Scritto da Jean-Marc Royer – Tradotto e diffuso in italiano da RNA

14 Marzo 2012

Dal 1945 ci sono state più di 2.400 esplosioni, di un impatto, in alcuni casi 1, diverse migliaia di volte superiore a quello della bomba di Hiroshima: questo va ad aggiungersi ai numerosi “fallimenti” e alle decine di incidenti catastrofici, a partire, per quel che ne sappiamo, dall’autunno del 1957 a Windscale (Gran Bretagna) e a Mayak (ex Unione Sovietica), classificati rispettivamente ai livelli 5 e 6 della scala INES.

Ma chi può dire con precisione quale sarà l’impatto di tutti questi incidenti? Poiché nessuna indagine epidemiologica degna di questo nome è stata mai avviata a livello internazionale per analizzare questo problema, i membri del partito dei Verdi al Parlamento Europeo hanno richiesto all’European Committee on the Risks of Irradiation (CERI)2 di effettuare degli studi su questo impatto, ed i risultati hanno confermato le gravi conseguenze che l’attività atomica ha avuto nel corso degli ultimi 65 anni sulla popolazione in tutto il mondo, risultati che non sono una sorpresa poiché sappiamo che le tracce di queste attività sono state individuate anche nei ghiacciai del Polo Sud 3La posta in gioco è talmente grande, che gli effetti patologici delle contaminazioni da basse dosi di radiazioni, nel corso del tempo, sono stati aspramente negati congiuntamente da tutti i paesi e da tutte le organizzazioni internazionali. Chernobyl: irradiazione e contaminazione multipla con “rimbalzi”

 

Il 26 aprile 1986 è una data storica per tutta l’umanità, proprio come il 6 agosto 1945 4.

Fin dall’inizio di questo disastro, a seconda della distanza dell’incidente, le emissioni di radiazioni sono state violente, molteplici, complesse e con effetti di lunga durata: questa è una delle peculiarità di Chernobyl. Quando è esploso, il reattore N° 4 della centrale Lenin di Cernobyl non ha rigettato solo gas e vari vapori prodotti dalla disintegrazione del combustibile nucleare, in un modo simile ad una bomba, ma ha rilasciato anche “solide particelle calde” 5 di combustibile: queste sono frammenti di tutte le dimensioni che, combinati con altri radionuclidi, sono ricaduti sul suolo nelle vicinanze dell’impianto. Successivamente, con le piogge, si sono formate nel suolo anche delle particelle liquide calde. Quando queste particelle entrano nel corpo attraverso acqua e cibo ingerito o aria inalata, producono, anche molto tempo dopo la loro emissione, alte dosi di irradiazione interna localizzata. Questa osservazione è importante per capire gli effetti postumi e le conseguenze dell’incidente.

Dal giorno del disastro, l’irradiazione ha ceduto il passo progressivamente a vari tipi di contaminazione a lungo termine e la situazione radiologica si sta sviluppando in un modo che nessuno avrebbe potuto prevedere.

Due esempi:
– Dopo il processo di decadimento del plutonio 241, la formazione naturale di americio 241, un potente veicolo di trasmissione di raggi gamma, diventa un aspetto importante della contaminazione di molti luoghi. A causa di questa graduale disintegrazione, le aree che avevano ridotto il loro livello di radiazioni gamma diventano di nuovo pericolose.
– In aggiunta vi è stata una vasta redistribuzione di radionuclidi all’interno degli ecosistemi a causa della loro concentrazione di organismi viventi (bio-accumulazione) e la loro migrazione, dopo alcuni anni, in alcune parti del suolo dove penetrano le radici: questi radionuclidi in seguito divennero sempre più accessibili alle piante, attirandoli per una seconda volta sulla superficie del suolo.

Questa è una delle cause dell’espansione e dell’aggravarsi della morbilità [la frequenza con cui una data malattia si manifesta nella popolazione. N.d.T.] e della mortalità nelle aree contaminate.

 

Alcune malattie causate da Chernobyl (oltre al cancro ed alla leucemia)

– La contaminazione radioattiva di Chernobyl ha colpito il funzionamento di ogni organo del sistema endocrino. La regressione della funzione ormonale del timo svolge un ruolo importante nello sviluppo della patologia del sistema immunitario.

– Le malattie degli organi dell’apparato circolatorio sono una delle principali cause di invalidità e di morte tra i “liquidatori”

– L’invecchiamento precoce causato dalla catastrofe di Chernobyl ha colpito centinaia di migliaia di persone e si ripercuoterà in futuro su milioni di persone.

– L’avvelenamento da piombo è diventato una delle patologie più significative legate a Chernobyl. Ciò è dovuto al fatto che, durante le operazioni di estinzione, sono state scaricate sul sito da 2.400 a 6.720 tonnellate di piombo. Una parte considerevole di questo piombo è stato rilasciato nell’atmosfera dopo la fusione, l’ebollizione e la trasformazione in gas del fuoco nel reattore.

Inoltre, i danni genetici causati dalla catastrofe di Chernobyl coinvolgeranno centinaia di milioni di persone per secoli. Tra le future vittime:

– Coloro che hanno sperimentato il primo shock radiologico (la potente e brutale irradiazione esterna), poiché la quantità di radionuclidi rilasciati nell’ecosfera è stata enorme;

– Coloro che attualmente vivono e coloro che nei successivi 300 anni vivranno nelle aree contaminate da stronzio 90 e cesio 137, o coloro che vivono e vivranno nelle aree contaminate da plutonio e americio per le prossime migliaia di anni;

– Per molte generazioni, i bambini nati da genitori che hanno subito l’irradiazione, ovunque essi vivano in futuro.

 

La segretezza, la falsificazione dei dati ufficiali e le pratiche scorrette

Non esistono dati organizzati e disponibili al pubblico sull’entità della contaminazione di tutti i paesi europei dell’intera varietà di radionuclidi di Chernobyl, ed è ormai chiaro che non ci saranno mai. Usando questa assenza di dati come giustificazione, nel “Chernobyl Forum” del 2005, l’AIEA e il WHO hanno ristretto il campo delle ricerche per includere solo i dati relativi ai territori di Bielorussia, Ucraina e Russia Europea, ignorando la contaminazione di altri paesi europei.

 
Tuttavia, anche se in una data zona la densità normale della contaminazione non è elevata, la grande contaminazione durante le prime settimane successive alla catastrofe è un dato di fatto: sappiamo, ricostruendo la catena degli eventi, che in alcune aree, l’attività degli elementi radioattivi del fallout ha superato di 10.000 volte i livelli naturali dell’ambiente; questo, combinato con la contaminazione di basso livello ma di lunga durata (alcuni decenni), è destinato ad avere un impatto significativo sulla salute dei residenti e sull’ambiente.


D’altra parte la rimozione delle istituzioni incaricate del monitoraggio sulle conseguenze patologiche di Chernobyl, la deviazione dei gruppi di ricerca dallo studio dei problemi causati dal disastro, la repressione e l’arresto di alcuni medici specializzati, sono alcuni dei molteplici tentativi della condivisa e persistente soppressione della verità 6.

Di conseguenza il requisito proposto dagli esperti della IAEA e del WHO, che dimostrerebbe chiaramente che un particolare problema di salute è legato alle radiazioni di Chernobyl, secondo il quale dovrebbe essere stabilita una “correlazione definitiva” tra la somma dell’intera esposizione radioattiva di una determinata persona (mai ricostituita con precisione e per buone motivazioni) ed i danni alla salute di questa persona, è una tra le frodi intellettuali particolarmente disoneste.


In aggiunta a queste pratiche scorrette, nell’ex Unione Sovietica, in Ucraina, in Bielorussia, e nelle principali organizzazioni internazionali (IAEA, WHO …) vi sono numerose prove di una politica di minimizzazione delle conseguenze del disastro di Chernobyl.

Ecco alcuni esempi:
– In nessuno dei libretti sanitari delle decine di migliaia dei membri dei servizi che hanno partecipato ai lavori di «liquidazione» è stato mai registrato alcun accenno al superamento del limite di 25 Roentgen [unità di misura. N.d.T.] in vigore all’epoca.

Ma l’esame clinico di 1.100 militari liquidatori ha rilevato nel 37% dei casi i sintomi ematologici di malattie da radiazione, una chiara indicazione che queste persone hanno ricevuto più di 25 Roentgen.– La scienza medica ufficiale ha da poco iniziato a riconoscere la frequenza della cataratta di Chernobyl, 8 o 9 anni dopo la sua scoperta.
– La stessa situazione per quanto riguarda il cancro alla tiroide, la leucemia e le malattie del sistema nervoso centrale.

Le conseguenze di Chernobyl sulla salute pubblica

Riassumendo brevemente i dati pubblicati nel rapporto CERR, la contaminazione radioattiva di Chernobyl ha colpito quasi 400 milioni di persone (205 milioni in Europa e circa 200 milioni al di fuori dell’Europa).

L’analisi della curva di morbilità generale tra i bambini che vivono nelle zone contaminate dell’ex Unione Sovietica è particolarmente dolorosa: solo il 20% di loro sono sani.

In alcune zone della Polesia non ci sono più bambini sani. In Germania, i denti dei bambini nati dopo la catastrofe contenevano una quantità di stronzio 90 di 10 volte superiore alla norma (analogamente al plutonio presente nei denti da latte dei bambini inglesi che vivono vicino Windscale – da allora ribattezzata Sellafield – 53 anni dopo un altra catastrofe nucleare).

Il numero delle vittime di Chernobyl continuerà a crescere per diverse generazioni.

Durante i primi 15 anni successivi al disastro, può essere stimato come segue:

Bielorussia, Ucraina, Russia Europea             237.000
Resto d’Europa                                                  425.000
Asia, Africa, Nord America                               323.000
Mondo                                                                  985.000 
7 

 

Chernobyl: un disastro nucleare nell’epoca Antropocene 8

Caratteristica delle catastrofi nucleari è che da sempre definiscono una frattura multidimensionale nella storia della vita:

– Perdita irrimediabile dell’intero ecosistema su ampi territori, primavere senza il cinguettio degli uccelli, e alberi inceneriti da un enorme e silenzioso incendio.

– Morti violente talmente numerose ed in condizioni così disumane, che rendono impossibile la comprensione del dolore, soprattutto “nel momento della morte” 9.

– Un evento inatteso e inconcepibile, che si trova oltre le nostre facoltà di immaginazione e le cui conseguenze future sono a loro volta imprevedibili.

– Vittime Irradiate / contaminate affette de sofferenze psichiche e fisiche, in quanto alcuni effetti saranno estesi a diverse generazioni, e daranno vita ad una serie di esseri deformi.In altre parole, “un prima e dopo” senza ritorno possibile.

Un buco nella memoria simbolica degli esseri umani, nel loro inconscio, che prepara “un ritorno del rimosso” in linea con le dimensioni dell’evento.

Ma in aggiunta a questo, vi è il “doppio effetto paradossale” delle catastrofi nucleari, queste non hanno una fine, nessun termine prevedibile: è un mostro che cresce e divora l’umanità dal di dentro, con una morbilità persistente che è difficile da evitare. La catastrofe nucleare “colonizza il futuro e non offre alcuna possibilità di sfuggire al destino: nessuna cultura è pronta a prendere questa scommessa” 10.

Il negazionismo e le sue conseguenze nell’epoca Antropocene

Gli stati membri delle Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali, tra cui l’UNSCEAR, hanno deliberatamente minimizzato le conseguenze di Chernobyl sulla salute: questa distorsione delle valutazioni vale anche per il WHO 11 con la sua tesi infame secondo la quale ci sono stati solo una trentina di decessi fino al 2005.

Ma c’è di molto peggio in relazione alle conseguenze del 6 agosto 1945. Testimoni della vergognosa sconfitta del Giappone, gli “Hibakusha”, sono stati trattati come se fossero veicoli di peste per la paura immaginaria del contagio, sono stati costretti al disonore pubblico, in modo da scoraggiare la maggior parte dei sopravvissuti a contribuire con le proprie testimonianze a qualsiasi “lavoro di memoria”: una forma di retaggio che si è rivelata di importanza cruciale nella vita intellettuale dell’Europa del dopoguerra, come si è visto con Primo Levi, Robert Antelme, David Rousset, Charlotte Delbo, Elie Wiesel, Jorge Semprun, Jean Améry ed altri sopravvissuti.

Le imprese edili giapponesi hanno proceduto ad una rapida “ricostruzione” della città, con lo scopo di eliminare con cura tutte le tracce della loro sconfitta e … di questo orrendo crimine 12.

Contrariamente a quanto accaduto nel caso della Shoah perpetrata dalla Germania nazista, vincitori e vinti si sono uniti per accecare l’umanità, al fine di coprire, finora con successo, la natura dei crimini commessi ad Hiroshima e Nagasaki.

Ad esempio: con l’aiuto delle autorità giapponesi, i servizi militari statunitensi hanno condotto sul posto delle ricerche sulle conseguenze dei bombardamenti, ricerche conservate negli archivi segreti di Washington, rimaste inaccessibili per molto tempo.

Oltre al fatto che questo fu sdegnoso nei confronti delle vittime che soffrivano, è proprio a questi stessi archivi a cui ora gli stati e le organizzazioni internazionali fanno affidamento per negare gli effetti delle basse dosi a lungo termine! Cancellare tutte le tracce, tale è il credo comune a tutti i criminali ed ai negazionisti dell’Olocausto (si veda in tal proposito cosa dice Günter Anders su questo tema).

La stessa politica è stata seguita su Chernobyl e lo stesso ora ci si può attendere su Fukushima.

Il “lavoro di memoria” è quindi precluso allo stesso modo in cui si pretende di rinchiudere i rifiuti radioattivi, sapendo benissimo che si sta trasferendo il pericolo alle generazioni future.Un altro aspetto della politica di negazione di fronte a tutti questi pericoli consiste nella logica che tende a trasformare i pericoli in semplici rischi statistici.

Ciò che questa manipolazione intellettuale dei rischi ha lo scopo di nascondere, consiste nel fatto che, in caso di un disastro (definito “rischio residuo”), sono sempre gli stati ad essere chiamati in soccorso, perché i fondi privati sono ovviamente insufficienti per far fronte alla situazione.

Ma dopo Chernobyl e Fukushima, i residenti di tutti i paesi del mondo devono sapere che non possono più contare sul fatto che i loro governi li proteggano in maniera efficace, né prima né tantomeno dopo un disastro nucleare.

Per questo motivo possiamo dire che la popolazione del mondo intero, dopo essere stata esclusa dalla scelta politica – nessuna società civile è stata mai consultata sulla questione nucleare – corre il rischio di essere esclusa dalla propria terra, “espulsa dalla propria vita”.
 

La catastrofe di Chernobyl avrebbe potuto essere ancora più grave


La catastrofe ha avuto origine dal progetto oltraggioso finalizzato alla sperimentazione su “scala reale”: l’idea era, in caso di arresto di emergenza, di utilizzare l’energia cinetica residua del generatore per la produzione di ulteriore energia elettrica! In altre parole, il mondo vivente è (da molto tempo) diventato un laboratorio su larga scala per la tecno-scienza.

Ma il materiale radioattivo diffuso dal singolo reattore N° 4 ha causato una contaminazione dieci volte più estesa di quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki, e la “nuvola di Chernobyl” ha fatto il giro della Terra per almeno due volte, rendendo Chernobyl il più grande disastro tecnologico accaduto fino ad oggi nell’epoca Antropocene. Ma ci sono fatti ancor più gravi. Il professore Vassili Nesterenko, fisico nucleare che ha supervisionato le operazioni per fronteggiare le conseguenze del disastro, spiega 13 che se 1.400 kg 14 della miscela di uranio-grafite fossero venuti in contatto con l’acqua, si sarebbe verificata una massa critica che poteva causare un’esplosione atomica della potenza da 3 a 5 megatoni, ovvero circa 200 volte la potenza dell’esplosione di Hiroshima; questo si sarebbe verificato se il corium, che aveva già trafitto il contenitore del reattore, avesse perforato la soletta di cemento che la separava dall’acqua, contenuta nel seminterrato del reattore.

Un’esplosione di tale potenza può causare enormi lesioni da radiazioni per la popolazione nel raggio di 300-320 km (compresa la città di Minsk) e tutta l‘Europa avrebbe potuto esser vittima di una grave contaminazione radioattiva che avrebbe reso impossibile una vita normale. […] Secondo la mia opinione, a Chernobyl abbiamo sfiorato un’esplosione nucleare. Se fosse accaduto, l’Europa sarebbe diventata inabitabile.” 15

Fukushima, una replica di Chernobyl

In Giappone, vista la loro condizione, è evidente che i sistemi di raffreddamento non saranno più in grado di tornare a funzionare. Mentre viene introdotta dell’acqua borata, così come l’azoto, per rendere inerte l’atmosfera negli edifici, una grande quantità di acqua viene versata ogni giorno per raffreddare in modo da impedire al corion la perforazione del contenimento esterno, raggiungendo così queste stesse acque, il che potrebbe essere catastrofico. E non si tratta soltanto di uno, sono quattro i reattori colpiti, compreso il N° 3 che operava con il MOX 16 fornito dalla Francia.

Senza contare le conseguenze delle scosse sismiche, la cui possibilità purtroppo non può essere esclusa, data l’ubicazione dell’impianto. In queste condizioni, chi è in grado di prevedere i possibili effetti cumulativi di questo tipo di situazione, sia in Giappone che altrove?

In realtà le misure che sono state applicate con successo a Chernobyl per scongiurare una catastrofe su scala planetaria è improbabile che siano sempre realizzabili in qualsiasi altro luogo ancora, tranne forse, ancora per qualche tempo, in Cina.

Nell’ex Unione Sovietica, è stato possibile reclutare 800.000 “liquidatori” nonché i servizi di emergenza di un intero e vasto paese, centinaia di vigili del fuoco, decine di migliaia di minatori, un esercito ancora potente con decine di migliaia di riservisti, tutto questo semplicemente per ordine del Segretario del Politburo.

Il dispiegamento di mezzi così giganteschi non sarà più possibile in altri casi simili, ed è dubbio basterebbe fare appello ad altri paesi: in una democrazia liberale ci saranno pochi volontari a sacrificare la loro vita e sperimentare un certo grado di dolore, noto per essere orrendo.

 

La prospettiva di dover sopravvivere nelle zone contaminate non può essere esclusa

Nei territori contaminati dal fallout di Chernobyl, è pericolosa la pratica agricola, pericoloso a vagare nei boschi, pericoloso andare a pesca e a caccia, pericoloso mangiare alimenti prodotti localmente senza controllare il loro livello di radioattività, pericoloso bere latte e persino acqua.

Tutte le cose che per molti millenni sono state le fonti più sicure e maggiormente accurate della vita – aria, acque naturali, fiori, frutti della terra, foreste, fiumi e mari – tutto questo, in pochi giorni, è diventato fonte di pericolo per persone ed animali. Come questo disastro ucraino ci ha insegnato, dobbiamo considerare anche gli effetti distruttivi delle “basse dosi” sulla salute, se inalate o ingerite attraverso alimenti, che poi producono i loro effetti molti anni dopo.


Gli impianti per la spettroscopia automatizzata del corpo umano, come lo SCRINNER utilizzato in Bielorussia, sono stati progettati per misurare l’attività dei radionuclidi nel corpo. Questi dispositivi devono essere utilizzati di routine in tutti i paesi situati sottovento alle centrali nucleari attive. Inoltre devono essere distribuite al pubblico, su vasta scala, delle vere e proprie prescrizioni, che chiariscano vantaggi e limiti delle compresse di iodio, dei tempi di protezione, delle azioni di primo soccorso, dell’evacuazione dei perimetri, dei piani di emergenza … Per questo motivo, in tutti i paesi, le organizzazioni della società civile dovrebbero prendere in considerazione l’importanza di creare un sistema di controllo radiologico che sia indipendente dal sistema ufficiale.

 

L’industria nucleare, una radicale banalizzazione del male


Attraverso il suo concetto di “male banale”, Hannah Arendt ha mostrato negli anni sessanta che i crimini contro l’umanità sono stati commessi dalla gente comune, perché non si sono mai posti alcuna domanda sugli scopi delle loro “attività”.

Quando erano vincolati da un giuramento di fedeltà alle loro gerarchie (o ad una ideologia, ognuna delle quali oggi sono interpretate come valori universali da una ragione calcolatrice che governa il mondo del “lavoro” ed altre aree), consideravano queste attività come legittime .

Questo concetto di “banalizzazione del male” non deriva da una speculazione sulla “natura umana”, ma si basa infatti su un’analisi storico-sociale di quanto accaduto in Europa tra il 1933 e il 1945, che ha spianato la strada a quegli eventi. Sessanta anni più tardi, a meno che si credi in un mondo protetto dalla evoluzione, dobbiamo avere il coraggio di trarre delle conclusioni da quello che Hannah Arendt ha scritto.

Storicamente la banalizzazione del male nel mondo occidentale si diffuse ampiamente quando il lavoro e gli esseri umani divennero “industrializzati” con il solido supporto della scienza e della tecnologia: in altre parole, sono stati tagliati fuori dalla loro realtà fondata sul nutrimento dalla terra, per essere alloggiati nelle caserme, proletarizzati, squalificati, privati della loro realtà e in ultima analisi, disumanizzati. Da quel momento tutto è diventato possibile, secondo l’ordine di banalizzazione e tutto diventa accettabile, nell’ordine del male, dal momento che tutti gli scopi umani sono stati screditati ad esclusivo beneficio dell’alienazione consumistica e di mercato. Da allora le cose non sono migliorate: questo può essere verificato a tutti i livelli, compresa la psiche umana 17.

Dobbiamo quindi avere il coraggio di dire che questa banalizzazione del male è diventata pervasiva e, di conseguenza, le nostre società sono diventate nient’altro che “sistemi democratici totalitari” che ci conducono ad una o più catastrofi finali, che andrebbero analizzati come tali in campo politico.

L’industria nucleare, che porta con sé la potenziale morte universale di tutti gli esseri viventi sul pianeta, è un esempio particolarmente evidente. Ma i governi insieme alla maggior parte dei media nel mondo occidentale (la guerra fredda, durata quarant’anni, ha contribuito in gran parte a questo) hanno fatto di tutto per coprire la sconfitta storica dell’umanità che si è verificata tra il 6 e il 9 agosto 1945, con una fitta coltre di ammirazione e devozione per le idee brillanti ed il potere della ricerca, della scienza, della tecnologia, dell’industria…

Un nuovo dio comparve il 6 agosto 1945, realizzando naturalmente un potere temibile, come fanno tutti gli dei, e nuovi inni furono creati immediatamente per la sua gloria.

Il lancio delle bombe atomiche, e la “esperienza di Chernobyl” non sono stati solo un crimine contro l’umanità, ma anche qualcosa di nuovo: un crimine contro la Natura, ciò che oggi chiameremmo un Ecocidio. Se la consapevolezza di un tale disastro sistemico per l’ecosfera continua ad essere soppressa, non sarà senza conseguenze per il futuro dell’umanità e sul modo in cui sarà scritta la storia.

Tutto questo porta ad una conclusione necessaria: la necessità di istituire un tribunale internazionale, simile a quello creato da Bertrand Russell, per giudicare i crimini nucleari contro l’umanità che si sono verificati a Chernobyl e altrove dal 6 agosto 1945, lungo tutto il percorso, passando per Fallujah, fino a Fukushima.

Traduzione per RNAAngela Di Rito.

Note:
1 – 100 Mt: Andrei Sakharov, Mémoires, Seuil, 1990, p 246. The French IRSN claims it was about 50 Mt.
2 – European Committee on Radiation Risk (CERR), Recommandations 2003 du CERI, Ed Frison Roche, 2004. Sintesi e visione della relazione su: www.euradcom.org Secondo il CERR, si stima che 65 milioni di decessi sono attribuibili al’industria nucleare dal 1945!
3 – Claude Lorius, Voyage dans l’Anthropocène, Actes Sud, 2010.
4 – La stragrande maggioranza di informazioni che seguono sono tratte dal libro di Alexei V. Yablokov, Vasily B. Nesterenko, Aleksei V. Nesterenko, Chernobyl, the Consequences of the Disaster for Man and Nature No. 1181, Annals of the Academy of Sciences New York, 2009. La selezione dei testi tradotti in francese è di Wladimir Tchertkoff in collaborazione con Lisa Mouravieff. La versione americana è in parte consultabile online all’indirizzo: http://books.google.fr Altri siti offrono una sintesi in francese. 
5 – Al momento dell’incidente, l’attività di alcune particelle “calde” ha raggiunto livelli da 10 a 12.000 Becquerel, tali da causare la morte entro poche ore.
6 – Yuri Bandazhevsky è stato arrestato nel luglio 1999, presumibilmente nell’ambito delle misure di emergenza per combattere il terrorismo. Arbitrariamente arrestato e accusato di corruzione, condannato il 18 giugno 2001 ad otto anni di carcere, nonostante la ritrattazione pubblica del suo accusatore, dopo un processo degno degli anni Trenta, fu incarcerato fino al 2005. Nesterenko, direttore dell’Istituto indipendente bielorusso di radioprotezione, Belrad, che ha fondato nel 1989 con l’aiuto di Andrei Sakharov, Ales Adamovich e Anatoly Karpov, è stato minacciato di internamento in un manicomio dal KGB, ha subito due attentati, ed è morto 25 AGOSTO 2008 dopo un intervento chirurgico allo stomaco.
7 – Alexei V. Yablokov, Vasily B. Nesterenko, Aleksei V. Nesterenko, op. cit. Queste cifre sono state ampiamente riviste ed aumentate insieme alla New York Academy of Sciences, dopo il convegno internazionale nel novembre 2010: vedi “La gazette nucléaire” No. 259 febbraio 2011, suhttp://resosol.org/Gazette/2011/259p23.html
8 – Epoca caratterizzata dal fatto che l’uomo è diventato la principale forza geologica sulla terra (Georgescu-Roegen, P. Crutzen, A. Gras, J. Grinevald or C. Lorius).
9 – Allouch Jean, Erotique du deuil au temps de la mort sèche, EPEL, 1995
10 – Frederic Lemarchand, sociologo, membro dello Scientific Board of CRIIGEN, articolo datato 17 marzo 2011, Les Echos.
11 – Nel 1959 è stato firmato un accord tra la IAEA e il WHO costringendo quest’ultimo a presentare la sua posizione a quella di AIEA in tutti i casi in cui è in ballo l’energia nucleare.
12 – La città venne rapidamente ricostruita, che è del tutto comprensibile e fu anche nel caso dell’Europa. Ma avrebbero dovuto sperare che altre tracce del disastro fossero rimaste, e non solo il palazzo delle esposizioni industriali.
13 – Nel film «Tchernobyl; la vie contaminée, vivre avec Tchernobyl » di David Desramé e Dominique Maestrali.
14 – Nel 2011, c’è ancora l’equivalente di alcune decine di tonnellate di uranio nel sarcofago…
15 – Letter from Mr. Prof. Nesterenko to Wladimir Tchertkoff, Solange Fernex and Bella Belbéoch, Jan. 2005.
16 – Combustibile costituito da una miscela di ossido di uranio e di plutonio, che da un lato riduce i margini di sicurezza (la sua temperatura di fusione è inferiore e raggiungibile più rapidamente) e dall’altro aumenta la sua pericolosità, pochi milligrammi sono sufficienti a provocare una morte rapida.
17 – Melman Charles, Lebrun Jean-Pierre, La nouvelle économie psychique, une nouvelle façon de penser et de jouir aujourd’hui, Eres, 2009.
 

L’Appello era stato firmato da:

Paul ARIES, philosopher and writer, key intellectual for the movement in support of economic decrease. Last book published: « La simplicité volontaire contre le mythe de l’abondance »

Marc ATTEIA, Doctor of Applied Mathematics, Professor Emeritus at the University of Toulouse, author of: Hilbertian kernels and spline functions, Elsevier Science Publishers, 1992 and Le technoscientisme, le totalitarisme contemporain,, Yves Michel, 2009.

Marie-Christine GAMBERINI, translator, referent of the association Les Amis de la Terre France on nuclear questions and energy.

Raphaël GRANVAUD writes in “Billets d’Afrique” of the association Survie, author of Que fait l’armée française en Afrique, Agone 2009, and Areva en Afrique, une face cachée du nucléaire français, Agone 2012.

Alain GRAS, professor emeritus at the University of Paris I and Director of the Centre d’études des techniques, des connaissances et des pratiques, co-founder of the journal Entropia, author of Le choix du feu. Aux origines de la crise climatique, Fayard, 2007.

Francis JARRIGE, Senior Lecturer at the University of Burgundy, author of Face au monstre mécanique. Une histoire des résistances à la technique, imho, Paris, 2009.

Eva JOLY, former magistrate of the pôle financier de Paris, former adviser to the Norwegian government then to the Icelandic Government in the struggle against international financial crime, Member of European Parliament.

Baudouin JURDANT, Professor Emeritus at the University of Paris 7, translator of Paul Feyerabend, author of Les problèmes théoriques de la vulgarisation scientifique, Ed. Les Archives contemporaines, 2009.
Paul LANNOYE, PhD in Physical Sciences, honorary MEP, director responsible for the thinktank Groupe de réflexion et d’action pour une politique écologique (GRAPE) )in Belgium, co-translator into French of the report CERI, Editions Frison-Roche.

Serge LATOUCHE, Professor Emeritus of Economics, University Paris XI and growth objector, author of Vers une société d’abondance frugale; Contresens et controverses sur la décroissance, Mille Et Une Nuits/Fayard, 2011.

Frederick LEMARCHAND, sociologist, co-director of the pole RISK, University of Caen, Council Member of the scientific Council CRIIGEN. Co-author of Les Silences de Tchernobyl and of the film La Vie Contaminée, advisor for the International Exhibition Once upon a time Chernobyl.

Corinne LEPAGE, former Minister of Environment, MEP, a teacher at the IEP. Last book: La vérité sur le nucléaire ; le choix interdit, Albin Michel, 2011.

Stephane LHOMME, Chairman of the Observatoire du Nucléaire, author of L’insécurité nucléaire ; bientôt un Tchernobyl en France, Yves Michel, 2006.

Jean-Marie MATAGNE, Ph.D in Philosophy, President of l’Action des Citoyens pour le Désarmement Nucléaire (Www.acdn.net), author of En finir avec la terreur nucléaire, and of Désarmer pour vivre sur une planète sans armes ni centrales nucléaires.

Roland MERIEUX, secretary of the International Union for assistance to the liquidators of the Chernobyl nuclear power plant and nuclear victims.

Jean-Marie PELT, President of the European Institute and Honorary Professor of Ecology at the University of Metz, latest book: Heureux les Simples, Flammarion, 2011.

Pierre RABHI, farmer, Algerian-born French writer and thinker, Knight of the ordre national de la Légion d’Honneur, Pierre Rabhi is among the pioneers in agroecology.Jacques TESTART, agronomist and biologist, PhD in Science, Honorary Director of Research at INSERM, former president ofthe French Commission on Sustainable Development (1999 -2003). Co-author of Labo-planète. Ou comment 2030 se prépare sans les citoyens, Mille et une nuits, 2011.

Jean-Marc ROYER, engineer, former senior ADP, former leader of the union executive SICTAM / CGT of the airport of Orly, in press: La science creuset de l’inhumanité. Décoloniser l’imaginaire occidental.

I, Writer of the Appeal. Email: [email protected]

FONTE:  http://ddata.over-blog.com/xxxyyy/4/37/62/00/appels/International-Appeal-ENG.pdf

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