Articolo di NoGeoingegneria



 

Geoingegneria – Solar Radiation Management – Vulcani naturali – Vulcani artificiali – Vulcani attivati

La geoingegneria, figlia di studi condotti durante la guerra fredda per modificare il tempo in territorio nemico, mira a prendere il controllo del clima del pianeta. Tra gli strumenti per il “salvataggio del mondo” da cambiamenti climatici catastrofici spicca una tecnologia con prognosi altrettanto catastrofica, secondo molti esperti del settore. Si tratta del Solar Radiation Management (SRM), che intende “gestire-ridurre” la radiazione solare e raffreddare a dovere il Pianeta.Ci spiega il Nobel Paul Crutzen: ”L’idea è molto semplice. Quando rilasci nell’atmosfera particelle,prodotte dall’ossidazione di anidride solforosa oppure formate da sale marino a bassa quota, queste hanno un alto potere riflettente nei confronti dei raggi solari e possono raffreddare l’atmosfera. Ci sono molti progetti in corso su questo e non si tratta certo di un segreto. Questo procedimento era già conosciuto trenta anni fa da uno scienziato russo. Io l’ho soltanto ripreso e migliorato dal punto di vista tecnico.” (1) 

Crutzen si riferisce a Mikhail I. Budyko.


Il “Foreign Affairs” informa sulla “Geoengineering option:

“Finora il lancio di materiali riflettenti nell’alta stratosfera sembra essere la più semplice e conveniente opzione. Ciò potrebbe essere realizzato utilizzando aerei ad alta quota, cannoni navali o palloni giganti. I materiali appropriati potrebbero includere aerosol di solfato (che dovrebbe essere creato attraverso il rilascio di anidride solforosa), polveri di ossido di alluminio, o addirittura particelle ingegnerizzate auto-lievitanti e auto-orientanti progettate per migrare verso le regioni polari e rimanere qui per lunghi periodi. Se può essere fatto, la concentrazione di ombrelloni sopra i poli sarebbe un’opzione particolarmente interessante, dal momento che quelle latitudini sembrano essere più sensibili al riscaldamento globale. La maggior parte delle stime sui costi per tali strategie di geoingegneria sono preliminari e inaffidabili. Tuttavia, vi è un accordo generale che tali strategie sono economiche; la spesa totale dell’opzione più conveniente sarebbe pari a forse non più di qualche miliardo di dollari, solo l’uno per cento (o meno) del costo per abbattere le emissioni drasticamente.”(2)

L’idea della diffusione artificiale di particolato in atmosfera per contrastare la radiazione solare è stata ispirata dall’eruzione del Monte Pinatubo. Nel 1991 arrivò in stratosfera un’enorme quantità di aerosol che creò uno strato oscurante di acido solforico nei mesi successivi. Gli studi effettuati in tutto il mondo rivelarono effetti sul clima a livello planetario. La temperatura globale diminuì di mezzo grado Celsius e il buco dell’ozono crebbe notevolmente. Nasce l’idea dei “vulcani artificiali” per modificare l’atmosfera (vedi progetto SPICE).

Progetto Spice

Il 20 marzo 2010 è stato il vulcano islandese Eyjafjallajökull risvegliarsi. Lo ricordiamo meglio di altri non soltanto per la difficoltà di imparare il suo nome, ma perché fu un grande evento massmediatico per diversi giorni. Ci hanno trascinati dentro una nube invisibile, mentre  i cieli dicevano altro. Erano particolarmente limpidi come non lo erano da anni e questo per una ragione ben precisa: gli aerei non volavano.

Il vulcano Eyjafjallajökull non era attivo dal 1823 ed è il meno attivo dei vulcani presenti nell’area orientale dell’Islanda. Negli ultimi 1100 anni si sono verificate solo tre eruzioni del vulcano, ma nel 2010 era arrivato il suo momento. Venne ordinata la chiusura totale del traffico aereo sulla base di una valutazione dell’organismo britannico di sorveglianza. L’attività vulcanica era stata concomitante con una grande esercitazione militare, l’operazione BRILLIANT ARDENT 2010, condotta dalla N.A.T.O. (vedi Cieli chiusi ai civili, spalancati alla NATO).

Due mesi prima dell’eruzione di Eyjafjallajökull venne divulgata una notizia sorprendente. Il telegiornale di Rai 2 raccontò la proposta bizzara ma seria di creare eruzioni vulcaniche controllate per combattere il riscaldamento globale.

Ascoltate qui:


VIDEO TG2


Riassume Raven Hawk :

Eruzioni controllate per bloccare le radiazioni solari

Bloccare parte delle radiazioni solari mediante eruzioni vulcaniche controllate, questo è un progetto proposto da un gruppo di scienziati preoccupati per il futuro del pianeta a causa del cambiamento climatico globale. Sarebbe, se attuato, uno dei più incredibili progetti di Geo-ingegneria mai pensati dall’uomo. Ma a riguardo non mancano le più aspre critiche da parte di altri scienziati che ritengono questo progetto una pura follia con catastrofiche conseguenze.

Gli scienziati David Keith, dell’Università di Calgary in Canada; Edward Parsons,dell’Università del Michigan, e Granger Morgan, della Carnegie Mellon University, hanno scritto un articolo per la rivista Nature nel quale chiedono ai governi che stabiliscano un fondo miliardario per l’investigazione di tecniche che permettano di utilizzare i vulcani come un mezzo per iniettare particelle nell’atmosfera, capaci di bloccare parte della luce solare che arriva sulla Terra. Secondo questi scienziati sarebbe una strategia di lotta contro il cambiamento climatico cento volte più economica che ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. Gli scienziati ritengono che il costo di modificare la quantità di radiazione solare che raggiunge la superficie terrestre sia di circa 100 volte meno del prezzo che dovremmo pagare per ridurre le emissioni di gas serra per ottenere lo stesso effetto. Ma come dicevamo il manipolare l’equilibrio energetico della Terra per compensare i cambiamenti climatici introdotti dall’uomo è visto da molti come un’arroganza pericolosa. Ad ogni modo il sistema sembra funzionare, infatti, è dimostrato che questo tipo di azione abbassa la temperatura del pianeta. Al momento dell’eruzione del Monte Pinatubo nelle Filippine (1991), la temperatura globale è scesa di circa 0,5 gradi centigradi in meno di un anno. Permane comunque lo scetticismo di molti, che sicuramente considererebbero inaccettabile l’iniezione di questo tipo di sostanze nell’atmosfera, poiché, nel caso poco probabile che possiamo utilizzare i vulcani a nostro piacimento, potrebbero provocare effetti collaterali come terremoti tsunami e causare strani cambiamenti nell’atmosferaFONTE

Veniamo ai nostri giorni.

Il 22 aprile 2015 il vulcano CALBUCO si era risvegliato con un botto. Uno sciame sismico intenso è stato seguito 15 minuti dopo da una potente eruzione esplosiva. L’inizio dell’eruzione è stato molto improvviso.

Questo FILMATO mostra il momento esatto dello scoppio del vulcano. La colonna di fumo e cenere è salita molto in alto raggiungendo la stratosfera. Le conseguenze per il clima? Non c ‘è risposta finora a questa domanda.

Dobbiamo mettere occhiali nuovi osservando certi eventi? E’ difficile non pensare a certe affermazioni. Troviamo chi si impegna in discussioni sul triggering volcanos, cioè l’attivazione dei vulcani, e si legge:“il primo passo è assumere un buon avvocato prima di pensare a fare eruttare un vulcano”(estratto delle riflessioni (3).

Il 28 aprile 1997 William Cohen,ex segretario di Stato per la Difesa USA, disse ad una conferenza dedicata al contro-terrorismo e organizzato dal senatore Sam Nunn :
“Altri terroristi sono impegnati in un tipo di azione “ecologica”, nel senso che essi possono alterare il clima, far 
scatenare i terremoti, le eruzioni vulcaniche, utilizzando onde elettromagnetiche. Molte menti ingegnose stanno lavorando attualmente per mettere a punto i mezzi per terrorizzare intere nazioni. Tutto questo è reale…(vedi Transcript)


Le opzioni scelte per giochi teorici non conoscono limiti, basti pensare ai Ricercatori della NASA che simulavano perfino la guerra nucleare contro l’effetto serra.

C’è molto di cui preoccuparsi e quando diluvia, la terra si squarcia,tempeste flagellano o un vulcano sprigiona le sue ceneri viene da chiedersi: si tratta di una manifestazione naturale o “a comando”?

Fonti

(1)http://www.europarl.europa.eu/news/it/news-room/content/20110103STO11194/html/Un-piano-di-emergenza-per-salvare-il-pianeta

(2)http://www.foreignaffairs.com/articles/64829/david-g-victor-m-granger-morgan-jay-apt-john-steinbruner-and-kat/the-geoengineering-option

(3)https://groups.google.com/forum/#!msg/geoengineering/eaff7IPUEg0/N2H1VguwxPEJ

Troviamo in questo forum sulla geoingegneria una interessante discussione, qui un estratto

Here’s how I might trigger an eruption and design an SRM long-term program:

1.Select a remote region with numerous volcanoes. If successful, you will want a new eruption every 5 to 10 years to sustain about 1 MT in the stratosphere for 100 to 300 years. The 27 volcanoes in the Aleutian Islands comes to mind http://www.avo.alaska.edu/volcanoes/ .The stratosphere is only about 10 miles up at the poles so more SO2 can delivered.

2.Evaluate the structure of the volcano to locate/define the magma chamber, vent, branch pipes, geology, aquifers and access to seawater (for steam augmentation).

3. Evaluate the application of directional drilling to reach the main vent for potential fracking the plug material with water or explosives simultaneously at multiple depths from the magma chamber to the main caldera and/or side vents.Consider pros and cons of drilling from land and/or from offshore ocean rigs.

4. Evaluate the feasibility of delivering high-volume seawater immediately at the time of vent fracking via directional drilled bore holes from the ocean to fracked sections below sea level.

5.Continue to evaluate all volcanoes in the remote region and rank each by level of difficulty for triggering an eruption. Prepare a preliminary eruption schedule.

6.Conduct the first triggered eruption with an international, pre-designed geologic, atmospheric and oceanic monitoring program in place.Monitor results globally for 10 years.

7.Select technical and policy experts from the participants in the monitoring and drilling programs to evaluate results annually. Decide on the feasibility to implement the eruption schedule.

8. Evaluate the potential to augment the eruption results with other SRM aerosol injection technologies.This need may be dependent upon the mass of SO2 released by the individual triggered eruption (ranging from 0.2 to 20 MT SO2).

9.Modify the schedule of triggered eruptions to include intermittent natural volcanic eruptions that occur globally.

10.Evaluate this triggered eruption program for implementation in the north and southern hemispheres aided by intensive modeling.

11.If that doesn’t work, implement Plan B.

DAL NOSTRO ARCHIVIO

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