Nella conferenza di Monaco sulla sicurezza, Germania e Francia hanno ribadito la loro volontà di creare un esercito comune, la Nato (e l’America) hanno ribadito che ne farebbero volentieri a meno, e la Russia osserva preoccupata quel che succede. Ma da noi tutto questo non esiste

di Francesco Cancellato ,

Peccato che in Italia se ne parli poco o nulla, perché ieri a Monaco sono successe cose grosse. O, perlomeno, sono state dette cose molto, molto importanti. L’occasione è stata quella di una conferenza sulla sicurezza europea, convocata dal ministero della difesa tedesco, quell’Ursula von der Leyen che, si dice, potrebbe essere una delle papabili candidate a prendere il posto di Angela Merkel, in un prossimo futuro.

Una ragione in più per ascoltarla dire, in faccia ai generali americani e al segretario generale della Nato, che la Germania «vuole rimanere transatlantica, ma vuole anche essere più europea», che «sta lavorando a un esercito degli europei» e che «nella relazione tra Germania e Francia c’è una nuova determinazione e un nuovo senso di urgenza». La traduzione di questi pensieri, unita alle critiche, nemmeno troppo tra le righe, alla politica estera degli Stati Uniti di Donald Trump, è piuttosto chiara: lEuropa vuole diventare una potenza militare. Ed è questa la via maestra che conduce all’unione più stretta che Germania e Francia sono determinate a perseguire nei prossimi anni.

Diciamolo molto chiaramente. È una prospettiva che a Washington non piace per nulla: «Salutiamo con piacere i maggiori sforzi europei nella difesa – ha dichiarato il segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg – ma insieme alle opportunità arrivano pure i rischi. E la verità è che l’Unione Europea non può proteggere l’Europa da sola». Tradotto: giù le mani dalla Nato. E non provate nemmeno lontanamente a metterla in discussione.

L’autonomia europea spaventa, insomma, e non solo per questioni geopolitiche. Il rapporto sull’esercito europeo redatto per la conferenza insieme a McKinsey parla di triplicare le spese in ricerca e sviluppo militare e di creare una realtà equivalente alla Darpa americana, l’agenzia per i progetti avanzati di R&D, che, tra le altre cose, ha inventato, per scopi militari, la celeberrima Arpanet, antesignana della rete internet. In altre parole, l’esercito europeo è pure il viatico per una forte crescita tecnologica europea anche nell’ambito dell’economia civile.

E pure questo a Washington piace poco: «L’uso di robot e intelligenza artificiale nelle forze armate potrebbe rendere il mondo intero più instabile. Per questa ragione penso che dovremmo elaborare un trattato internazionale legalmente vincolante per prevenire la produzione e l’uso di quelle che sono state definite armi letali autonome», ha dichiarato l’ex segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen. Qualcuno ha pensato fosse un riferimento al progetto Talos di difesa dei confini europei con pattuglie robotizzate. Un progetto abbandonato nel 2012 che evidentemente spaventa un po’.

Non bastasse, infine, c’è la questione russa: «La Nato è un’istituzione da Guerra Fredda e la Guerra Fredda non è mai stata superata», ha dichiarato il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov, poco dopo il discorso del vice presidente americano Mike Pence, che avevo promesso avrebbe incalzato la Russia a rispettare gli accordi con l’Ucraina: «Il mondo è cambiato in modo drammatico, non abbiamo più un ordine internazionale stabile», ha chiosato Angela Merkel. Difficile darle torto. Peccato che in Italia non lo sappia nessuno.

FONTE http://www.linkiesta.it/it/article/2018/02/17/leuropa-vuole-diventare-una-potenza-militare-e-in-italia-non-lo-sa-nes/37170/

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