Sappiamo da tempo che le guerre segrete o aperte si verificano quando sono in gioco interessi sotterranei. Questo è evidente a tutti in Amazzonia o in Indonesia, dove vengono effettuate enormi operazioni di disboscamento nell’interesse di grandi lobby, e gli incendi non sono certo naturali. In caso di disastri “naturali”, per esempio inondazioni importanti, che favoriscono questi interessi specifici, i campanelli d’allarme cominciano a suonare. Perché dico questo come premessa per il seguente articolo? Beh, credo che sia ovvio.

Il database dell’Ispra svela i giacimenti di terre rare in Italia: una mappa delle risorse minerarie nazionali. Ma dove sono in Italia queste terre rare? Sull’Appennino ligure emiliano, sulle Alpi occidentali, in Trentino, in Carnia e in Sardegna si trova il rame. Giacimenti di tungsteno esistono in Calabria, in Sardegna e sulle Alpi. In Piemonte e in Sardegna c’è il cobalto, in Toscana la magnesite e sulle Prealpi venete i sali magnesiaci. Un mega-giacimento di titanio si trova sotto il parco naturale del Beigua nel Savonese, le bauxiti dalle quali si estrae l’alluminio sono in Sardegna, in Puglia e nell’Appennino centrale. Nelle solfatare siciliane si trova lo stronzio, mentre il litio è stato scoperto nei fluidi geotermici di Toscana, Lazio e Campania. La barite è stata trovava nel Bergamasco, nel Bresciano e in Trentino, la grafite nel Torinese, nel Savonese e nella Sila.

Miniere in Italia, la MAPPA. Ecco dove sono le materie prime critiche (e non solo)

Claudia Cervi

Rame, litio, cobalto, barite, berillio, nichel, tungsteno e zinco: materie prime presenti in Italia, necessarie per la transizione energetica e digitale, ma non sfruttate. Ecco la mappa.

Le miniere in Italia rivestono un ruolo cruciale nella fornitura di materie prime critiche, indispensabili per l’industria moderna. Questi materiali sono essenziali per la produzione di acciaio, alluminio, elettronica e tecnologie avanzate per la transizione energetica e digitale.

Attualmente, nel nostro Paese sono operative 76 miniere, di cui 22 dedicate all’estrazione di materie prime critiche secondo l’elenco dell’Unione Europea. Tra queste, il feldspato è fondamentale per l’industria ceramica, mentre la fluorite è utilizzata ampiamente nell’acciaio, alluminio e refrigerazione.

Materie prime critiche in Italia Fonte Ispra

Tuttavia, il potenziale minerario italiano resta in gran parte inesplorato, con possibili giacimenti di litio, rame, tungsteno e altre materie prime strategiche che potrebbero ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la sicurezza economica nazionale.

Questo articolo offre una mappa completa delle miniere italiane e un’analisi delle risorse disponibili e delle implicazioni per il mercato globale.

Materie prime critiche fondamentali per l’industria italiana

Le materie prime critiche sono fondamentali per diverse industrie strategiche. In Italia, vengono estratti feldspato e fluorite. Il feldspato, con 20 siti estrattivi, è essenziale per l’industria ceramica, utilizzato nella produzione di piastrelle, stoviglie e altri prodotti ceramici. La fluorite, estratta in due siti nei comuni di Bracciano e Silius, ha un largo uso nell’industria dell’acciaio, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione, grazie alle sue proprietà chimiche e fisiche.

La miniera di fluorite di Genna Tres Montis, nel Sud della Sardegna, è destinata a diventare una delle più importanti d’Europa una volta terminati i lavori di ristrutturazione e rappresenta un asset strategico per il Paese.

Mappa materie prime critiche (Feldspato e Fluorite) Mappa materie prime critiche (Feldspato e Fluorite) Fonte ISPRA

 Inoltre, la presenza di altre materie prime critiche come il litio, scoperto in quantitativi importanti nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani, sottolinea il potenziale inespresso del sottosuolo italiano. Il litio è cruciale per la produzione di batterie, auto elettriche e altre tecnologie legate alla transizione energetica e digitale. Tuttavia, dopo un boom nel novembre 2022, ora i prezzi del litio sono in caduta libera, rendendo meno economica la sua estrazione.
Anche i
prezzi futures sul rame
hanno perso circa il 22% dai massimi di maggio, come si osserva dal seguente grafico.

Prezzi futures rame Prezzi futures rame Fonte Tradingview

Grandi aziende minerarie globali, come Altamin , Vulcan Energy e altre società australiane, hanno però manifestato un forte interesse per l’estrazione in Italia, puntando sui potenziali giacimenti di litio e altre materie prime strategiche. Questi sviluppi potrebbero ridurre significativamente la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la sicurezza economica nazionale, contribuendo al contempo alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica.

Miniere inattive e potenzialità

Oltre alle miniere attive, l’Italia possiede numerosi giacimenti storici che potrebbero essere rivalutati alla luce delle nuove tecniche di esplorazione e dell’andamento dei prezzi di mercato.

Depositi di rame sono già noti nelle colline metallifere, nell’Appennino ligure-emiliano, nelle Alpi occidentali, Trentino, Carnia e Sardegna.

Pirite, Rame, Zolfo in Piemonte - Fluorite, Piombo, Zinco, e altri metalli nelle Alpi orientali Pirite, Rame, Zolfo in Piemonte – Fluorite, Piombo, Zinco, e altri metalli nelle Alpi orientali Fonte Ispra

Il manganese, estratto soprattutto in Liguria e Toscana, e il tungsteno, documentato in Calabria, Sardegna e nelle Alpi centro-orientali, rappresentano ulteriori risorse di valore.

Il cobalto, presente in Sardegna e Piemonte, e la magnesite in Toscana, evidenziano la diversità mineraria del Paese. Giacimenti di titanio, bauxiti e terre rare completano il quadro delle potenzialità minerarie italiane. Le recenti scoperte di litio nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani, con sette permessi di ricerca già rilasciati, evidenziano una promettente opportunità di estrazione a basso impatto ambientale.

Ripercussioni sul mercato mondiale

La riscoperta e valorizzazione delle risorse minerarie italiane può avere significative ripercussioni sul mercato mondiale. L’aumento della produzione nazionale di materie prime critiche ridurrebbe la dipendenza dalle importazioni, stabilizzando i prezzi e migliorando la sicurezza delle forniture.

In un contesto globale in cui la Cina domina il mercato delle materie prime critiche, l’Italia, con una politica mineraria efficiente, potrebbe diventare un attore chiave in Europa, contribuendo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Il Critical Raw Materials Act dell’UE impone obiettivi ambiziosi, tra cui l’estrazione del 10% delle materie prime critiche dai territori europei entro il 2030.

L’Italia, con le sue risorse minerarie e un adeguato sostegno politico e normativo, può giocare un ruolo strategico nel raggiungimento di questi obiettivi, promuovendo al contempo un modello di sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzato.

Per rilanciare le miniere, il governo ha stabilito un piano per il rilascio delle autorizzazioni, con tempi di risposta di massimo 18 mesi per le estrazioni e 10 per il riciclo. È previsto anche un regime di royalty per le concessioni minerarie strategiche dal 5% al 7%, senza alcun diritto di prelazione per aziende italiane.

FONTE https://www.money.it/miniere-in-italia-la-mappa-ecco-dove-sono-le-materie-prime-critiche-e-non-solo

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