Raramente le mere opinioni trovano spazio nella nostra linea editoriale. Tuttavia, le dichiarazioni di Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock (la più grande società d’investimento al mondo), rappresentano delle notizie oggettivamente rilevanti, a maggior ragione se si considera che negli ultimi anni BlackRock sia diventato uno dei fulcri dell’economia globale, a cui migliaia di investitori fanno costante riferimento. Proprio in una lettera a loro indirizzata, Larry Fink ha affermato che pandemia e guerra in Ucraina segnano tre cambiamenti epocali all’interno dell’attuale ordine globale: fine della globalizzazione così come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, accelerazione nell’adozione delle valute digitali e rinnovata spinta verso la transizione energetica.
Fine della vecchia globalizzazione
“34 anni fa, quando BlackRock è nata, abbiamo visto l’ascesa della globalizzazione. Credevamo che il mondo si sarebbe avvicinato. E così è stato. Continuo fermamente a credere nei benefici della globalizzazione: l’accesso al capitale globale consente alle aziende di finanziare la crescita, ai Paesi di aumentare lo sviluppo economico e a più persone di provare sulla propria pelle il benessere finanziario” ha affermato Larry Fink nella lettera agli investitori. “Ma l’invasione russa dell’Ucraina ha messo fine alla globalizzazione che abbiamo vissuto negli ultimi tre decenni. Avevamo già visto i rapporti tra nazioni, aziende e persino persone messi a dura prova da due anni di pandemia. Questi due fenomeni hanno isolato molte comunità e persone, che adesso si trovano a ripensare al proprio ruolo nel mondo”.
Transizione energetica
Per quanto riguarda la transizione energetica, Larry Fink ha affermato che “l’aggressione della Russia in Ucraina e il suo successivo allontanamento dall’economia globale spingerà le aziende e i governi di tutto il mondo a rivalutare le loro dipendenze e ad analizzare le loro impronte ecologiche riguardanti la produzione e l’assemblaggio, cosa che il Covid aveva già spronato molti a fare”. Quindi, oltre alla dipendenza dall’energia russa, verrà messa in discussione anche quella nei confronti di altre nazioni, comportando inizialmente costi più elevati e pressioni sui margini delle aziende che si tradurranno in un processo inflazionistico. “Sul lungo termine, credo che gli eventi recenti accelereranno effettivamente il passaggio a fonti di energia più verdi in molte parti del mondo. Durante la pandemia, abbiamo visto come una crisi può fungere da catalizzatore per l’innovazione. Aziende, governi e scienziati si sono riuniti per sviluppare e distribuire vaccini su larga scala in tempi record”. Tra gli attori politici più impegnati sul tema, l’amministratore delegato di BlackRock ha citato la Germania, che “prevede di raggiungere il 100% di energia pulita entro il 2035”. Per quanto riguarda, invece, i Paesi privi di proprie fonti energetiche, si aprirà una possibilità unica, il cosiddetto “salto della rana” che permetterà di investire direttamente nelle rinnovabili, bypassando lo stadio fossile.
Adozione valute digitali
In materia di adozione di valute digitali, Larry Fink ha affermato che “la guerra spingerà i Paesi a rivalutare le loro dipendenze valutarie. Anche prima del conflitto, diversi governi stavano cercando di svolgere un ruolo più attivo nelle valute digitali e definire i quadri normativi in base ai quali operano. La banca centrale degli Stati Uniti, ad esempio, ha recentemente lanciato uno studio per esaminare le potenziali implicazioni di un dollaro digitale USA. Un sistema di pagamento digitale globale, progettato con cura, può migliorare il regolamento delle transazioni internazionali riducendo al contempo il rischio di riciclaggio di denaro e corruzione. Le valute digitali possono anche aiutare a ridurre i costi dei pagamenti transfrontalieri, ad esempio quando i lavoratori espatriati inviano i guadagni alle loro famiglie”.
[Di Salvatore Toscano]
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