L’economista russo Valentin Ju. Katasonov commenta il Great Reset di Klaus Schwab. Un’analisi lucida, tagliente, senza mezzi termini. Katasonov non esprime soltanto un parere personale bensì, come spiega il russista Mauro Belardi, la profonda avversione dell’intelligencija russa, credente o atea, per la religione dell’egoismo, che gli occidentali denominano: liberismo.  

           

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OH CORAGGIOSO UOMO NUOVO!

DI VALENTIN KATASONOV

fondsk.ru

Metodologie di “soft power” nella distopia di A. Huxley

La letteratura, nel genere distopico, sta diventando sempre più richiesta. Ciò non sorprende: ci sono seri indicatori del fatto che l’umanità si sta muovendo con passi da gigante verso un nuovo ordine mondiale. E le distopie possono contenere indizi su che tipo di ordine si tratta.

Menziono le più famose distopie: Noi” (1920) di Evgenij Zamjatin; “Kotlovan” (1930) di Andrej Platonov, “Il mondo nuovo” (1932) di Aldous Huxley, “Guerra delle Salamandre (1936) di Karel Čapek, “La fattoria degli animali” (1945) e “1984” (1948) di George Orwell, “Fahrenheit 451”(1953) di Ray Bradbury,“La rivolta di Atlante”(1957) di Ayn Rand,“Arancia meccanica”(1962) di Anthony Burgess,“L’ora del toro”(1970) di Ivan Efremov e altre.

Una caratteristica distintiva di tutti i sistemi sociali “ideali” è la loro stabilità, l’assenza di rivoluzioni, si altri sconvolgimenti sociali, dell’ingiustizia, della fame e, soprattutto, la “felicità” universale. A prima vista, è più corretto chiamare utopie tali modelli di società –non è questo ciò che hanno sognato molti pensatori e personaggi pubblici del passato, denominati utopisti?

Tuttavia, a un esame più attento, molte utopie, specialmente nei tempi moderni, sono distopiche; prevedono il raggiungimento di buoni obiettivi con buoni mezzi a di poco non molto buoni.

In tutte le opere del genere distopico, senza eccezioni, la posizione più importante è data alla scienza e alla tecnologia. Le società “ideali” sono create sulla base di vari risultati del progresso scientifico e tecnologico. Analizzando il romanzo distopico Evgenij Zamjatin “Noi”, ho menzionato alcuni miracoli scientifici e tecnici che garantiscono la “felicità” nello Stato Unico. La scienza e la tecnologia, in questo romanzo come in altre distopie, appaiono in tre ipostasi.

In primo luogo, come mezzo per comprendere il mondo e conquistare la natura al fine di soddisfare i bisogni materiali di tutti i membri della società. Quindi, nel romanzo “Noi”, il problema alimentare è risolto dalla transizione generale alla produzione di prodotti alimentari dalla nafta.

In secondo luogo, come mezzo di costruzione della società similare a una gigante macchina, dove ogni persona è un piccolo componente. Nel romanzo “Noi”, la collettività di tutte le persone [come] in un formicaio si realizza utilizzando le Tavole delle Ore e il sistema del Taylorismo.

In terzo luogo, come mezzo per ricreare la persona stessa. Esempi di tale interferenza nella natura umana, si vedono anche nel romanzo “Noi”. Alla fine del romanzo, il Benefattore (il capo dello Stato Unico) firma un decreto, secondo cui tutti i numeri (i cosiddetti cittadini dello Stato) subiscono la Grande Operazione per rimuovere il “centro della fantasia” dal cervello. Questo è uno dei mezzi più radicali per privare una persona della sua anima (una persona non dovrebbe averla, le impedisce di essere felice).

FONTE https://comedonchisciotte.org/oh-coraggioso-uomo-nuovo/

CENT’ANNI FA IL CAPOLAVORO DISTOPICO RUSSO CHE ISPIRÒ 1984 DI GEORGE ORWELL: “NOI”

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