Numeri da leggere al contrario

Di Guido Guidi 

L’Antartide si scioglie. Rischio di innalzamento del livello del mare di oltre un metro entro il 2070. Con conseguenze catastrofiche per le città di tutto il mondo. Cerchiamo di anticipare i media di massa, ecco qua: Ice loss in Antarctica is increasingly contributing to global sea level rise da Eurkalert Mass balance of the Antarctic Ice Sheet from 1992 to 2017 da Nature Numeri da capogiro:

– Tra il 1992 e il 2012 pare che l’Antartide perdesse circa 76mld di tonnellate di ghiaccio all’anno, contribuendo quindi per circa 0,2mm/anno all’innalzamento del livello del mare 

 – Dal 2012 al 2017, la quantità di massa di ghiaccio perduta pare sia triplicata, 219mld, per 0,6mm/anno di aumento del livello del mare

 – In totale, nel periodo sui cui si è concentrato lo studio, la perdita di massa dell’Antartide avrebbe contribuito per 8mm (7.6 ± 3.9) all’aumento del livello del mare

 – Dal momento che i miliardi di tonnellate fanno girare la testa, girate i numeri e vedrete che passerà. Per esempio:

 – La massa totale del ghiaccio antartico è di circa 27,601,654 miliardi di  tonnellate, cioè 27,602 miliardi di miliardi di tonnellate

 – Il totale di quanto perso e segnalato nell’articolo è circa lo 0.011% quindi,

 – il 99,989% del ghiaccio è ancora lì. La faccenda non è rappresentabile graficamente, come scrive giustamente chi ha fatto i conti, per manifestainferiorità di uno dei due termini 😉  

Nel frattempo, nel 2017 sul Journal of Glacology: Mass gains of the Antarctic ice sheet exceed losses il cui abstract recitava:

Mass changes of the Antarctic ice sheet impact sea-level rise as climate changes, but recent rates have been uncertain. Ice, Cloud and land Elevation Satellite (ICESat) data (2003–08) show mass gains from snow accumulation exceeded discharge losses by 82 ± 25 Gt a−1, reducing global sea-level rise by 0.23 mm a−1

Cioè, non si capisce. Un periodo di osservazione diverso e molto più corto ma incluso in quello dello studio precedente in cui il bilancio di massa per l’Antartide pare sia stato positivo, perché l’accumulo di neve ha superato di gran lunga la massa persa per lo scarico dei ghiacciai in mare. Fatte quindi le debite proporzioni, la frase finale del comunicato stampa dell’università che ha patrocinato lo studio opportunamente virgolettata e quindi direttamente riconducibile agli autori che recita:

We view these results as another ringing alarm for action to slow the warming of our planet

è totalmente priva di senso.

FONTE http://www.climatemonitor.it/?p=48656

 

Da ricordare che West Antarctica e’ il luogo dove, recentemente, sono stati individuati decine e decine di vulcani che “da sotto” scaldano la base dei ghiacciai…

Ecco la mappa del calore geotermico che fonde la calotta polare antartica

Una conquista del British antarctic survey, dal quale però precisano: «La perdita di ghiaccio che abbiamo osservato negli ultimi decenni è il risultato di cambiamenti nelle temperature dell’aria e dell’oceano»

[14 novembre 2017]

La calotta glaciale antartica è il più grande serbatoio d’acqua dolce del nostro pianeta: ne custodisce circa il 70%, anche se questo serbatoio si sta assottigliando. In Antartide c’è meno ghiaccio, e il livello dei mari in tutto il mondo si sta alzando. Per capire meglio tutti gli aspetti del fenomeno in corso, un team internazionale di scienziati guidati dal British antarctic survey (Bas) ha prodotto una nuova e più precisa  mappa – pubblicata sulla rivista scientifica Geophysical research letters – che mostra come il calore geotermico influenza le condizioni della calotta polare.

Si tratta di una forza che agisce sotto 3-4 chilometri di ghiaccio, in condizioni proibitive da misurare direttamente. Per questo di tutti i fattori che influenzano la mutevole condizione della calotta antartica, il calore che arriva dal centro della terra rimane uno dei più misteriosi.

«Questa nuova mappa del calore che arriva dall’interno della Terra aiuterà a migliorare la nostra comprensione delle condizioni alla base della calotta di ghiaccio – spiega il primo autore della ricerca, la geofisica Yasmina Martos –, migliorando la nostra capacità di comprendere il passato e di stimare i  cambiamenti futuri della calotta antartica e il suo impatto sui livelli del mare nel globo».

I dati elaborati dai ricercatori derivano principalmente da misure magnetiche raccolte dagli aerei che hanno sorvolato il continente bianco rivelando ‘punti caldi’ nell’Antartide occidentale e sulla penisola antartica, le aree che – non a caso – sono soggette a più rapidi cambiamenti nella calotta polare che le ricopre.

«Se dobbiamo prevedere con certezza la risposta futura dell’Antartide in un mondo che scalda – conclude il glaciologo e direttore scientifico David Vaughan – gli scienziati devono capire il ruolo del calore proveniente dalla Terra. Quello che sappiamo è che nel tempo, il flusso di calore è abbastanza costante e la calotta polare vi si adegua. La perdita di ghiaccio che abbiamo osservato negli ultimi decenni è dunque in realtà il risultato di cambiamenti nelle temperature dell’aria e dell’oceano.

 Come la calotta di ghiaccio risponderà a questi recenti cambiamenti dipenderà però anche dal calore geotermico. Per questo motivo la nuova mappa è così importante». 

FONTE http://www.greenreport.it/news/clima/la-mappa-del-calore-geotermico-fonde-la-calotta-polare-antartica/

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SOTTO LA SUPERFICIE DELL’ANTARTIDE SI NASCONDE QUALCOSA DI CALDO E MISTERIOSO”

L’estensione del West Antarctic Rift System con il monte Erebus, il vulcano più noto del Polo Sud

 

 

 

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