Da un lato, il coinvolgimento di un ex ingegnere della NASA, Charles Buhler, un veterano della NASA con esperienza nei programmi Space Shuttle, Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e telescopio Hubble, dà un certo peso alla storia. Buhler sostiene che il loro dispositivo elettrostatico generi una spinta sufficiente a opporsi alla gravità, basandosi su quello che chiama “Exodus Effect”. Buhler ha dichiarato che il suo team ha scoperto una “nuova forza” capace di generare spinta senza espellere massa. Questa scoperta sfida le leggi della fisica come le conosciamo e potrebbe rivoluzionare i viaggi spaziali, eliminando la necessità di carburante convenzionale e permettendo ai veicoli spaziali di muoversi utilizzando solo campi elettrici!
Se fosse vero, sarebbe una svolta epocale, non solo per i viaggi spaziali, ma per la nostra comprensione stessa della fisica.
L’articolo orginale è’ uscito sul POPULAR MECHANICS https://www.popularmechanics.com/space/rockets/a64323665/overcoming-earths-gravity/
Un ingegnere afferma di aver trovato un modo per superare la gravità terrestre
Questo nuovo sistema di propulsione potrebbe riscrivere le regole del volo spaziale, per non parlare del fatto che sfida completamente la fisica convenzionale.
Di Darren Orf Pubblicato: 29 marzo 2025, 8:40 AM EDT
Particelle ad alta energia fluiscono attraverso un tokamak o un dispositivo a forma di ciambella: antigravità, campo magnetico, fusione nucleare, onde gravitazionali e concetto di spaziotempo.
Scoprire una macchina che potrebbe in qualche modo produrre spinta senza rilasciare propellente sarebbe un cambiamento radicale per i viaggi spaziali umani. C’è solo un problema: un tale dispositivo sfiderebbe le leggi della fisica.
Questa limitazione non ha fermato le persone dall’indagare la possibilità, e l’ultima aggiunta al club dei dispositivi senza propellente è un design elettrostatico sviluppato da un ex ingegnere della NASA.
Mentre la compagnia dietro il motore, Exodus Propulsion Technologies, afferma che il motore può raggiungere una spinta per contrastare la gravità terrestre, tale affermazione necessita ancora di una verifica indipendente e di una buona dose di scetticismo.
Nel 2001, l’ingegnere elettrico britannico Roger Shawyer ha introdotto per la prima volta il “motore impossibile”, noto come EmDrive. È stato chiamato “impossibile” perché il suo creatore sosteneva che il motore fosse senza reazione, il che significa che non richiedeva propellente; in altre parole, sfidava le leggi conosciute della fisica (specificamente, la conservazione della quantità di moto).
Come per qualsiasi cosa che sembra sfidare Newton ed Einstein, gli scienziati hanno sollevato più di un sopracciglio, e due decenni di test si sono infine conclusi in un’inevitabile (e in qualche modo prevedibile) conclusione nel 2021: l’EmDrive era una bufala. Ma questa è la natura del metodo scientifico: prendere un’idea apparentemente impossibile, sottoporla a test rigorosi e, si spera, arrivare a una conclusione inconfutabile (o a nuove scoperte che portano in altre direzioni).
Il sogno di una macchina senza propellente, tuttavia, non è morto con l’EmDrive. Invece, un nuovo sfidante si avvicina, e questo ha un ex scienziato della NASA a sostenerlo.
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