Patrick Moore parla di “eco-fascisti” contemporanei “contro gli umani”.
Commenta Massimo Lupicino l’articolo suo che segue: Le affermazioni di Moore sono una sequenza di accuse e di attacchi tanto violenti quanto non circostanziati. Ma il punto è che Moore è uno dei padri dell’ambientalismo moderno e quindi le sue parole non sono quelle di un uomo qualunque, come quelle di un Harold Lewis del resto, almeno altrettanto violente ma altrettanto significative visto il curriculum di Lewis.
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Articolo di Massimo Lupicino
“Il Global Warming è una bufala e una frode assoluta”. Sono le parole di Patrick Moore: non un “negazionista” qualsiasi, bensì il co-fondatore di Greenpeace, ed ex-presidente di Greenpeace Canada. È una intervista di fuoco, quella rilasciata da Moore a Breitbart. Di cui ovviamente non sentirete parlare sui (tele)giornaloni italiani, ma che si inserisce in un dibattito altrettanto infuocato che va avanti da mesi oltreoceano. Dibattito del quale in Europa non arrivano nemmeno gli spifferi (qui si discetta delle bigiate di Greta), ma di cui renderemo conto prossimamente su queste pagine. Ma torniamo all’intervista, di cui provo a fare di seguito un sunto.
Paura e Senso di Colpa
“La paura è sempre stata usata nella storia per controllare la mente della gente, e i portafogli. E quella della catastrofe climatica è una pura e semplice campagna di paura: paura e senso di colpa. Ti spaventi per il fatto che stai uccidendo i tuoi bambini perché li porti in giro in un SUV che emette anidride carbonica, e ti senti in colpa per questo. Non ci sono altre motivazioni per questa campagna, se non queste due”.
Scienziati cooptati e corrotti
“Gli scienziati sono cooptati e corrotti da politici e burocrati impegnati nel portare avanti la narrativa del clima che cambia, in modo da centralizzare a livello politico potere e controllo”.
“Le società ‘verdi’ fanno parassitismo dei soldi dei contribuenti attraverso regolamentazioni a loro favorevoli, e sussidi giustificati esclusivamente alla luce delle minacce collegate alla narrativa sul Climate Change. Lo fanno servendosi della protezione offerta dalla propaganda dei mezzi di comunicazione”.
“I media fanno da cassa di risonanza distribuendo fake news, e ripetendo all’infinito che stiamo uccidendo i nostri bambini, e poi ci sono i politici ‘verdi’ che comprano gli scienziati con i soldi stanziati dai governi per produrre paura su cui speculare, sotto la forma di materiale pseudo-scientifico”.
“E poi ci sono i business ‘verdi’, gli speculatori e i ‘capitalisti di connivenza’ che si avvantaggiano di sussidi giganteschi, tagli fiscali e stanziamenti governativi per usufruire dei loro servizi, e si arricchiscono grazie a tutto questo. E poi, ovviamente, hai gli scienziati che volontariamente si attaccano alla lenza dei contributi statali”
Consensus
“Quando parlano del 99% di consenso scientifico sul global warming, parlano di un numero assolutamente ridicolo e falso. La gran parte degli scienziati (virgolettato) che spingono questa teoria catastrofista sono pagati con soldi pubblici. Non sono pagati dalla General Electric, dalla Dupont o dalla 3M per fare ricerca, laddove società private si aspettano dalla ricerca qualcosa di utile per produrre qualcosa di meglio e fare un profitto perché la gente la vuole. La gran parte di quello che fanno questi cosiddetti scienziati è semplicemente produrre più paura, in modo che i politici possano usare questa paura per controllare la mente della gente e raccattare i loro voti. Perché qualcuno crede davvero che quei politici possano salvare i suoi figli da un destino segnato”.
Una minaccia esistenziale alla ragione
“La narrativa sul Global Warming è una minaccia esistenziale alla ragione. La più grande bugia dal tempo in cui la gente credeva che la Terra fosse al centro dell’universo. È una ripetizione dell’esperienza di Galileo: quello che accade oggi con la narrativa sul Global Warming è la più grande minaccia al pensiero illuministico dai tempi di Galileo: non è mai accaduto niente di così brutto alla scienza da allora. Si sta sostituendo la scienza con la superstizione e con una combinazione tossica di religione e ideologia politica. Non c’è niente di vero in questo. È una bufala e una frode assoluta”.
Qualche riflessione
In attesa che parta la solita character assassination a media unificati che annienta regolarmente le voci dissidenti in fatto di Climate Change, e Moore venga quindi accusato di crimini inauditi o proposto per un ricovero d’urgenza in manicomio, vale la pena fare almeno una considerazione.
Greenpeace è stata co-fondata da Moore nel lontano 1971. L’ambientalismo allora era cosa ben diversa da quello odierno: affrontava problemi seri, reali, e pur tra i soliti inevitabili eccessi, contribuiva a battaglie decisive che hanno reso le nostre vite migliori, e il Pianeta più vivibile. Basti pensare alla battaglia combattuta, e vinta alla grande contro le piogge acide: vinta grazie alle campagne ambientaliste, e alla ricerca scientifica. Ricerca vera, che produce soluzioni ai problemi, come i sistemi di abbattimento delle emissioni di composti solforati che avvelenavano e distruggevano le foreste di casa nostra. Proprio quella scienza “buona” di cui parla Moore.
Il confronto tra quella scienza e quell’ambientalismo di 40 e più anni fa, e la scienza del clima e l’ambientalismo di oggi, è semplicemente disperante. E questo, solo questo, giustifica ampiamente l’amarezza e la rabbia che traspaiono dalle parole di Moore.
FONTE http://www.climatemonitor.it/?p=50385
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Patrick Moore, autore di “L’ambientalista ragionevole”
Un libro che intreccia l’esperienza autobiografica e l’osservazione dei fenomeni ambientali e umani, lucida ma non distaccata. Amare il pianeta significa continuare a mettersi in discussione. “L’ambientalista ragionevole” è l’affascinante racconto in prima persona di un ambientalista controcorrente e anticonformista che, dopo aver partecipato alla fondazione di Greenpeace nel 1971 ed esserne stato uno dei massimi promotori e dirigenti, ne è uscito quindici anni fa per abbracciare una diversa visione dell’ambientalismo. In questo libro, Patrick Moore spiega le ragioni del suo dissenso e della sua fuoriuscita dalla famosa organizzazione pacifista. Ma soprattutto affronta tutte le grandi questioni che inquietano la coscienza contemporanea: dall’energia nucleare ai cambiamenti climatici, dagli organismi geneticamente modificati alla biodiversità… e lo fa proponendo un approccio razionale all’ambientalismo, fondato sulla ricerca scientifica. A emergere dalla sua lucida trattazione, ricca di osservazioni puntuali ed esente da ogni tentazione ideologica, è una visione del mondo senza pregiudizi, che costringe il lettore a rimettere in discussione le convinzioni consolidate e a interrogarsi da una nuova prospettiva sui destini del nostro pianeta. Ma il libro di Moore è anche un atto d’amore verso la natura e i suoi “miracoli”. Ed è proprio la natura la protagonista principale di queste confessioni, scritte in un linguaggio confidenziale e accessibile, ma sorrette anche dalla volontà di inquadrare nella giusta luce della scienza le grandi questioni che dividono l’opinione pubblica mondiale.
Patrick Moore è stato per quarant’anni uno dei leader mondiali del movimento ambientalista. Membro fondatore di Greenpeace, ha ricoperto per nove anni la carica di presidente di Greenpeace Canada e per sette anni quella di direttore di Greenpeace International. Attivista e promotore di molte campagne di protesta, Moore ha contribuito a delineare la linea politica e l’orientamento di Greenpeace che durante il suo mandato è divenuta la massima organizzazione ambientalista al mondo. In anni recenti, Moore si è impegnato nel tentativo di favorire l’armonizzazione di interessi, economici, ambientali e sociali, in contrasto fra loro. Oggi è presidente e direttore del comitato scientifico di Greenspirit Strategies, un’associazione che si occupa dei problemi di politica ambientale e di comunicazione.
FONTE http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-868fccda-295e-4efd-bf54-19d86db6fcbd-radio1.html
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