SULLA STAMPA NEL 2011

Nel 2050 l’uomo sarà untutt’uno con la macchina”

a profezia dell’inventore e saggista Ray Kurzweil: entro pochi decenni l’intelligenza artificiale prevarrà su quella biologica. Saremo in grado di cogliere e immagazzinare l’intera conoscenza dell’Universo, di mangiare tutto ciò che vogliamo senza aumentare neppure di un grammo, vivere immuni da qualsiasi tipo di malattia e scegliere in base ai nostri piani il momento giusto per passare a miglior vita. Questo è l’uomo del futuro, neppure troppo lontano, secondo Ray Kurzweil. L’ inventore e scrittore newyorkese ha illustrato la sua teoria nel saggio “La singolarità è vicina. Quando gli umani trascenderanno la biologia”, dove sostiene che «Nel 2050 robot microscopici circoleranno nei nostri capillari, trasformandoci in umani non biologici».

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L’introduzione dei Cyborg nei contesti operativi

In futuro, potrebbe essere disponibile una serie di tecnologie che trasformerebbero il soldato in un soldato cyborg che dominerà il moderno campo di battaglia. Uno studio del Dipartimento della Difesa USA ha recentemente previsto questo percorso, affermando che un miglioramento della vista, dell’udito, del controllo muscolare e della telepatia potrebbe essere possibile entro 30 anni. È importante operare un’analisi delle implicazioni sociali, etiche e legali dei soldati cyborg, proprio per evitare un controllo tecnologico dell’intelligenza artificiale sull’uomo. Allo stesso tempo è importante lavorare per comprendere le conseguenze indesiderate e assicurarsi che le applicazioni di tali tecnologie abbiano un impatto positivo sulla qualità della vita umana.

1. Introduzione

Nel mese di ottobre del 2019 è stato pubblicato un rapporto del Biotechnologies for Healt and Human Performance Council, ente responsabile dello sviluppo nel settore della biotecnologia militare del Dipartimento della Difesa statunitense, dal titolo “Cyborg Soldier 2050: Human-Machine Fusion and the Implications for the Future of the DoD.

E’ il frutto di un nuovo approccio alla warfare, sulla scia delle ricerche che procedono velocissime nell’intento di realizzare una maggiore interazione tra le capacità umane e l’uso sia delle più innovativa tecnologie e sia dell’intelligenza artificiale per giungere ad obiettivi sempre più ambiziosi, come quello di introdurre soldati cyborg per attività militari non convenzionali.

L’ipotesi avanzata dagli istituti di ricerca militare trovano conferma in un approfondimento curato da un gruppo di studio del U.S. Army’s Combat Capabilities Development Command, secondo cui tra dieci anni individui cyborg saranno integrati negli apparati militari.

2. Il rapporto del Biotechnologies for Healt and Human Performance Council

Per certi aspetti il rapporto del BHHPC può essere considerato una integrazione di un precedente approfondimento pubblicato circa quattro anni fa dall’US Army Research Lab., dal titolo “Visualizing the Tactical Ground Battlefield in the Year 2050. L’obiettivo principale è quello di prevedere e valutare le implicazioni nel contesto militare, di macchine e automatismi fisicamente integrati con il corpo umano al fine di aumentarne e migliorarne le prestazioni nei prossimi 30 anni. In tal senso il rapporto individua quattro potenziali usi militari per le nuove tecnologie oltre a stabilire quale impatto potrà avere sulla struttura organizzativa del Dipartimento della Difesa, sulle dottrine e sulle tattiche da adottare in prospettiva e infine circa l’interoperabilità con le strutture della Difesa alleate e sulla società civile statunitense.

La nuova generazione di soldati cyborg, in questa fase, potrebbe essere caratterizzata da implementazioni delle capacità visive (relativamente alla percezione e alla interpretazione di eventi). Verrà in tal modo migliorata la capacità di analizzare immagini a distanze molto elevate oltre il consueto spettro sensoriale, con conseguente capacità di selezionare e identificare i target di interesse anche in ambienti complessi. Le informazioni visive potranno essere immediatamente scambiate con altri militari e rimodulate per l’archiviazione in remoto; potranno, inoltre, essere previste interfacce per sostituire l’intera parete retinica anche a scopo medico.

Lo sviluppo delle capacità uditive verrà affidato a dispositivi costituiti da connessioni modulari idonee a soppiantare in tutto o in parte l’apparato uditivo tradizionale. Grazie a tali ausili sarà possibile percepire i suoni a bassa frequenza, proteggersi da suoni e rumori presenti sul teatro operativo (esplosioni e colpi d’arma da fuoco) e da emissioni sonore ad alta intensità. Al fine di superare alcune criticità rappresentate da apparecchiature di tipo invasivo con impianti irreversibili sono allo studio ricevitori e altri strumenti che consentano anche una loro eventuale rimozione con effetti collaterali minimi.

Una serie di sensori sottocutanei costituirà una rete di rilevamento di tipo optonegetico per le aree del corpo appositamente dedicate contribuendo in tal modo a creare una reattività specifica. Di conseguenza, grazie a questa fitta rete di dispositivi impiantati sottopelle, potrà essere prodotta una stimolazione del corpo che consentirà di ridurre i tassi di lesione per il personale militare attraverso una azione di prevenzione automatica del rischio.

Nei decenni successivi il sistema di controllo optogenetico potrebbe essere costituito da un collegamento tra essere umano ed esoscheletro così da poter rilevare le condizioni fisiche, controllare le caratteristiche del corpo dei militari destinandoli a compiti complessi, al fine di elaborare un adattamento dinamico a specifiche esigenze, ottimizzare il dispendio di energie fisiche e, infine, prenderne il controllo degli arti, consentendo l’esecuzione di attività di alta specializzazione anche a chi non ha raggiunto alti livelli di professionalità.

Circa le applicazioni dal punto di vista neurale (trasferimento bidirezionale dei dati), si dovrà valutare quale degli impianti in sperimentazione al DARPA sia più idoneo allo scopo. Al momento quasi tutti sono caratterizzati dal fatto di essere impiantabili sia sotto il cuoio capelluto, sia direttamente nel cervello con innegabili vantaggi quali: l’aumento della capacità del personale militare di comunicare istantaneamente tra loro anche in luoghi diversi e distanti, senza i tradizionali ausili di comunicazione (come radio e pc portatili).

3. La futura politica militare

Sostanzialmente il BHHPC ha operato attraverso un focus di sette punti indispensabili a definire la futura politica militare in questo settore:

  • il primo punto affrontato è la costruzione di una nuova percezione della vita. Occorre, infatti, valutare quanto le nuove biotecnologie settoriali potranno influire sulla stessa e quanto altri Paesi, nell’usare tale tecnologia, avranno la consapevolezza che valori etici, dinamiche sociali e conoscenze scientifiche potrebbero incidere sia positivamente, accelerando tali processi laddove siano favorevoli le citate condizioni, sia negativamente, ove invece maggiori siano le condizioni ostative alla loro introduzione. In tutto questo un ruolo fondamentale dovrà essere svolto dalle forze armate che dovranno portare vanti i progetti più importanti.

  • Una nuova politica di condivisione di prospettive strategiche e di valutazioni circa l’interoperabilità con strutture NATO dovrà costituire elemento indispensabile per stimolare una dialettica tra i partner finalizzati ad un percorso condiviso per il loro impiego.

  • I futuri vertici militari dovranno essere in grado di sviluppare un consenso maggiore ed una più grave consapevolezza dei benefici apportati dalla tecnologia e dall’uso dei cyborg. Tali politiche dovranno proporre e sviluppare soluzioni a sostegno dei nuovi progetti cercando di superare i gap degli aspetti legali, etici e di impatto sociologico che potrebbero ostacolare l’avvicinamento collettivo ad un loro impiego.

  • Occorrerà produrre nuovi sforzi tesi a invertire le narrazioni culturali basate sugli aspetti negativi delle tecnologie cyborg alimentate, finora da distorte rappresentazioni riscontrabili su social, letteratura, film e informazioni open source. Una più incisiva attività promozionale dei progetti governativi parallelamente ad una maggiore trasparenza di finalità e metodi scientifici potrebbe in questo senso migliorare la percezione pubblica.

  • Incrementare le esercitazioni e le simulazioni anche virtuali allo scopo di determinare la più idonea ed efficace risposta da parte delle forze armate e dei partner per fronteggiare minacce tradizionali ed asimmetriche sempre più insistenti nel panorama strategico internazionale, operando una mirata attività di intelligence da applicare in questo settore.

  • Analizzare la situazione economica legata allo sviluppo e all’applicazione nella società civile di tale tecnologia, valutarne gli effetti, e i profitti derivanti e nonché promuovere al livello federale, un maggiore coinvolgimento governativo attraverso le sue politiche economiche. Contemporaneamente dovranno essere costantemente monitorati i progressi raggiunti dalla Cina nel medesimo settore della Difesa, al fine di impedire che gli Stati Uniti possano trovarsi in una situazione di svantaggio economico, tecnologico e quindi strategico di fronte ad uno scenario prevedibile e commisurato al 2050.

  • L’ultimo punto è incentrato sugli aspetti relativi alla sicurezza derivante da un uso a lungo termine dei cyborg e sugli impatti che potrebbe avere sulla società civile. Il Comitato scientifico è concorde circa i vantaggi, positivi sulla qualità della vita e sui benefici conseguenti al ripristino di qualsiasi funzionalità persa a causa di malattie o infortuni. Costanti dovranno essere i contatti con le comunità scientifiche nell’intento di seguire sviluppi e problematiche.

4. Diversificazione delle applicazioni

Non si tratta in alcun modo di visioni futuristiche o fantascientifiche. Il punto di partenza è che la tecnologia di cui disponiamo è in grado di mutare completamente la condotta delle operazioni nei teatri operativi fino a mettere in discussione la figura stessa del soldato, almeno così come è stata finora concepita.

La progettazione, lo sviluppo e la realizzazione di moderni esoscheletri (intesi in questo contesto quali apparecchi cibernetici in grado di potenziare le abilità dell’utilizzatore) ha fatto passi da gigante e l’idea di implementare capacità visive, uditive e neurali di un combattente, dotandolo di protesi e dispositivi che gli consentano di interagire attraverso le migliori applicazioni di intelligenza artificiale, è un passaggio probabilmente inevitabile.

Ciò non toglie che tale materia avrà senz’altro necessità di essere affiancata da valutazioni etiche e legali, come sopra specificato. Non è detto, infatti, che l’uso dei cyborg si rivolga unicamente al mondo militare, sebbene questo sia uno degli ambiti ove maggiori risultano i fondi destinati alla ricerca e i progetti attualmente più interessanti. Potrà anche avere delle implicazioni nella società civile e questo perché da tempo l’uso di esoscheletri è stato sperimentato per quelle persone che soffrono di particolari patologie.

Ancora più originale può essere considerato l’impiego di esoscheletri per potenziare le capacita e le abilità di persone anziane. Molti paesi orientali, tra cui il Giappone hanno elaborato analisi dalle quali si evidenzia che nel giro di poco tempo quelle società saranno popolate da individui la cui età anagrafica sarà in costante aumento e il problema delle generazioni che stanno invecchiando sta rappresentando un aspetto di non poco conto se si considerano le ripercussioni anche di ordine economico.

Soluzioni tecnologiche che migliorano l’equilibrio, la mobilità, il contenimento degli sforzi sottesi al sollevamento dei pesi, la reattività agli stimoli inerenti al movimento, potrebbero facilitare uno stile di vita e consentire di mantenere o aumentare un livello di indipendenza. Società commerciali nel settore della robotica continuano a proporre nuove soluzioni e si affacciano sul mercato con tecnologie sempre più attente ad aspetti di vitale importanza.

Seguendo un pensiero più volte proposto da imprenditori che credono in questo business ci si avvia ad un più coeso legame tra l’intelligenza biologica e l’intelligenza artificiale e tale processo si rende inevitabile stante la necessità dell’uomo di comunicare con le macchine che già adesso comunicano tra loro ad una velocità elevatissima e destinata ad aumentare.

Conseguentemente, in futuro, se l’uomo dovrà interagire direttamente con le macchine dovrà necessariamente fare appello ad una introiezione cibernetica in grado di compensare il divario tra la velocità di comunicazione dell’uomo e quella della macchina.

5. Conclusioni

I dibattiti che suscita la materia sopra esposta sono tanti e tutti di rilevante importanza. Tra questi uno concerne i dibattiti filosofico-politici già in essere circa la nomenclatura essenziale e le conseguenze che possono derivare nella catalogazione di queste entità, in parte, inedite: per alcuni, i soldati così strutturati rientrerebbero nella categoria dei cyborg, altri ritengono trattarsi di esseri bionici.

Questi sono termini che in generale potrebbero equivalersi ma nel particolare, invece, assumono profili diversi se si considera la quantità e la qualità degli aspetti biologici e neurofisiologici che residueranno dopo gli impianti tecnologici e quindi dopo la loro trasformazione.

Saranno proprio questi profili a caratterizzare i cyborg soldiers e sarà interessante constatare quale sarà la loro capacità di discernere le situazioni e la libertà nell’assumere le scelte non obbligatoriamente legate ad un mero calcolo di programmazione automatica, ovvero in tutti quegli aspetti della vita umana dove è pressoché impossibile imporre criteri logici e matematici di comportamento.

E’ questo, probabilmente, il limite oltre il quale ci si dovrà confrontare in un’ottica che non si limiti a valutare la dimensione tecnologica ma, necessariamente, dovrà tenere conto anche di una necessaria prospettiva non materialistica.

Pietro Lucania

Bibliografia

Libri

  1. Bàrd I., Hildt E.: Ethical Dimension of Commercial and Diy Neurotechnologies – vol.3– Academic Pr – ISBN-13: 978-0128161814 – april 2020

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Codici, Riviste, Periodici

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  2. Kelly I.W.; Are You a Cyborg? – Research-gate paper –

  3. DOI:10.13140/RG.2.2.17792.89607 April 2019

  4. Lin P., “More Than Human? The Ethics of Biologically Enhancing Soldiers,” The Atlantic February 2012.

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Internet, Software, Multimedia

  1. Bridge M., cyborg soldiers will join the ranks of Army by 2050 – dec. 2019 – The Times – https://www.thetimes.co.uk/article/cyborg-soldiers-will-join-the-ranks-of-army-by-2050-7nnzk9tls

  2. Britzky H., The Army Wonts to stick cyborg implants into soldiers and it’s absolutely insane – nov. 2019 – Task & Purpose – https://taskandpurpose.com/military-tech/army-cyborg-soldier-2050-study

  3. Ernest D., Cyborg soldier “feasible” within decades, Defense Dept. study says, november 2019 – Washinghton Times – https://www.washingtontimes.com/news/2019/nov/27/cyborg-soldier-2050-dod-study-says-augmen

  4. Lye H., Universal soldier: US expects cyborg troops in 30 years, dec. 2019 – Army Technology – https://www.army-technology.com/features/universal-soldier-us-expects-cyborg-troops-in-30-years/

  5. Rempfer K., Cyborg warriors could be here by 2050, DoD study group says, nov. 2019 – ArmyTimes – https://www.armytimes.com/news/your-army/2019/11/27/cyborg-warriors-could-be-here-by-2050-dod-study-group-says/

FONTE https://www.brainfactor.it/lintroduzione-dei-cyborg-nei-contesti-operativi/

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Cyborg Soldier 2050: Human/Machine Fusion and the Implications for the Future of the DOD

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