Università Ca’Foscari/CNR
Comunicato stampa – Ricostruite le variazioni atmosferiche dello iodio dal 1760 a oggi grazie a una carota di ghiaccio. L’aumento può avere effetti sull’aerosol ultrafine e sulla temperatura
Roma, 18 aprile 2018 – Le analisi chimiche effettuate in una carota di ghiaccio prelevata dalla penisola di Renland (est della Groenlandia) hanno evidenziato un rapido aumento delle concentrazioni atmosferiche dello iodio, causato dall’innalzamento dei livelli di ozono dovuto alle attività umane e al recente ritiro del ghiaccio marino artico. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications da un team internazionale di scienziati, tra i quali Andrea Spolaor dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Idpa-Cnr) e Carlo Barbante, direttore dell’Istituto Cnr e professore all’Università Ca’ Foscari Venezia.
“Attraverso uno studio multidisciplinare condotto sulla carota di ghiaccio prelevata in Groenlandia siamo riusciti a ricostruire e spiegare le variazione atmosferiche dello iodio dal 1760 fino ad oggi, mettendo in evidenza che le concentrazioni sono rimaste stabili fino alla metà del ventesimo secolo ma sono triplicate negli ultimi cinquant’anni”, spiegano Spolaor e Barbante. “Grazie anche all’uso di modelli climatici che includono processi sia atmosferici sia chimici, si è compreso che l’aumento delle concentrazioni di ozono durante la cosiddetta “Great acceleration” (l’incremento dell’impatto umano sull’ambiente nel secondo dopoguerra) e la diminuzione del ghiaccio marino sono le cause principali dell’aumento di iodio atmosferico nella regione del nord Atlantico. L’aumento delle concentrazioni atmosferiche di questo elemento ha molteplici implicazioni dato che promuove la formazione dell’aerosol ultrafine ed è coinvolto nel ciclo dell’ozono, con un effetto diretto sul bilancio energetico terrestre”.
FONTE http://www.lescienze.it/lanci/2018/04/18/news/universita_ca_foscari_cnr_
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Chlorine, Bromine AND Iodine in arctic aerosols
DOC 1965
ABSTRACT
Iodine, bromine, and chlorine have been determined in atmospheric aerosols and in snow collected in Barrow, Alaska, during January, 1965, by means of neutron activation analysis. Aerosols collected using both an aircraft collector by impaction and a ground-based 1.0,~ Type EA Millipore filter collector show concentrations of C1 to be much more variable than either Br or I, and I/Br points cluster at 0.1-0.2 gI/gBr for the filter samples. C1 varies from <0.02 to 4 pg Cl/m$STP in the filter samples, and the aircraft concentrations agree with those taken by filter on the same days. Filter Br is 1-30 ngBr/mSSTP and I is 0.3-10 ngI/m3STP, and the ratios I/Cl and Br/CI increase sharply with decreasing C1. Snow samples from the ground have Br/CI somewhat greater than in sea water, although all halogen concentrations decrease with increasing distance from the sea up to 10 km. Assuming a mixture of undifferentiated sea salt and a more permanent atmospheric component, we estimate for the atmospheric component in the snows I/Br=0.2. Sea water, sea ice, and related samples were analyzed, and I/C1=4 x 10-6 gI/gCI is normal for sea water, although Br/C1= 3.8 x gBr/gCl stands a little high. https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.3402/tellusa.v18i2-3.9630
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