stata presto Sospesa la terapia col plasma dei guariti: «Non è più richiesta e non porta guadagni»
Adesso invece si torna a parlarne: Covid 19, si torna a parlare del plasma iperimmune: “Può dimezzare i ricoveri”
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«Un anno e mezzo fa ci chiamavano “eroi” perché eravamo in prima linea e facevamo il nostro lavoro. Non abbiamo mai mancato un impegno. Però di fatto non ci hanno considerato e continuano a ignorarci».
Ha il tono deluso di chi proprio non se l’aspettava, Fabrizio Salvucci. È uno, Salvucci, che il camice lo indossa per vocazione: fa il cardiologo all’ospedale di Pavia, non sta fermo un secondo, da quando è comparso il Coronavirus (lui se l’è pure buscato) si fa in quattro, per star dietro a tutto. «L’avevamo capito fin dall’inizio che la cosa più importante è intervenire subito, nei primi minuti. Se lo si fa correttamente, si evita il ricovero e soprattutto la formazione dei trombi che portano, purtroppo, alla morte». Salvucci è tra i sostenitori delle cure domiciliari e, chiariamo subito il punto, anzi i due punti. Primo: le terapie di cui parla sono serie, studiate e messe a punto da dottori competenti. Il che fa la differenza. Non entra nei dettagli per questioni mediche, parla di farmaci antinfiammatori, ma sgombriamo il campo: c’entra nulla il maremagnum di intrugli tra i più disparati che viene sponsorizzato su certi siti on-line come la nuova panacea e poi fa i danni che sappiamo. Le cure domiciliari esistono, e sono pure sacrosante: però devono essere seguite dai professionisti della salute. Secondo: affermare questo non significa sminuire la campagna vaccinale che rimane il primo e fondamentale strumento che abbiamo per mandare a casa ‘sto benedetto (si fa per dire) Covid-19.
Senza quella iniezione salva-pelle, signori, non se ne esce. «In Giappone, per esempio», continua l’esperto, «hanno usato sia gli anticorpi monoclonali che i vaccini e il risultato è lì da vedere: hanno molti contagi, è vero, ma pochissimi morti. Per questo ha generato molto stupore, tra me e i colleghi, leggere le linee guida sulle cure domiciliari che ha rilasciato il ministero della Salute il 20 novembre del 2021 e che, sostanzialmente, sono identiche a quelle dell’anno prima. Ma come, allora non ci ascolta proprio nessuno?». A Salvucci proprio non è andato giù quel riferimento alla «tachipirina e vigile attesa» del ministro Roberto Speranza (Leu) di un mesetto fa. E non è andato giù nemmeno all’avvocato Erich Grimaldi, il presidente del comitato per la Cura domiciliare covid-19, che, tra ieri e ieri l’altro, ha depositato un paio di esposti (uno alla procura di Roma e uno in quella Bergamasca) per chiedere alla magistratura di far luce sulla gestione dell’emergenza e sul (mancato) coinvolgimento dei medici di medicina generale che hanno seguito, a domicilio e in telemedicina, migliaia di persone. Nonostante l’abbia chiesto anche il Senato, niente. Quando si è trattato di mettere nero su bianco i protocolli ministeriali, i dottori sul territorio (gli “eroi” con cui ha iniziato Salvucci) son finiti nel dimenticatoio. FONTE
AVVOCATI INDIANI DENUNCIANO OMS E FONDAZIONE GATES
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