“Presto condiremo (we will salt) gli oceani, la terra e il cielo con un numero incalcolabile di sensori invisibili agli occhi, ma visibili l’uno all’altro e ad una varietà di dispositivi di raccolta dati. I vasti flussi di dati sempre più accurati si combinano e interagiscono per produrre cache sempre più significativi di conoscenza”.Ester Dyson (2013)
Di Nogeoingegneria
La notizia arriva dagli USA: “Fix Our Forests Act”
Zero5G.com | La legge S. 1462, nota anche come “Fix Our Forests Act”, è una delle decine di proposte di legge federali introdotte nel 2025 relative alla “gestione delle foreste”.
La proposta di legge afferma che: “… sviluppare e applicare le tecnologie emergenti per la mitigazione degli incendi, tra cui l’intelligenza artificiale, il rilevamento quantistico, il calcolo e le applicazioni ibride quantistiche, il rilevamento satellitare, la realtà aumentata, le reti private 5G e le comunicazioni da dispositivo a dispositivo che supportano le reti mesh nomadi e il rilevamento”.
“La legge S. 1462 riguarda la sorveglianza, l’inventario e il controllo del territorio e delle persone, non la gestione dell’ambiente”, scrive Jolie Dane. VEDI https://zero5g.com/2025/s-1462-fix-our-forests-act-includes-5g-excludes-nepa/
Quindi, altro cambiamento massiccio in arrivo: dopo la promozione su larga scala delle città “smart”, è ora il turno delle foreste a diventare “ intelligenti”. E negli Stati Uniti tutto si sta muovendo un po’ più velocemente. Si tratta di un sistema che integra sensori fissi, droni, satelliti e intelligenza artificiale per rilevare e intervenire sugli incendi in modo molto precoce e più efficace rispetto ai metodi tradizionali. È fantastico, vero?
Una rete di sensori ambientali fissi viene installata direttamente nelle aree boschive. Questi dispositivi, spesso protetti da resine speciali per resistere alle intemperie, misurano parametri come temperatura, umidità, concentrazione di gas e fumo. Quando rilevano valori anomali indicativi di un principio di incendio, inviano un segnale di allerta con la precisa posizione geografica del focolaio.
I sensori sono connessi tramite reti wireless (anche 5G), che garantiscono la trasmissione continua dei dati anche in aree remote.
Droni autonomi sorvolano le foreste raccogliendo dati termici, multispettrali e LiDAR, integrando le informazioni dei sensori fissi. Questi dati vengono elaborati in tempo reale da sistemi di intelligenza artificiale e, in alcuni casi, da piattaforme di calcolo quantistico, per prevedere l’evoluzione degli incendi e ottimizzare le strategie di intervento.
Telecamere ad alta risoluzione, termocamere e sistemi di visione artificiale monitorano costantemente le aree a rischio, distinguendo con algoritmi avanzati i falsi allarmi da incendi reali. Le informazioni vengono poi visualizzate su piattaforme digitali e possono essere integrate con dispositivi di realtà aumentata per supportare i vigili del fuoco durante le operazioni.
Tutti i dati confluiscono in sale operative dotate di software avanzati, che forniscono mappe georeferenziate, previsioni meteo e indici di rischio, consentendo un coordinamento tempestivo e mirato delle squadre antincendio e delle risorse sul territorio
In sintesi, il “Smart Bosco” è un sistema integrato che sfrutta sensori fissi, droni, intelligenza artificiale e reti di comunicazione avanzate per trasformare la gestione degli incendi boschivi, anticipandoli e intervenendo con precisione. Questo approccio innovativo rappresenta un salto di qualità nella tutela delle foreste, delle persone e dell’ambiente secondo i promotori.
Per chi ha scelto di stare in un ambiente relativamente incontaminato significa altro.
Cosa significa questo per le piante e gli animali della foresta?
Anche in Italia si stanno muovendo i primi passi verso un approccio tecnologico simile per la prevenzione e gestione degli incendi boschivi, anche se siamo ancora in una fase iniziale rispetto agli Stati Uniti.
In Trentino crescono le ‘foreste intelligenti’. Attorno al polo Meccatronica della provincia di Trento, incubatore di startup e sede di laboratori di aziende innovative che si occupano di “green economy e di sostenibilità”, stanno nascendo tantissimi software e device intelligenti che fanno muovere i primi passi alla smart forest. Dalla neve perenne per creare neve a basse temperature sotto i zero gradi, a software che grazie a sensori radar applicati sugli arei analizzano la morfologia del terreno che sorvolano dando diverse informazioni sul territorio anche indicando quanto legname è presente nel bosco e qual’è lo stato delle piante. Nella stessa provincia da qualche tempo, anche i forestali, nel Comune di Arco, girano nel bosco con dei tablet per comunicare in tempo reale tra loro e con gli uffici di competenza, sulla sistemazione della legna, l’individuazione degli alberi che vanno tagliati o sono soggetti ad intervento e per analizzare lo stato del bosco e mappare gli interventi con un clic.
Diverse regioni italiane, soprattutto la Sardegna, la Sicilia e la Toscana, stanno avviando progetti pilota per installare reti di sensori ambientali e utilizzare droni per il monitoraggio aereo delle aree boschive. E Roma è prima città italiana ad aderire a un programma di monitoraggio delle foreste
Chi vuole saperne di più:
https://borevit.it/incendi-enti/
https://ec.europa.eu/regional_policy/it/projects/italy/a-new-monitoring-system-to-prevent-wildfires
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Il progetto Smart Forests è guidato dalla professoressa Jennifer Gabrys e fa parte del gruppo di ricerca Planetary Praxis con sede presso il Department of Sociology dell’Università di Cambridge. Finanziato da una sovvenzione di Consolidator Grant del Consiglio europeo della ricerca (ERC), il progetto studia l’uso crescente delle tecnologie digitali per monitorare e gestire le foreste per affrontare i cambiamenti ambientali.
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