Quale ruolo gioca Nestlè in questo enorme mercato dell’oro blu? La multinazionale svizzera è il numero 1 mondiale nel mercato dell’acqua in bottiglia, seguita da Danone. Vengono poi Coca-Cola Co. e PepsiCo.

Per procurarsi la materia prima, Nestlè Waters compra nel mondo delle concessioni di prelievo e delle sorgenti, dalle quali pompa delle quantità enormi di acqua. Le conseguenze sulle regione circostante sono spesso giudicate catastrofiche.

Peter Brabeck-Letmathe, Presidente emerito, ex presidente e CEO del gruppo Nestlé aveva ribadito agli inizi della sua carriera in azienda di non considerare l’acqua come bene pubblico, bensì una risorsa che pochi devono accaparrarsi e trasformare in merce vendibile.

Il 28 luglio 2010 l’ ONU dichiarava per la prima volta nella storia il diritto all’acqua definendolo testualmente  “un diritto umano universale e fondamentale”. Il 30 Dicembre 2017 ìl presidente della Nestlè, Peter Brabeck-Letmathe, chiede la privatizzazione dell’acqua stracciando così una risoluzione fondamentale presente nella Dichiarazione universale dei diritti umani quale estensione del diritto alla vita. Considerava l’acqua una risorsa che pochi devono accaparrarsi e trasformare in merce vendibile. 

Peter Brabeck-Letmathe affermava: “Gli esseri umani non hanno il diritto di accedere liberamente all’acqua”, questa era la visione di chi era a capo di una delle multinazionali più influenti del pianeta.

Ha poi fatto marcio indietro, ma solo a parole. La Nestlè la pensa proprio in questo modo. Lo mostrano i fatti. La merce prodotta è, tra le tante, la seguente…

Acqua contaminata per oltre 15 anni, una frode da €3 miliardi.  Nestlé inganna i suoi consumatori dal 2010

Giacomo Astaldi

Nuove indagini sul caso dell’acqua contaminata di Nestlé mostrano che la multinazionale ha utilizzato tecniche di depurazione vietate dal 2005 o addirittura dal 1993.

In un’indagine sul trattamento fraudolento delle acque minerali da parte di Nestlé, che Médiapart ha potuto consultare, il colosso svizzero avrebbe utilizzato trattamenti vietati per le sue acque minerali da più di 15 anni.

Se confermata, si tratterebbe di una frode dal valore di oltre 3 miliardi di euro.

Nestlé userebbe trattamenti dell’acqua vietati dal 2005

Il rapporto dell’indagine, emanato dalla Direzione generale della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF), e consultato dalla testata investigativa indipendente francese, si concentra sulle acque Contrex, Hépar e Vittel per le quali Nestlé «utilizza trattamenti vietati almeno dal 2005, per alcuni anche dal 1993, e questo in modo permanente», si legge su Médiapart. Ciò sarebbe dovuto alla frequente contaminazione batterica.

Tuttavia, questi «processi non sono conformi alla normativa francese», riferisce una nota interna dell’azienda, e alcuni di questi trattamenti non rispondono in alcun modo alle «esigenze di sicurezza sanitaria», secondo le indagini.

La risposta di Nestlé Waters France

Il report menziona in particolare l’acquisto nel 2005 di apparecchi UV e rileva «l’uso non autorizzato di filtri almeno dal 2010». Questa pratica ha permesso all’azienda di guadagnare più di 3 miliardi di euro:

“La differenza di fatturato realizzata vendendo questi prodotti come acqua minerale naturale invece che acqua resa potabile mediante trattamento è stimata in 3.132.463.297,00 euro per i diversi marchi e relativi periodi di reato”, secondo gli investigatori.

Nestlé Waters France ha riferito all’AFP di confutare «fermamente il metodo di calcolo e la determinazione dei costi comunicati da Médiapart».

Patogeni e batteri nell’acqua oltre il limite di legge

Nestlé ha contattato le autorità nel 2021 per regolarizzare la situazione e ha dichiarato di aver “ritirato i trattamenti in questione” da allora. I risultati dei controlli, effettuati da gennaio 2020 a marzo 2022, mostrano che diverse sorgenti d’acqua sono contaminate da agenti patogeni e batteri eterotropi al di sopra del limite legale, a volte anche fino all’85%, secondo Médiapart.

FONTE https://www.money.it/acqua-contaminata-da-oltre-15-anni-una-frode-da-eur3-miliardi-nestle-inganna-i-suoi-consumatori-dal-2010

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