Il vulcanologo, professor Flavio Dobran, docente della New York University, prevede che l’Etna e il Vesuvio saranno protagonisti di eruzioni catastrofiche. http://www.articolotre.com/2013/06/il-vulcanologo-americano-flavio-dobran-prevede-uneruzione-catastrofica-di-vesuvio-ed-etna/182622
Qui torniamo ad un’emergenza globale del passato, meno catastrofica, ma memorabile lo stesso. Chi non ricorda l’emergenza del vulcano islandese del 2010? Le conseguenze dell’eruzione del vulcano situato sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokul in Islanda sono state gravissime, lo spazio aereo era diventato off limits per i rischi legati alla cenere. Aeroporti chiusi, voli cancellati e pesanti disagi per chi si stava spostando in aereo.
Milioni di passeggeri in odissea. Regnanti e sudditi uniti nei disagi sotto cieli puliti. Angela Merkel di ritorno dagli USA e sbarcata forzatamente a Lisbona, fece un viaggio di oltre 60 ore prima di arrivare con il pullman a Berlino. «Non ho mai vissuto una cosa del genere» commentò la Merkel.
80 delegazioni straniere erano attese per i funerali del presidente polacco Lech Kaczynski, morto nella tragedia aerea di Smolensk (insieme ai principali esponenti del suo governo). Le nubi vulcaniche impedivano ai leader stranieri di raggiungere i funerali di Stato. Qualcuno arrivò con il treno.
Crolli in borsa accompagnarono gli eventi. Quasi tutti i titoli delle principali compagnie aeree cedevano terreno a causa dello stop dei voli.
Qualcuno osò fare domande. Il fisico dell’atmosfera Massimo Del Guasta del CNR di Firenze si chiese : «Mi sfuggono i criteri con cui…fu bloccato il traffico ..» Franco Foresta Martin pubblicò le perplessità dello scienziato (che erano forse anche sue) nella sua rubrica sul Corriere della Sera
Scrissero su Geologi.info:
Dell’eruzione del vulcano islandese sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull non si parla più. Ma l’eruzione non è finita, anzi. Con il risultato che, negli ultimi giorni, a causa del riacutizzarsi del fenomeno e delle correnti in quota che spirano verso sud, la nube di cenere ha ricoperto per intero la nostra penisola.
“Ora sì che si può parlare di una consistente nube vulcanica sui cieli d’Italia. Eppure, stavolta, gli aerei continuano a volare”, commenta il fisico Massimo Del Guasta, da anni impegnato nelle ricerche e nel monitoraggio delle particelle sospese in alta atmosfera, tramite la stazione Lidar del CNR a Sesto Fiorentino.
“Un mese fa, quando la nube risultava molto diradata, ai limiti della percezione strumentale, ci fu il lungo e, a nostro parere ingiustificato, blocco del traffico aereo anche in Italia. Ora che è diventata molto più densa, nessuno se ne preoccupa. Noi stessi, con il nostro Lidar, abbiamo registrato l’inconfondibile impronta delle particelle di polveri e ghiaccio che compongono la nube fra i 1.000 e i 5.000 metri di quota. Inoltre, grazie alle misurazioni effettuate presso la stazione dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR di Monte Cimone, si è potuto stabilire che la concentrazione del particolato raggiunge i 50 microgrammi per metro cubo, come dire dieci volte maggiore rispetto a quella di un mese fa, quando fu deciso il blocco aereo”.
Ma non solo, il fenomeno è talmente macroscopico che per accorgersene non sarebbero necessarie neppure sofisticate strumentazioni: basta osservare l’alone che si forma, al tramonto, attorno al Sole che in queste ultime sere è molto più rosso del solito, a causa degli effetti ottici provocati dal particolato.
“La mia interpretazione di questa evidente contraddizione – continua il dottor Del Guasta – è che in realtà i dati sulla nube, da noi diligentemente forniti alla Protezione civile e all’ENAV tramite il CNR e altri organismi, sono trattati come carta straccia”.
FORSE UN MOTIVO PER CREARE UN SCENARIO DA FANTASCIENZA C’ERA:
LA NATO SI ESERCITAVA IN EMERGENZE SPECIALI! UN CASO?
Emergono coincidenze interessanti:
Il clamoroso arresto dei voli nei cieli europei, fortemente criticato in alcuni paesi del nord ma giustificato con l’eruzione vulcanica in Islanda, ha fatto conoscere un ente fino a quel momento praticamente sconosciuto, l’Eurocontrol. Casualmente l’improvviso ed ampio arresto dei voli aveva “regalato” uno scenario reale di caos alla grande in dono all’ esercitazione militare Brilliant Ardent in corso in quel preciso momento, uno scenario previsto nei programmi, ma solo in forma virtuale. La cosa curiosa è che, mentre gli aerei civili venivano tenuti a terra, quelli militari impegnati in tale esercitazione volavano regolarmente.
Ulteriore coincidenza di questo fermo straordinario dei voli, il fatto che un altro programma in corso ricevette uno stimolo importante per la sua implementazione, venendo in questo modo presentato all’opinione pubblica come un’innovazione necessaria in seguito a quell’evento. La nube nei cieli europei si è presentata nella FASE 2 del “Periodo di Sviluppo” di un progetto europeo definito nel 2001, che prevede un cielo Unico o single sky. L’informazione ufficiale spingeva immediatamente, dopo aver annunciato il blocco del traffico aereo, verso un’interpretazione di inevitabile e necessaria centralizzazione del controllo come soluzione per la gestione di simili “emergenze”. In un articolo pubblicato il 5.5.2010 sul Corriere della Sera dal titolo Volare ai tempi della nube si leggeva quanto segue: «Volo cancellato per ceneri vulcaniche». A questo avviso dovremo presto abituarci andando in aeroporto, oltre agli annunci di cambio d’orario per «ritardato arrivo dell’aeromobile» o di cancellazione del volo per nebbia, ascolteremo anche la causa «nube eruttiva». Non era una bella prospettiva, ma secondo alcuni vulcanologi il rischio sembrava diventare reale per l’intera Europa nei prossimi mesi e forse anni. I responsabili sarebbero sempre i vulcani islandesi. Così rimase indispensabile la realizzazione di una rete europea di radar ottici in grado di valutare presenza e concentrazione delle polveri. Con tali valutazioni le autorità aeronautiche potevano consentire o vietare i voli in base alle soglie di sicurezza stabilite. Ma il vulcano islandese in eruzione aveva spinto la commissione europea per i trasporti ad accelerare anche la realizzazione del piano Single European Sky 2, il cielo unico europeo che apre nuove rotte e supera le divisioni nazionali.
A settembre dello stesso anno Bruxelles doveva presentare all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile un proprio disegno per la riorganizzazione dei movimenti aerei in presenza di ceneri vulcaniche. Questa includerebbe soprattutto una gestione unica affidata ad Eurocontrol, la quale avrebbe la responsabilità di decidere le rotte degli aerei stabilendo percorsi e quote in base alla situazione usufruendo delle nuove autostrade celesti che nel frattempo dovrebbero essere rese percorribili.
Un programma europeo aveva stabilito nel 2001 un percorso indirizzato verso la realizzazione di questo “cielo unico” e aveva disegnato un piano in tre tappe, da rendere pienamente operativo entro il 2020.
Immediatamente dopo l’eruzione del vulcano una riunione strategica della Commissione Europea si è occupata del tema: “Controllo e Gestione della sicurezza aerea fino al 2020”. I giorni della nube erano caratterizzati da voci contrastanti e decisioni non chiare, regnava confusione sia negli aeroporti che in enti e istituzioni. Chi ha avuto il potere decisionale e potuto dichiarare l’emergenza e decidere le misure da prendere?
Una serie di tre articoli tedeschi analizzava, da un punto di vista del tutto assente nelle informazioni ufficiali, decisioni NON prese ed altre invece tempestivamente adottate. Correlava l’apparizione di una nube nei cieli europei e l’immediata realizzazione di un cielo unificato o meglio centralizzato.
Il programma “Cielo Unico Europeo”
Appena un mese dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, un gruppo di alto livello (“High Level Group”) della Commissione Europea, costituito da rappresentanti di alto rango dei centri di controllo del traffico aereo militare e civile e imprenditori, si riuniva per stipulare un accordo che ponesse fine alla “frammentazione del cielo” sull’Europa.
Il programma “Single Sky” pianificava tre fasi successive per raggiungere una uniformazione totale del traffico aereo militare e civile in tutti gli stati europei, una visione che nel 2001 era ancora in totale contraddizione con l’esistente sovranità dei singoli stati membri:
– la fase di definizione prevista per gli anni 2005-2008,
– la fase di sviluppo prevista per gli anni 2008-2013
– la fase di attuazione prevista per gli anni 2014-2020.
Il cuore del “Cielo unico europeo” è il regolamento comunitario (CE) n.551 del 10 marzo 2004, il cosiddetto “regolamento sullo spazio aereo”. Vi è inclusa una completa riorganizzazione della struttura dello spazio aereo in Europa, coordinamento dei velivoli militari e civili e una “armonizzazione” del trasporto aereo attraverso una marea di norme e regolamenti per la gestione centralizzata del flusso del traffico aereo. Tra l’altro è stato definito uno spazio aereo a quota superiore agli 8.700 metri, denominato EUIR (Europe Upper Flight Information Region). Parte integrante del progetto è la commercializzazione completa di settori e servizi statali. I servizi di controllo, responsabili della sicurezza di milioni di passeggeri, devono essere trasformati favorendo una logica commerciale e di competizione tra di loro. Il primo articolo della serie focalizza l’attuazione di una svendita sistematica della sovranità dello spazio aereo tedesco (ma non solo della RFT) da parte di partiti politici e autorità amministrative del controllo di sicurezza (1). Attraverso un emendamento costituzionale nel maggio del 2009, la Repubblica Tedesca ha perso una parte importante della sua sovranità statale, senza che la popolazione sia al corrente di queste modifiche. Il nuovo organo esecutivo di controllo e direzione, già istituito nel 1960 , è una organizzazione sovranazionale con sede a Bruxelles: l’organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea, in sigla EUROCONTROL. L’ Eurocontrol non è un organo ufficiale dell’UE, ma opera in pratica come se lo fosse. Dirige il controllo di sicurezza dello spazio aereo e prende le decisioni. Un ulteriore elemento costitutivo dell’agenda “Cielo unico europeo” è stato adottato il 15 luglio 2002 con un regolamento del governo dell’Unione europea (CE) n.1592 (4), che ha creato l”European Aviation Safety Agency (EASA ). Questo ente sovranazionale dell’Eurocontrol, formalmente indipendente dall’Unione Europea, coopera strettamente con l’Agenzia Europea EASA in funzione dell’attuazione del programma “Cielo unico europeo”; tale cooperazione ha anche caratterizzato un “Convegno di studio sulla Sicurezza” del 16 Ottobre 2008 a Colonia, sede dell’ EASA. I partecipanti al suddetto convegno erano:150 rappresentanti di alto livello di “organismi internazionali”, enti statali, autorità di regolamentazione aeronautica, industria aeronautica, compagnie aeree, compagnie aeree di controllo del traffico e l’agenzia spaziale europea ESA, improvvisamente incorporata dalla Comunità Europea nell’estate del 2008, a causa di manovre commerciali-militari ed annessioni strategiche con gli USA (2).
IL RETROSCENA DEL DIVIETO DI VOLO
Proprio nel settembre 2009 la ICAO (International Civil Aviation Organization) aveva presentato un nuovo piano di contingenza (contingency plan) vincolante per quasi tutto il trasporto aereo globale. in questo progetto sono contenute le misure da adottare in caso di eruzione vulcanica e della conseguente nube di cenere nella regione dell’Atlantico settentrionale. In questo piano, l’agenzia speciale dell’ONU, l’ICAO, descrive in dettaglio come dovrebbero comportarsi le compagnie di controllo di sicurezza internazionale e le restanti autorità e a quale istituzioni rivolgersi per informazioni e dati. Il piano alternativo diventa realtà. Con il verificarsi dell’eruzione è previsto un unico punto di riferimento decisionale. La chiusura dello spazio aereo è stato fatto unicamente sulla base dei dati forniti da una simulazione al computer del Vulcanic Ash Advisory Center di Londra. In Germania (ma forse nemmeno altrove) non è salito nemmeno un pallone meteorologico per misurare se e quanta cenere vulcanica si trovava in aria. Nessuna autorità di governo, né l’Agenzia spaziale europea ESA, né il Centro tedesco Aerospaziale (DLR), né il Servizio meteorologico tedesco, né scienziati o docenti universitari, nessuna delle tante istituzioni cospicuamente finanziate e neanche qualche parlamentare muoveva un dito al riguardo in quei giorni. Nessuno!
Le linee guida del piano di emergenza (redatto qualche mese prima, nel 2009) per la gestione del traffico in caso di una nube di cenere vulcanica sono molto dettagliate, ma non fanno assolutamente nessuna differenza tra eruzioni di grandi o relativamente modeste dimensioni.
Non considerano la rarefazione della nube una volta allontanata dal vulcano, riferendosi genericamente a nubi di polvere, senza alcun tentativo di valutazione del rischio (3). L’effetto nube ha provocato una accelerazione dei tempi della fase 2 del progetto “cielo unico” scavalcando discussioni e ingombranti resistenze regionali. Scriveva Rainews24 il 5.5.2010: “Nella serata di ieri i ministri dei Trasporti dell’Ue hanno deciso di accelerare sul ‘cielo unico europeo’, ovvero sull’accorpamento dello spazio aereo comunitario in 9 aree sovranazionali invece delle attuali ventisette, tanti quanti gli stati dell’Unione”. Secondo il ministro tedesco Peter Ramsauer il “Masterplan” è un progetto iniziato dall’industria e sarà finanziato dall’industria a partire della terza fase (2014-2020) che sarebbe la “fase di attuazione”. Con l’ultima tappa si completerà il passaggio in mano di privati il controllo e la gestione dei cieli europei, sia del traffico militare che di quello civile.
ULTIMA CURIOSITA’: l’incredibile eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull. Secondo una fotografia scattata da un esperto americano infatti, il fenomeno dell’aurora boreale ha accompagnato un momento dell’apice dell’eruzione, colorando di verde l’atmosfera resa ‘pesante’ dalla forte attività del vulcano. Un connubio a dir poco storico: aurora boreale e cenere vulcanica insieme. Due fenomeni tanto diversi per la matrice (uno proviene dalla terra, l’altro invece dal cielo) quanto spettacolare messi insieme.
L’aurora boreale con l’eruzione del Eyjafjallajökull
FONTI:
(1) die eu agenda single european sky
(2)die eu agenda single european sky i
(3)die eu agenda single european sky iii www.rainews24.rai.it
Ulteriori fonti di informazioni: La nube vulcanica e le priorita da AIS la nube vulcanica e le priorita da attuare wikipedia.org/wiki/Single_European_Sky
Commissione Cielo unico europeo II – European ec.europa.eu/transport/air/single_european_sky http://www.enac-italia.it/La_Regolazione_per_la_Sicurezza/Spazio_Aereo/Cielo_Unico_Europeo
http://www.milavia.net/specials/brilliant-ardent-2010-wittmund/
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