Sono stati circa 2 044 i test condotti fino all’aprile 1996, 711 dei quali nell’atmosfera o in aree marine, per una potenza complessiva di 438 megatoni, ossia l’equivalente di circa 35 000 bombe di Hiroshima. VEDI QUI

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Nel 1966 la RAND Corporation ha pubblicato il seguente documento

Uno studio sui possibili effetti dell’energia, dei detriti e della radioattività delle detonazioni nucleari sul tempo e sul clima. Le grandi quantità di detriti iniettati nella troposfera e nella stratosfera sembrano rappresentare l’agente di modificazione più probabile. Questi detriti potrebbero agire in diversi modi. Potrebbero fornire una fonte aggiuntiva di nuclei di condensazione non solubili e di nuclei di ghiaccio. Come nuclei di ghiaccio, potrebbero aumentare le sottili nubi di cirri, influenzando così il bilancio della radiazione, oppure potrebbero aumentare l’efficienza del meccanismo dei cristalli di ghiaccio nella formazione di precipitazioni nelle nubi superraffreddate. Le particelle di polvere finissima lasciate nell’atmosfera, se abbondanti, possono interferire con la radiazione in entrata e in uscita dall’atmosfera. Oltre agli effetti dei detriti, gli incendi estesi innescati dalle detonazioni nucleari possono modificare le caratteristiche superficiali dell’area e modificare i modelli meteorologici locali. Nonostante la possibilità di tali cambiamenti, tuttavia, è necessaria una conoscenza più approfondita dell’atmosfera per determinarne l’esatta natura, l’estensione e l’entità.  https://www.rand.org/pubs/research_memoranda/RM4989.html

VEDI PDF https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/research_memoranda/2008/RM4989.pdf

VEDI ANCHE The climate blind spot in nuclear weapons policy

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I TEST NUCLEARI DEGLI ANNI ’60 POTREBBERO AVER CONTRIBUITO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

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