È il caso delle cosiddette “scie chimiche”, che stanno diventando sempre più ufficiali. Qualche settimana fa era stato il Corriere della sera ad ammetterle e a chiedere: “Le Scie Chimiche per salvare il clima?”
C’è da chiedersi come mai si introduca ora un termine che fino all’altro ieri era usato da ” deficienti e malpensanti”.
Per anni, le scie di navi e aerei NON sono state prese in considerazione nelle statistiche e nei vari database, e le varie COP e i vertici sul clima hanno ignorato questa realtà.
Su Focus leggiamo un titolo sorprendente che probabilmente intende rassicurare. La scelta delle parole è significativa, e anche il riferimento alla minore nocività di queste scie rilasciate. Quale strategia stanno perseguendo? Una consapevolezza troppo diffusa che deve essere disinnescata?
L’inquinamento atmosferico causato dal trasporto marittimo è diminuito. Lo dicono le “scie chimiche” delle navi
Negli ultimi due anni è diminuito l’inquinamento atmosferico legato al traffico marittimo nei nostri oceani. Lo ha notato la Nasa che osserva da anni le “scie chimiche” lasciate dalle navi.
Anche gli oceani hanno le loro “scie chimiche”: sono quelle lasciate dalle navi da carico durante la loro navigazione. A guardarle ci pensano i satelliti che possono così seguire le trafficate rotte marittime del nostro pianeta, dal Pacifico settentrionale al Mar Mediterraneo. Dal 2020, però, qualcosa è cambiato. I rilevamenti dallo Spazio hanno mostrato una riduzione dell’inquinamento che quelle nubi trasportano con sé, al punto che in molti casi sono scomparse del tutto.
“Merito” della frenata del commercio internazionale dovuta alla pandemia? Non solo. Nel 2020 infatti l’Organizzazione marittima internazionale (Imo) ha introdotto un regolamento che limita dell’86 per cento il contenuto di zolfo che può essere emesso dalle navi. Gli effetti si sono visti appunto via satellite: la quantità di scie delle navi è dimezzata. I dettagli si leggono in uno studio pubblicato di recente su Science Advances.
UN VENTENNIO DI OSSERVAZIONI. I ricercatori hanno spiegato come sia stata utilizzata l’intelligenza artificiale per mappare le tracce lasciate dalle navi, raccolte in circa 17 anni di immagini catturate dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (Modis) della Nasa a bordo del satellite Aqua. «Senza questo tipo di strumento e di campionamento su larga scala delle scie delle navi, non si sarebbe potuto seguire la dimensione del problema e capire se davvero si è di fronte a un miglioramento». Le scie della navi furono osservate per la prima volta nelle immagini satellitari meteorologiche acquisite negli anni Sessanta e definite come “linee di nuvole anomale”.
Esempio di “nubi o scie delle navi” catturate dal satellite Aqua. © Nasa
Si capì immediatamente che erano formate da vapore acqueo che si agglomerava attorno a piccole particelle di inquinamento (aerosol) prodotte dagli scarichi delle navi. Le goccioline altamente concentrate diffondono più luce e quindi appaiono più luminose delle nuvole marine non inquinate che si formano come conseguenza della loro concentrazione attorno a particelle più grandi come il sale marino. (ndr formulato in modo quasi poetico)
RIDUZIONE REALE. Limitando il contenuto di zolfo nel carburante (si è passati dal 3,5 per cento all’attuale 0,5 per cento) si è modificato profondamente la composizione chimica e fisica degli scarichi delle navi. Meno emissioni di zolfo hanno significato meno particelle di aerosol rilasciate a formare le “nubi delle navi”.
Nel 2020 e nella prima parte del 2021, la riduzione del traffico marino a causa della pandemia ha ridotto ulteriormente l’inquinamento dell’1,5 per cento. Ma anche con la ripresa del commercio l’inquinamento generale è rimasto al di sotto di quel che c’era prima degli anni Venti di questo secolo, dimostrando una volta per tutte che era proprio il contenuto di zolfo a creare i danni peggiori.
https://www.focus.it/scienza/scienze/inquinamento-atmosferico-navi-diminuito-scie-chimiche
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