C’è anche la firma del generale Fabio Mini, già capo di Stato maggiore del Comando Nato per il Sud Europa nonché ex comandante della missione Onu in Kosovo, tra quelle di chi ha aderito alla petizione contro l’intervento militare in Siria che da giorni raccoglie migliaia di adesioni on line.
Non una firma qualsiasi, quindi. E ‘l’Espresso’ ha voluto sentirne le ragioni.
Perché ha firmato, generale?
«Condivido la preoccupazione per il popolo siriano. Sono diventato molto scettico e pessimista sulla capacità dei governi e delle grandi istituzioni internazionali di agire nell’interesse dei popoli. Perciò appoggio ogni mobilitazione che richiami gli individui alla loro responsabilità e al loro dovere di far sentire la propria voce. Troppo spesso in questi ultimi vent’anni si è mobilitata l’opinione pubblica e si è ricorso alla guerra per le nefandezze vere o presunte di qualche governante. Alcuni sono stati uccisi, altri consegnati alla giustizia, altri ancora sono stati ignorati. In ogni caso le rispettive popolazioni hanno dovuto soffrire tre volte: prima, durante e dopo la guerra».
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