CHI COMMANDA IL MONDO?

La mossa di Blackrock ha fatto felice il presidente Donald Trump che reclama la gestione e dunque i pedaggi  delle navi che passano dal canale  che era stato ceduto allo Stato di Panama dagli Stati Uniti nel 1999.  I cinesi di Ck Hutchison, vista l’offerta, 22,8 miliardi di dollari che hanno fatto schizzare le azioni della società quotata a Hong Kong del 25%, hanno accettato specificando però che si tratta di  una “transazione commerciale, non politica”.

Difficile credergli ….

VEDI QUI https://www.affaritaliani.it/economia/blackrock-e-il-gruppo-msc-dalle-ferrovie-in-italia-ai-porti-sul-canale-di-panama-959323.html#google_vignette

Big data, Ia, droni: così ingegneri e capitali della Silicon Valley cambiano la guerra

Negli ultimi anni è emerso un “nuovo complesso militare-industriale” che vede protagoniste le aziende tecnologiche della Silicon Valley. Questo fenomeno, analizzato in dettaglio da Michael T. Klare, indica un’alleanza sempre più stretta tra il Pentagono e l’industria high-tech, con profonde implicazioni per la conduzione della guerra e la sicurezza globale . Di seguito esaminiamo i punti chiave di questa trasformazione: le aziende coinvolte, le tecnologie emergenti, la collaborazione Pentagono-Silicon Valley, le conseguenze strategiche della nuova corsa agli armamenti tecnologici e le critiche etiche sollevate da Klare e altri esperti.

Le aziende tech protagoniste della Difesa

Tradizionalmente il complesso militare-industriale statunitense era dominato da giganti come Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon (RTX), Boeing e General Dynamics. Oggi, però, a questi colossi si affiancano nuove aziende nate o finanziate nella Silicon Valley, decise a conquistare una fetta dei lucrosi contratti della difesa. Start-up altamente innovative come Anduril Industries, Palantir Technologies e Shield AI sono esempi emblematici: nate con una cultura “disruptive” tipica della tecnologia, stanno competendo con i tradizionali fornitori militari grazie a competenze avanzate in software, intelligenza artificiale e robotica. Anduril, fondata nel 2017 da Palmer Luckey (già creatore di Oculus VR), sviluppa sistemi d’arma basati su intelligenza artificiale e ha sbaragliato concorrenti storici come Boeing e Lockheed aggiudicandosi contratti per droni da combattimento collaborativi. Palantir, specializzata in analisi di big data e intelligence, ha persino fatto causa all’Esercito USA per aprirsi spazio nei bandi pubblici e ha poi ottenuto incarichi importanti nella gestione dati militari .  

Accanto a queste start-up, anche i colossi del tech tradizionale svolgono un ruolo crescente nella difesa. Microsoft e Amazon, ad esempio, forniscono servizi cloud e infrastrutture per le forze armate: le loro piattaforme cloud sono utilizzate per archiviare ed elaborare enormi moli di dati militari, aumentando “la letalità delle forze armate” attraverso un migliore sfruttamento delle informazioni . Microsoft ha inoltre siglato contratti (per circa 480 milioni di dollari) per fornire versioni militarizzate del visore HoloLens per l’addestramento e il combattimento aumentato dei soldati, integrando realtà aumentata e targeting digitale sul campo di battaglia. Google inizialmente ha collaborato con il Pentagono nel controverso Project Maven, un programma di intelligenza artificiale per analizzare le immagini dei droni di sorveglianza: il contratto, avviato nel 2017 in segreto, valeva almeno 15 milioni di dollari. Tuttavia, a seguito delle proteste etiche dei dipendenti (di cui diremo oltre), Google ha annunciato il ritiro da Project Maven al termine della prima fase.

Anche Oracle e altre aziende cloud partecipano a programmi come la Joint Warfighter Cloud Initiative, offrendo soluzioni cloud classificate per ospitare dati e applicazioni militari riservate . In sintesi, dalle piccole start-up AI fino ai giganti del software e del cloud, l’industria tech è ormai parte integrante dell’ecosistema della difesa USA. Questa tendenza è sostenuta anche da ingenti investimenti privati: fondi di venture capital della Silicon Valley (Andreessen Horowitz, Founders Fund di Peter Thiel, etc.) iniettano capitali nelle start-up militari, attirando persino ex alti funzionari del Pentagono nelle fila dei nuovi imprenditori della difesa . Il risultato, nota Klare, è la nascita di un nuovo complesso militare-industriale incentrato sulla Silicon Valley, con nuovi attori capaci di influire sulle politiche di sicurezza e di contendersi bilanci miliardari finora appannaggio esclusivo dei contractor tradizionali.

Tecnologie che trasformano il settore militare

L’alleanza tra il Pentagono e l’industria tech si basa sullo sviluppo e l’adozione di tecnologie emergenti che stanno rivoluzionando i sistemi d’arma e le dottrine militari. Tra le più rilevanti vi sono l’intelligenza artificiale, i droni autonomi, la guerra cibernetica e le reti avanzate di comando e controllo.

L’Ia è considerata dal Dipartimento della Difesa una tecnologia chiave per mantenere la supremazia militare. Viene impiegata nell’analisi di intelligence (per estrarre rapidamente informazioni utili da flussi enormi di dati, immagini satellitari o intercettazioni) e sta entrando nel processo decisionale in combattimento. Un esempio è proprio il già citato Project Maven, in cui algoritmi di visione artificiale analizzavano i video dei droni per individuare obiettivi nemici. Oggi le esercitazioni militari di punta puntano a integrare l’IA nel comando delle operazioni: durante l’esercitazione Project Convergence 2024, l’obiettivo principale non era testare munizioni o manovre convenzionali, ma sperimentare “l’uso di intelligenza artificiale, distribuzione automatizzata dei dati e altre tecnologie avanzate per collegare insieme unità di combattimento disparate” in un unico sistema coordinato. 

FONTE https://it.insideover.com/difesa/big-data-ia-droni-cosi-ingegneri-e-capitali-della-silicon-valley-cambiano-la-guerra.html

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UNA COMPAGNIA DEGLI ANELLI FORMATA DA ANDURIL E PALANTIR PER ASSICURARSI GLI APPALTI DEL PENTAGONO

 

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