Giornalisti Indipendenti (Whitney Webb, James Corbett, Jason Bermas, Kit Knightly) Lanciano l’Allarme: L’IA come Cavallo di Troia per la Schiavitù Digitale

Derrick Broze, Whitney Webb, James Corbett, Jason Bermas, Kit Knightly… 16 maggio 2025

In un approfondito livestream dell’Independent Media Alliance (IMA), importanti giornalisti indipendenti discutono le opportunità, i rischi e i dilemmi etici dell’intelligenza artificiale. I partecipanti includono Derrick Broze, Whitney Webb, James Corbett, Jason Bermas, Ryan Cristián, Steve Poikonen, Kit Knightly, Hakee, Hervé Moritz e altri. L’occasione dell’incontro è la crescente integrazione dell’IA in settori sociali chiave come il giornalismo, la ricerca, la medicina e la giurisprudenza, oltre all’annuncio di un portale mediatico decentralizzato dell’IMA su Odysee.

Contenuti e Prospettive Critiche

La discussione, durata oltre tre ore, chiarisce un punto: l’IA non è più una tecnologia del futuro, ma un reale fattore di potere, con conseguenze a tratti distopiche.

  • Pericolo di dipendenza cognitiva: Whitney Webb mette in guardia con enfasi contro lo “stadio della carota” dell’IA: la tentazione della comodità porta a una perdita strisciante delle proprie capacità di pensiero. L’obiettivo non è la coercizione, ma la sottomissione volontaria a un sistema di controllo gestito dall’IA. Anche James Corbett avverte: “L’IA ci rende più stupidi, non più intelligenti”. La perdita del pensiero autonomo non è ipotetica, ma già misurabile.

  • Crisi di fiducia dovuta a allucinazioni algoritmiche: Numerosi relatori riferiscono di citazioni e fonti inventate da ChatGPT o Grok. Corbett esorta: “Le conversazioni con l’IA non sono notizie. Smettetela di fingere che sia una fonte”.

  • Controllo dell’opinione e manipolazione tramite bot: Il gruppo descrive casi di commenti generati dall’IA su piattaforme come Reddit o X (ex Twitter), che infiltrano deliberatamente le discussioni. Whitney Webb lo definisce una “guerra dell’informazione contro il giudizio umano”. Anche le bot-farm gestite dallo stato sono ormai una realtà.

  • Agenda transumanista a lungo termine: Jason Bermas e altri descrivono l’IA come la fase preliminare di un progetto di ristrutturazione biotecnologica: avatar digitali, interfacce cervello-computer, procedure giudiziarie automatiche e persino “personalità artificiali” post-mortem (tramite organoidi) sarebbero già in fase di sperimentazione. L’obiettivo non è l’efficienza, ma la trasformazione dell’essere umano.

  • L’IA come strumento di governance autoritaria: Numerosi relatori mettono in guardia contro l’uso dell’IA in politica, diritto e medicina. Ad esempio, la FDA (Food and Drug Administration) utilizza già l’IA per valutare i vaccini, incluse le approvazioni di mRNA in soli sei minuti. James Corbett vede in tali sviluppi una “auto-abolizione dell’umano” tecnocratica.

  • Big Tech, servizi segreti e monopoli delle piattaforme: Le critiche colpiscono anche aziende come Palantir, Microsoft, X (Grok), Apple e Google. La loro vicinanza a CIA, Pentagono e WHO rende ogni utilizzo un rischio. La fiducia in un’IA neutrale è un’illusione: gli algoritmi sono armi politiche.

  • Abuso tramite legame emotivo-digitale: I panelist avvertono con urgenza contro l’acclimatazione consapevole a simulazioni di relazione basate sull’IA, ad esempio tramite “AI-Girlfriends” o chatbot empatici. Tali applicazioni potrebbero normalizzare una disumanizzazione e, a lungo termine, persino consentire il controllo psicologico.

Strategie Personali: Tra Rinuncia, Autoprotezione e Strutture Parallele

Alcuni relatori utilizzano l’IA con cautela, ad esempio per la trascrizione, il debugging o la generazione di immagini. Ma quasi tutti sottolineano: ogni utilizzo comporta una corresponsabilità.

Whitney Webb riferisce di evitare completamente l’IA. La sua visione: un ritorno ai media fisici, all’attivismo locale e alle pubblicazioni cartacee, indipendenti dalla rete.

Progetti come Above Phone, Take Back Our Tech, distribuzioni Linux e alternative decentralizzate ad Apple/Google sono evidenziati come misure protettive.

Derrick Broze invita al movimento “Exit and Build”: “La riforma è un’illusione. Chi vuole la libertà deve lasciare la Matrix, non negoziare”.

James Corbett invoca la responsabilità personale: “Ognuno deve sapere dove si trova la sua linea rossa ed essere pronto a tracciarla”.

Conclusione: L’Umanità è in Gioco

I partecipanti sono uniti da uno scetticismo fondamentale nei confronti dell’attuale percorso dell’IA. Avvertono di una rete di controllo che, attraverso gli algoritmi, diventa più efficiente, più totalitaria e meno interrogabile rispetto alle precedenti strutture di potere. L’essere umano non deve assimilarsi alla macchina, ma deve rimettere la tecnologia al servizio della libertà.

Citazione di James Corbett: “Non sono del team Macchina. Sono del team Umano.”

FONTE https://uncutnews.ch/unabhaengige-journalisten-whitney-webb-james-corbett-jason-bermas-kit-knightly-schlagen-alarm-ki-als-trojanisches-pferd-fuer-digitale-versklavung/

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