Nel 2006 si è tenuta all’Università di Berkley la seconda conferenza internazionale sulla biologia sintetica. 

Qui di sequito una lettera aperta dell’ETC Group che chiede la rinuncia alla proposta di autogoverno da parte dei ricercatori implicati in questa rischiosa scienza. La biologia sintetica (il tentativo di creare organismi viventi artificiali) dovrebbe autoregolarsi, dicevano gli scienziati riuniti a Berkeley. Le organizzazioni della società civile dicevano “No!” 

Gli scienziati che lavorano sull’interfaccia dell’ingegneria e della biologia – nel nuovo campo della “biologia sintetica„ – si preoccupano che la diffidenza pubblica verso le biotecnologie potrebbe impedire le loro ricerche o richiedere il rispetto di clausole regolatrici. I biologi nel sintetico stanno provando a progettare e a costruire sistemi viventi artificiali per effettuare mansioni specifiche, come produrre componenti farmaceutici od energia .

Nell’ottobre 2004, la rivista Nature dava l’allarme: “Se i biologi sono effettivamente alla soglia della sintetizzazione delle nuove forme di vita, la ricaduta di un abuso o di un eventuale disastro,  potrebbe essere enorme”. Un editoriale di questo tono ha suggerito che ci può essere un’esigenza di un “Asilomar„ [conferenza tra scienziati per definire regole di sicurezza nell’ingegneria genetica, come quello del 1975 appunto ad Asilomar, in California].

Alla luce di queste preoccupazioni, gli scienziati riuniti al “Synthetic Biology 2.0” (Maggio 20-22, 2006) all’università di Berkeley, in California, sperano di fare “progressi significanti” verso un “codice etico e di standard .”[1] Le loro azioni servono a far passare il messaggio che i biologi del sintetico sono in grado di auto-governarsi come “comunità”. A loro modo di vedere, l’auto-governarsi è il miglior modo per raggiungere sicuri benefici (sia sociali che finanziari) per la  biologia sintetica. Le organizzazioni della società civile non sono d’accordo.

“Ci sono due modi per trattare con pericolose tecnologie,” dice Tom Knight, una figura principale della biologia sintetica al Massachusetts Institute of Technology. “La prima è tenere le tecnologie segrete. La seconda è farlo più velocemente e meglio di chiunque altro. Secondo me non abbiamo altra scelta che la seconda.” – New Scientist, 18 Maggio 2006

Per leggere di più sulla conferenza Synthetic Biology 2.0 e le proposte di auto-controllo:  http://syntheticbiology.org/SB2.0/Biosecurity_resolutions.html

Cos’è la biologia sintetica? I prodotti della biologia sintetica possono essere, almeno di un ordine di magnitudo, più potenti ed invasivi di quelli della biotecnologia tradizionale. Di appena 6 anni, la biologia sintetica tenta di costruire nuovi ed unici organismi- dalla “testa” ai “piedi”. A differenza dell’odierna ingegneria genetica, che “taglia ed incolla geni già esistenti da una specie all’altra, la biologia sintetica riscrive il codice della vita per creare nuovi moduli DNA programmati per auto-assemblarsi con altri moduli così da generare l’organismo del progettista (principalmente virus e batteri) capace di funzioni normalmente associate con linee di produzione meccanica. Esistono già diverse aziende nella biologia sintetica che ricevono fondi per interessi di governi, militari e privati. Almeno 39 aziende di sintesi del gene stanno producendo DNA artificiali e parti di DNA (oligonucleotidi). La maggior parte delle aziende americane sono situate nell’area di Boston (dove si trova il Massachusetts Institute of Technology), attorno a Berkeley, in California ed al Craig Venter’s Institute for Genomic Research nel Maryland.

Molta della biologia sintetica sta ancora ricercando “prove di principio” che coinvolge espedienti quali microbi che lampeggiano a ritmo coordinato o batteri sensibili alla luce che possono catturare un’immagine fotografica. Parte del lavoro, tuttavia, comporta importanti implicazioni per la biodiversità e la vita. Ricercatori in Florida ed in California, ad esempio, hanno come standard 4 lettere del DNA (A,C,G,T) costruite su una quinta e, in seguito, una sesta lettera, cosi da rendere teoricamente possibile la creazione di specie di incredibile complessità.

Biologia sintetica – perché preoccuparsi? Nel prendere il controllo del codice genetico per generare interi nuovi organismi e virus, la biologia sintetica ha il potenziale per estendere ed aumentare enormemente il rischio del ingegneria genetica e ampliare ulteriormente i scenari problematici possibili…

Biosicurezza: Mentre l’ingegneria genetica muove uno o due geni da una specie esistente ad un altra esistente, la biologia sintetica costruisce interamente nuovi genomi che la natura non ha mai visto. I regimi di biosicurezza sono desolatamente inadeguati ed impreparati per questi sviluppi. I biologi nel sintetico parlano di ridurre la genetica a “parti standard” o “BioBricks” [Biomattoni] – ma la vita non è un codice di un computer o di ingegneria elettronica. Errori potrebbero avere tardive e letali ricadute.

Biowarfare: La biologia sintetica permette agli scienziati di ricostruire il virus “flu”che uccise nel 1918 in Spagna 50-100 milioni di persone. I ricercatori lavorano ordinariamente con parti di Ebola, di febbre rompiossa, vaiolo, West Nile e altri patogeni. La predizione del risultato di nuove combinazioni di DNA sarà impossibile ma potrebbe condurre alla creazione di organismi interamente nuovi di malattie attraenti per aggressori. Mentre i governi rendono illegali la produzione e l’esportazione di agenti patogeni, parti od interi patogeni potrebbero essere prodotti, comprati e ricostruiti.

Geoingegneria: Il dipartimento americano di Energia e i governi di almeno 25 altri stanno attivamente perseguendo la modificazione “techno-fixes” meteo-climatica presupponendo che l’Accordo di Kyoto fallirà e l’unica opzione sarà attraverso la geoingegneria. Passate iniziative del DOE (US Department of Energy) hanno implicato l’uso di nanoparticelle di ferro per ridurre le temperature oceaniche. Craig Venter [ http://en.wikipedia.org/wiki/Craig_Venter] cerca di usare la biologia sintetica per produrre i nuovi organismi per “sequestrare” l’anidride carbonica e per attenuare il cambiamento di clima. 

Economia: La biologia sintetica è una tecnologia ad intensità di capitale che probabilmente avrà un impatto massiccio sul downstream [parte finale del processo di produzione] di una popolazione marginale se adattata e promossa. Gli effetti verranno in un primo tempo nell’agricoltura e nella salute ma poi pure nel cambiamento climatico a livello di geo-ingegneria. Microbi sintetici programmati per produrre sostanze industriali, potranno potenzialmente destabilizzare le economie e gli impieghi nel sud economico [paesi arretrati economicamente].

Etica: Ci sono enormi implicazioni etiche intorno alla creazione di nuove forme di vita. Possiamo creare nuove forme di vita di fronte ad enormi quesiti che riguardano la stessa sicurezza non solo umana ma di tutta la biosfera?

Controllo: come nel campo del biotech, aziende stanno gia patentando critici processi e tecnologie biologiche sintetiche. Anche se all’interno della comunità della biologia sintetica vi sono difensori di una biologia open-source, altri come Craig Venter hanno un lungo record di biopirateria, approfittando di sequenze di geni umani e non-umani. Vista la possibilità di privatizzare e monopolizzare la scienza, diventa molto attrattivo per le aziende ricercare profitti prima di soddisfare bisogni sociali.

Biologi nel sintetico promuovono l’autogoverno: Poiché chi sviluppa nuove formi di vita da zero va oltre l’ingegneria genetica, i biologi nel sintetico temono la polemica globale che avvolge l’ingegneria genetica poiché potrebbe bloccare il loro lavoro. In reazione, ricercatori stanno sviluppando delle soluzioni mediatiche, organizzando “dibattiti municipali” ed esponendo la loro propria versione della dichiarazione di Asilomar.

Il 22 maggio, gli scienziati che assistono alla biologia sintetica 2.0 voteranno su un codice “volontario„ proposto per prevenire i rischi di biosicurezza. Questo codice, sviluppato senza un input né governamentale né sociale, non riconosce il principio preventivo e si indirizza solo ai rischi di biosicurezza. Gli scienziati riconoscono i pericoli della biologia sintetica solo nelle mani di “evildoers„[chi ne abusa per compiere malefatte] ma trascurano la possibilità, e perfino la probabilità, che i membri della loro propria Comunità non potranno controllare o predire il comportamento dei prodotti sintetici di biologia. Gli interventi proposti da discutere e votare durante il Synthetic Biology 2.0 includono:

· Richiedere alle aziende di sintesi del gene di adottare “le pratiche migliori„ (o rischio boicottaggio );

· Creare una registro “black watch„ dei materiali sintetici problematici citati come “agenti di preoccupazione„ e/o di una lista degli utenti sospettosi

· Creare una hotline per la biosicurezza e la biosecurezza pubblica in uso ai ricercatori;

· Stabilire un obbligo etico nella comunità di investigare/segnalare comportamenti dubbi o “esperimenti rischiosi”

· Sostenere tecnologie volte alla biosicurezza o all’aumento della biosicurezza (“organismi intrinsecamente sicuri “).

I biologi nel sintetico dicono che ci saranno benefici sociali incredibili dal loro lavoro quale rimedio ambientale, nuove medicine per combattere malattie come malaria e nuove fonti di energia. Ma i vasti rischi socio-economici, della salute ed i rischi ambientali (oltre al bio-terrorismo) non vengono elencati. La Comunità di biologia sintetica inoltre ha ignorato i conflitti sfacciati d’interesse – più capi scientifici della biologia sintetica hanno stabilito le loro proprie partenze nella biologia sintetica. La biologia sintetica non deve essere governata da coloro che cercano profitti in essa.

Synthetic Biology 2.0 – Asilomar 2.0? 

Piuttosto che accettare (come presupposto popolare) una moratoria sull’ingegneria genetica, la riunione 1975 di Asilomar ha presentato i principi di base da cui la ricerca scientifica potrebbe procedere. Infine, Asilomar ha generato un’immagine pubblica della responsabilità scientifica e del comportamento etico che ha fatto ritardare lo sviluppo di una regolamentazione adatta dei governi ed ha esplicitamente evitato tutta la discussione sugli effetti sociali ed economici più in generale. Asilomar ha allora rivelato d’essere un approccio errato alla questione ed è un modello inaccettabile per indirizzare la biologia sintetica.

Lettera aperta dalla società civile

In risposta al codice volontario che sarà proposto e discusso al Synthetic Biology 2.0, 35 organizzazioni della società civile hanno pubblicato una lettera unitaria che invita i ricercatori nella biologia sintetica a rinunciare alla loro proposta di autogoverno. Questo per chiedere:

La società – specialmente i movimenti sociali e le persone marginalizzate – dev’essere completamente coinvolta nel progettare ed indirizzare il dialogo sociale su ogni aspetto della ricerca e della produzione nella biologia sintetica. Visto il potere e la portata straordinaria delle tecnologie frutto della biologia sintetica, questa discussione deve avvenire globalmente, nazionalmente e localmente · Il auto-controllo scientifico non funziona ed è anti-democratico. Non devono essere i ricercatori ad avere la parola decisive nella ricerca dei loro prodotti.

Lo sviluppo delle tecnologie della biologia sintetica dev’essere valutata per le sue vaste implicazioni socio-economiche; culturali, salutari ed ambientali; non solo per i rischi di un utilizzo improprio da parte dei ‘evildoers.’

Le organizzazioni che hanno firmato questa lettera lavorano in piu di sedici paesi ed includono scienziati, ingegneri, ambientalisti, contadini, militanti per la giustizia sociale, sindacalisti ed esperti nel biowarfare:

Lista delle organizzazioni firmatarie

Acción Ecológica (Ecuador) – www.accionecologica.org

California for GE Free Agriculture – www.calgefree.org

Centro Ecológico (Brazil)

Clean Production Action – www.cleanproduction.org

Corporate Europe Observatory – www.corporateeurope.org

Corporate Watch (UK) – www.corporatewatch.org

Edmonds Institute – www.edmonds-institute.or/

ETC Group – www.etcgroup.org

Farmers Link – www.farmerslink.org.uk

Friends of the Earth International – www.foe.org

Foundation on Future Farming (Germany) – www.zs-l.de

Foundation Science Citoyennes (France) – www.sciencescitoyennes.org

Gaia Foundation – www.gaiafoundation.org

GeneEthics Network (Australia) – www.geneethics.org

Genewatch (UK) –www.genewatch.org

GRAIN – www.grain.org

Greenpeace International – www.greenpeace.org

Henry Doubleday Research Association (UK) – www.gardenorganic.org.uk

Indigenous People’s Biodiversity Network

International Center for Technology Assessment – www.icta.org

International Network of Engineers and Scientists for Global Responsibility – www.inesglobal.com

Institute for Social Ecology – www.social-ecology.org

Institute for Bioethics, Culture and Disability – www.bioethicsanddisability.org

International Union of Food and Agricultural Workers – www.iuf.org

Lok Sanjh Foundation (Pakistan) – www.loksanjh.org

National Farmers Union (Canada) – www.nfu.ca

Oakland Institute – www.oaklandinstitute.org

Polaris Institute – www.polarisinstitute.org

Pakistan Dehqan Assembly

Practical Action – www.practicalaction.org

Quechua Ayamara Association for Sustainable Livelihoods, (Peru) – www.andes.org.pe

Research Foundation for Science, Technology and Ecology (India) – www.navdanya.org/

Soil Association – www.soilassociation.org

Sunshine Project – www.sunshine-project.org

Third World Network – www.twnside.org.sg

[1] Stephen M. Maurer et al., “From Understanding to Action: Community-Based Options for Improving Safety and Security in Synthetic Biology,” Goldman School of Public Policy, University of California at Berkeley, available on the Internet:  http://syntheticbiology.org/Documents.html

Traduzione

Fonte http://switzerland.indymedia.org/it/2006/05/41224.shtml

DOCUMENTO ETCGROUP

Synthetic Biology – Global Societal Review Urgent!

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Vedi anche:

ETC Group calls for Global Moratorium on Synthetic Biology

 

 

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