Altro sisma del 4.6 poco dopo
Nuova sfida del regime di Pyongyang: “Condotto con successo il test di una bomba all’idrogeno”. L’esplosione sotterranea (10 km di profondità) è 5 volte più potente della bomba di Nagasaki. Seguita forse dallo scoppio di un secondo ordigno che ha provocato un terremoto più “leggero”, o forse dovuto ad un crollo che ora fa temere l’incubo della dispersione di radiazioni. Seul convoca riunione d’emergenza per la sicurezza e attiva il “team di risposta”. Shinzo Abe manda i jet giapponesi a “sniffare” le emissioni radioattive. Anche Pechino invia i suoi aerei militari al confine nordcoreano
dal nostro inviato ANGELO AQUARO
XIAMEN – Un terremoto del 6.3 scuote la Corea del Nord e il timore che aleggiava come un incubo diventa realtà: Kim Jong-un ha lanciato un nuovo test atomico, il sesto, il primo da quando Donald Trump è presidente degli Stati Uniti e addirittura cinque volte più potente dell’ultimo, un’esplosione da cento kilotoni, quasi cinque volte Nagasaki. L’inferno nella montagna di Punggye-ri è salutato da “un grande annuncio” che la tv di Stato programma alle 3.30 del pomeriggio domenicale di Pyongyang, le 8.30 del mattino in Italia, le 2.30 di notte a Washington e New York: “Abbiamo condotto con successo il test di una bomba all’idrogeno”. E alla tv di Stato scatta la canzone superpatriottica: “Se la Corea decide di fare qualcosa, la fa”.
Scatta l’allarme di Seul: il presidente Moon jae-in convoca il Consiglio di sicurezza e l’esercito sudcoreano alza il livello d’allerta predisponendo l’attivazione del “team di risposta” alla minaccia atomica. Il premier Shinzo Abe dice che il Giappone “non può tollerare” un altro test nucleare di Kim e manda in volo i jet a “sniffare” le possibli radiazioni. Anche la Cina avrebbe fatto sorvolare i sui jet al confine nordcoreano: gesto finora mai visto, la prima “risposta” a Kim, proprio mentre il potentissimo terremoto fa tremare anche il Nordest del Paese. La scossa si sente con forza anche a Vladivostok: Cina e Russia, i due potenti confinanti, ne sentono le conseguenze.
Il mondo è in allarme ma non basta. Un secondo terremoto del 4.6 si ripete nello stesso sito: due incredibili, terribili test? O una conseguenza non voluta del primo? C’è già chi intravede l’incubo nell’incubo: crollo del tunnel nel sito di Punggye-ri, rischio di fuga di radiazioni. Arriva l’Usgs, l’osservatorio dei terremoti Usa a confermarlo: sì, è un collasso. Ma con quale effetto? Pyongyang assicura che non c’è stata nessuna radiazione. Naturalmente ricordando che la bomba, adesso, può essere utilizzata su un missile intercontinentale.
L’unica cosa finora certa è che il primo è sicuramente l’esperimento più grande di sempre, un botto superiore a quello degli ultimi due test atomici condotti lo scorso anno e arriva probabilmente “come risposta alla grande prova di forza e coordinamento dimostrata da americani, coreani e giapponesi”, spiega alla Cnn l’ex attaché militare degli Usa, il superesperto Rick Francona. L’esercitazione a colpi di jet e lanci di bombe al confine era arrivata dopo l’ultimo sorvolo di un Hwasong-12 sulla testa dei poveri giapponesi ed era stata voluta proprio per mettere pressione a Kim. Che invece va avanti per la sua strada. La potenza del terremoto lascia presagire quella della bomba a idrogeno. L’ultimo test, quello di ottobre 2016, era stato valutato potente almeno quanto due deflagrazioni di Hiroshima: ora siamo oltre ogni limite.
La prima reazione degli americani è alzare la stima dello stesso terremoto: è del 6.3, dicono, mentre sudcoreani e cinesi in un primo momento avevano parlato di un tremore comunque potentissimo, da 5.3. La ragione di tanta violenza è presto spiegata: il Giovane Maresciallo avrebbe ripetuto un test all’idrogeno, già sperimentato l’anno scorso, anche se gli esperti internazionali a proposito si erano ancora una volta divisi. È più che una sfida, è più che una minaccia: il test viene condotto in pieno giorno, anzi proprio a mezzogiorno, e a poche ore dall’annuncio dei media di stato dell’ispezione di Kim all’istituto per le armi nucleari. Le foto pubblicate dal Rodong Sinmun mostrano un nocciolone d’argento, quella che sembra appunto una mega Bomba H, la bomba all’idrogeno, capace di provocare un’esplosione termonucleare. I nordcoreani giurano che potrebbe valere “da dieci a centinaia di chilotoni” di potenza ed è pronta a essere “miniaturizzata” su un missile intercontinentale: come i due Hwasong-14 capaci di raggiungere gli Stati Uniti testati a luglio.
Quanto basta a far sobbalzare mezzo mondo: dall’America di Donald Trump, che poche ore prima si era intrattenuto al telefono con il premier giapponese Shinzo Abe, a quella metà che si chiama Brics e che proprio in queste ore si raccoglie alla corte dell’imperatore Xi Jinping, qui a Xiamen: da Vladimir Putin, che ha appena avvertito dei rischi di un “conflitto devastante”, fino a Narendra Modi, tutti i cinque leader dei Bric (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) venuti a discutere di globalizzazione – proprio mentre Stranamore lancia la guerra nucleare?
Non è la prima volta che Kim Jong-un salta su un megaevento internazionale per farci una sorpresa: anzi. Il più scomodo vicino di Pechino ha già rovinato l’altra festa della globalizzazione con caratteristiche cinesi, il primo forum sulla nuova via della seta, lo scorso maggio nella capitale, togliendo la scena con un puntualissimo lancio all’arrivo di una trentina tra capi di stato e di governo. La data, anzi le date sono propizie: il 9 settembre, quindi ad horas, ricorre la fondazione della Repubblica popolare voluta da Kim Il-sung, il Kim primigenio della dinastia ormai alla terza generazione, e Pyongyang quando ha potuto l’ha festeggiata a modo suo. Dunque tutto secondo programma?
L’anno scorso due esperimenti nucleari puntarono già a questa nefasta direzione: il primo testando appunto l’H-bomb, la bomba all’idrogeno, il secondo dando vita – quindi morte – alla detonazione che gli esperti avevano definito la più forte di sempre, almeno due Hiroshima, con tanto di terremotone nelle caverne dei monti di lassù. Ora, la detonazione più forte di sempre. E adesso? Dice all’Ap l’esperto Adam Mount del Center for American Progress: “Vogliono farci capire che potrebbero lanciare un attacco termonucleare se vengono attaccati adesso”. Se attaccati: perché in fondo Kim teme che Donald Trump possa fare “fuoco e fiamme” per primo, con un attacco preventivo. È quello che ritiene anche il presidente del Council of Foreign Relations:
“Testate nucleare, avanzamenti nei missili: vuol dire che gli Usa si stanno avvicinando velocemente a una scelta tra rispondere alle minacce attraverso la deterrenza o un attacco preventivo”. Vuol dire che da questo momento in poi tutto, ma proprio tutto, è tragicamente possibile. FONTE
Non sono bastate le minacce e le sanzioni degli Stati Uniti e le nuove prese di posizione della Cina. Né l’avvertimento che sa di presagio, di solo di due giorni fa, di Vladimir Putin: “Siamo sull’orlo di un conflitto di vasta scala“. La Corea del Nord ha eseguito l’ennesimo test nucleare: il sesto, il più potente di sempre, che ha generato due terremoti artificiali nel Nord-Est del Paese. Uno di magnitudo 6.3, l’altro di magnitudo 4.6 L’ipocentro, ha confermato il China Earthquake Network Center, è stato misurato a “zero chilometri“, a conferma della natura artificiale dell’onda sismica… Arrivava a pochi giorni dopo l’ennesimo lancio balistico di Pyongyang, con un missile che ha sorvolato il Giappone. …La Corea del Nord, attraverso le parole di un portavoce del ministero degli Esteri pubblicate dall’agenzia locale Knca, aveva condannato “con decisione” le critiche del Consiglio di sicurezza dell’Onu riguardo al lancio del missile Hwasong-12 avvenuto il 29 agosto. Secondo Pyongyang la reazione dell’organismo internazionale “sfacciatamente” non tiene conto del “diritto all’autodifesa di uno Stato sovrano“. Poi il ministero degli Esteri nordcoreano aveva puntato il dito in particolare contro gli Usa osservando che il missile era solo “un assaggio” di quello che potrebbe accadere. E aveva fatto un chiaro riferimento all’isola di Guam, dove le forze armate statunitensi hanno una loro base militare importante per il controllo strategico dell’Oceano Pacifico, definita da Pyongyang “la base di prima linea per l’invasione” americana. Dal 2013 è installato sull’isola il sistema di difesa missilistico Thaad (Terminal High Altitude Area Defence).
LEGGI QUI
VEDI ANCHE
Hiroshima e Nagasaki , i primi test di una lunga serie.
DELIRIO ATOMICO
L’ USO PERVERSO DELLA SCIENZA – GIOCARE CON IL PIANETA
IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.