Il discorso del 2012 di un generale di alto rango riguardo allo strumento meteorologico e alle forze della natura come arma rimane una delle testimonianze più importanti sull’argomento. probabilmente la più importante di tutte. I generali hanno familiarità con le armi presenti nei loro arsenali e la NATO ha incluso questo strumento già nel 1960. Quindi il generale della Nato Fabio Mini potrebbe aver messo in gioco la sua reputazione per una buona ragione. Dunque, se era disposto a esporsi con affermazioni sgradite, significava che riteneva che la situazione fosse seria. Che era giunto il momento di informare il pubblico. Oggi questo sembra più urgente che mai.

La stampa invitata si è tenuta lontana dall’incontro.

Il generale è stato messo a tacere all’indomani di questo evento. In questi giorni ha di nuovo una certa visibilità, ma  commenti sprezzanti non sono mancati. 

Sono passati dieci anni da quell’incontro. Il discorso del generale è più che mai attuale e straordinariamente ricco di rivelazioni. Ma bisogna saper ascoltare, e ascoltare con mente aperta. Mini aveva trasmesso così tante informazioni importanti da aver evidentemente sopraffatto parte del pubblico; la sala, inizialmente gremita, si era svuotata per metà. Si spera che il pubblico in fuga abbia potuto ascoltare questo importante discorso con maggiore attenzione in un momento successivo.

Non è troppo tardi, c’è ancora tempo per ascoltare il Generale e, viste le disastrose condizioni meteorologiche, è estremamente importante. Mini comprende la complessità della questione e traccia un quadro davvero illuminante.

Il lavoro nostro successivo e lo studio approfondito di molti dati hanno confermato pienamente i suoi racconti; il portale fornisce oggi un ampio materiale per la verifica e ulteriori informazioni.

Per non dimenticare, la data che viene indicata come quella in cui si vuole possedere il tempo è molto vicina: l’anno 2025. Uno studio dell’aeronautica militare statunitense “Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025” del 1995 (tradotto da noi),  delineava i piani da sviluppare per conseguire nell’arco di 30 anni il controllo del tempo meteo a livello globale.  Secondo il generale Mini, gli obiettivi ivi formulati non riguardavano il possesso del clima, ma il possesso del controllo meteorologico e dello spazio atmosferico in un determinato luogo, in un determinato momento. Si tratta della possibilità di destabilizzare una regione o un paese, in qualsiasi parte del mondo.

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Intervista Gen. Fabio Mini – 2012 – versione breve

Intervista Gen. Fabio Mini – 2012 – versione integrale

GENERALE FABIO MINI: LA GUERRA AMBIENTALE È IN ATTO (2012)

Intervento del generale Fabio Mini alla conferenza di Firenze del 27 ottobre 2012:  La guerra ambientale è in corso, dalle mistificazioni scientifiche del riscaldamento globale alle manipolazioni globali della geoingegneria.

Trascrizione completa (PDF)

Moderatore GB:

Diamo la parola al Generale Mini, che non ha bisogno di grandi presentazioni comunque è stato responsabile delle comunicazioni dell’esercito per più anni, ha diretto le operazioni in Kosovo

e comunque la biografia la trovate anche sul sito nogeoingegneria.com

Generale a lei.

Generale Fabio Mini

Grazie, grazie dell’incoraggiamento poi aspettiamo alla fine per vedere dopo quello che ho detto se applaudite ancora.

È una minaccia questa….

L’argomento ovviamente è di un interesse estremo e io mi sento anche un po’ responsabile di questo allargamento dell’interesse dopo aver scritto quell’articolo su Limes circa 5-6-7 anni fa, non mi ricordo, in cui parlavo di una guerra ambientale che non era un’ipotesi o comunque una cosa potenzialmente possibile, ma era una cosa che stava già in atto, che c’è già, tutto sta a vedere che cosa vuol dire guerra ambientale, se dalla guerra ambientale ci dobbiamo aspettare gli stessi effetti di una guerra tradizionale oppure gli effetti di una guerra nucleare o anche addirittura peggio.

Tutto sta a vedere se siamo abituati, se siamo pronti ad affrontare l’idea di una guerra ambientale  oppure se non lo siamo.

Guardate, Pennetta ha citato SUNZOU molte volte, che uno degli elementi fondamentali per capire se una guerra è possibile o non è possibile, non è avere gli strumenti o la tecnologia, è avere la voglia di farla, badate che se uno ha voglia di fare la guerra non gli servono gli strumenti, va avanti a schiaffi, e continua a prenderli o a darli e va avanti fino a che non crede di aver raggiunto il suo obiettivo.

Quindi questo elemento della volontà è un fatto direi essenziale per capire e per dare la giusta interpretazione a quello che si vede e che si manifesta, che è apparente, che si vede, che ha degli effetti, e poi nella volontà che sta dietro il fenomeno stesso.

Per cui quella volta quando dissi che la guerra ambientale era una cosa in atto, avevo fatto così una specie di carrellata sullo spirito della ricerca militare anche nei confronti dell’ambiente.

Allora attenzione, sono già molti anni che le Nazioni Unite con una convenzione hanno bandito la guerra ambientale, l’hanno bandita, perché chiamano guerra ambientale qualsiasi modificazione dell’ambiente o qualsiasi violenza sull’ambiente destinata a scopi bellici.

Per cui la guerra ambientale propriamente detta è proibita, mettiamoci il cuore in pace, solo che non ci mettiamo il cuore abbastanza in pace perché il 90% delle cose che sono proibite dall’ONU sono fatte normalmente tutti i minuti.

Sì, perché vedete le nazioni si trovano sempre concordi nel condannare, nel fare queste dichiarazioni di massima, ma quando poi si tratta di mettere il dito e puntare il dito sui responsabili e trovare le responsabilità e poi fare combaciare le responsabilità con la pena, con la sanzione….

se si sta al punto teorico va tutto bene, quando si arriva al secondo passaggio è già un problema.

Pensiamo soltanto a quanti anni ci abbiamo messo per avere una corte penale internazionale e ancora adesso fa fatica a lavorare.

Quindi avere la possibilità di farlo, e i militari hanno la possibilità di condizionare l’ambiente, non significa che poi possano veramente condurre una guerra ambientale o che vogliano condurre una guerra ambientale.

Una cosa mi sono permesso di fare io, 1° non prendiamo tutto per oro colato, andiamo a verificare se ci sono delle basi scientifiche che sono dietro certe manifestazioni.

Prendiamo le scie chimiche, ma poi alle scie chimiche ci arriveremo.

Un grande impegno che mi sono preso è stato quello di dire a dei ragazzi di varie associazioni,

mi ricordo un gruppo di Viterbo, il quale mi diceva di insistere su questo argomento.

Gli ho detto “Ragazzi, prima di insistere su questo argomento….”

Obiettivamente non ho prove, non ho nessuna prova, e siccome obiettivamente tutte le prove, o le cosiddette prove che trovo su internet, sono tutte quante di parte, vengono da determinate fonti non troppo attendibili, voi che siete a Viterbo, voi che avete l’Università della Tuscia, l’università della Tuscia è specializzata in agraria, è una delle prime a livello europeo se non mondiale in questo, che ha anche degli strumenti per analizzare quali sono gli effetti o le modalità di intervento con gli antigrittogamici, con i fertilizzanti, e con tutta questa roba, perché non fate fare all’Università di Viterbo un bell’esame spettrografico?

non c’è bisogno di mandare un uomo sulla luna, basta fare soltanto un’analisi spettrografica della scia in quel momento, e da lì, da quello che contiene si può anche risalire a chi ha interesse a fare e cosa non fare.

I ragazzi di Viterbo non mi hanno più dato risposta, il convegno al quale dovevo partecipare e per il quale avevo messo questo vincolo “fatemi sapere che cosa trovate, fatemi sapere se fate una sperimentazione o comunque un accertamento di questo genere” e su quei dati poi discutiamo, non discutiamo sui dati di internet”. 

Non discutiamo neanche su quei dati che io portai nell’articolo di Limes di quegli anni ho citato, a dire la verità già avevo un po’ di sentore che la cosa non funzionava, ho citato uno scienziato di origine militare Thomas Beardon che era un accesissimo sostenitore del fatto che la guerra ambientale non fosse teorica ma era pratica, era in atto e l’Unione Sovietica negli anni 70 aveva già cominciato degli esperimenti pazzeschi sulle onde scalari, che si chiamavano onde longitudinali a lunghissima frequenza o a bassissima frequenza, i sovietici tendevano per la lunga, lui sosteneva che la guerra fosse in atto e che i mutamenti climatici, non di tempo meteorologico locale, ma i mutamenti climatici che stavano avvenendo negli Stati Uniti a fine anni 70 inizio anni 80 erano causati da questa guerra che i sovietici avevano in atto io tutte le volte che sento queste cose tra russi e americani vabbè è vero, è stato vero noi abbiamo avuto la guerra fredda, ne portiamo ancora le conseguenze, ma poi se andiamo a vedere quanta fosse la potenzialità di uno e dell’altra era già un livello diverso oltre a tutto siccome le due cose erano speculari durante la guerra fredda ma anche prima, io dicevo  se Beardon dice che i sovietici fanno una cosa di questo genere, devo mettere al 99% di sicurezza o di probabilità che gli americani lo stiano già facendo o che lo abbiano già fatto per cui siamo veramente in una situazione non più di una guerra potenziale ma di guerra attiva in un altro ambiente.

Ora l’ambiente militare, ed era questa la cautela che io mettevo, deve essere tenuto sotto controllo perché una caratteristica dell’ambiente militare, parlo dell’ambiente militare attuale, non parlo dei tempi antichi anche se gli effetti erano gli stessi, l’ambiente militare ha una predilezione per la tecnologia, tutto quello che è tecnologicamente avanzato viene fatto, la scienza e la tecnologia degli 40 50 e 60 ha viaggiato sull’onda della richiesta militare e la richiesta militare non era per cose attuabili a breve termine era per dei programmi e degli sviluppo a lungo e lunghissimo termine.

La seconda cosa, non è vero che esiste una moralità che possa impedire alla scienza o alla tecnologia di fermarsi ad un certo punto.

Abbiamo visto con gli ordigni atomici prima, con gli ordigni nucleari dopo o con qualsiasi altra tecnologia nell’ambito militare questo vincolo morale non esiste

adesso non esiste più neanche non è recentissimo, è di molti anni, la teoria delle relazioni internazionali che si chiama realista, la quale elimina qualsiasi influenza della moralità

sulle relazioni internazionali per cui si possono fare le cose più turpi senza intaccare assolutamente intaccare la parte morale.

La scienza, l’amore per la scienza, la voglia soprattutto di incrementare la conoscenza e la tecnologia portano i militari ad impiegare e usare anche le scoperte scientifiche o gli strumenti scientifici a loro livello immaturo.

Una cosa è avere un’arma, averla testata e sapere che cosa fa, quali sono gli effetti e tutto il resto e coscientemente la si applica.

Un’altra cosa è avere un inizio di tecnologia che può essere utilizzato, c’è la possibilità di usarlo per scopi militari, e non è che si aspetta alla fine di vedere come va questo tipo di tecnologia.

Si comincia subito.

Quindi la remora morale, non bisogna contare su questa, non c’è nell’ambito tecnico-militare.

Si può fare si fa!

Non c’è neanche la remora politica, per cui l’ambito militare, l’ambito scientifico che si combinano e l’ambito industriale ovviamente si combinano, hanno l’appoggio della politica stessa.

Se la politica dello stato, e qui si arriva alla famosa volontà, ha voglia di ricorrere a determinati armi e strumenti per avere un vantaggio di carattere competitivo allora questa cosa viene fatta anche se è allo stato immaturo.

Queste erano le mie cautele, quindi senza fare della fantascienza, o della fantapolitica andare a vedere dietro chi c’è dietro e chi non c’è e poi analizziamo se esistono gli esempi o le possibilità perché questo venga fatto.

Vi devo dire da quegli anni a questi ultimi giorni, non solo queste cautele mi diventano ancora più importanti, ma le possibilità teoriche e pratiche che l’ambito militare abbia a disposizione delle tecnologie invasive nei confronti dell’ambiente mi cominciano a diventare delle certezze, anche perché poi sono gli stessi scienziati e militari che le pubblicano, non ci sono dei grandi segreti

Perché è importante l’ambiente nell’ambito militare?

1° a livello proprio basilare delle operazioni che avvengono sul terreno.

Vi ricordate la guerra contro la Serbia per il Kosovo?

Bene, sono stati 72 giorni di bombardamenti aerei, 72 giorni.

Io mi ricordo c’erano gli aerei che andavano e tornavano con il munizionamento e lo dovevano buttare nel mare Adriatico perché non avevano trovato gli obiettivi perché non ce n’erano più

Erano 4 volte che bombardavano lo stesso ponte, lo stesso trattore, non se ne poteva più

Perché 72 giorni, quando in realtà l’idea era di fare la guerra in una settimana

La direttiva delle forze alleate era di concludere le operazioni aeree in 1 settimana.

Perché?

Perché ogni volta c’era una nuvoletta piccola piccola come quella di Fantozzi che impediva al satellite o alla ricognizione aerea di individuare l’obiettivo e allora tutta la missione tornava indietro, ritornavamo da capo

Oppure invece di andare su quell’obiettivo pianificato si andava sul 2° o 3° obiettivo di riserva.

Chi è militare lo sa, ce ne sono qui diversi, sa come funziona.

72 giorni di stillicidio, 72 giorni di spesa,

72 giorni anche di dolore e di sofferenza per la popolazione.

Sia uno che l’altro, da tutte e due le parti.

Quando si parla e si parlava già dal 1996 della ricerca per possedere il tempo atmosferico entro il 2025, che è uno studio dell’aeronautica militare ed è un progetto dell’aeronautica militare che è cominciato nel 1995 e si proietta fino al 2025.

Ci siamo quasi arrivati al 2025

e se tanto mi da tanto, ci sono anche dei risultati parziali

e se tanto mi da tanto secondo quel concetto che vi dicevo che le tecnologie nella loro fase iniziale vengono comunque provate, non metterei la mano sul fuoco sul fatto che non ci sia nessuno che non abbia già provato determinate cose.

Cosa vuol dire possedere il tempo atmosferico?

Non è possedere il clima, è possedere il tempo atmosferico, la condizione atmosferica in un luogo per un tempo determinato e il tempo necessario per condurre una operazione.

C’è la nuvola di Fantozzi, molto bene, parte qualcuno con un aereo con determinati agenti, possono essere polimeri, possono essere ioduro d’argento, possono essere altre sostanze chimiche e la nuvola improvvisamente scompare o comunque si sposta e va da un’altra parte.

Si riesce a vedere, si bombarda quello che si deve bombardare e si ritorna indietro.

Questo concetto che è intuitivo nel progetto dell’aeronautica degli Stati Uniti doveva essere una capacità, era un moltiplicatore di potenza a livello quasi globale, cioè gli USA nel 1995 cercavano di avere per il 2025 la possibilità di regolare il tempo atmosferico in ogni parte del mondo per il tempo necessario per fare l’operazione voluta in quella parte del mondo che non è poco, che non è poco.

La ricerca sul clima è una delle cose più complicate che ci sia.

Voi sapete che è stato un meteorologo Lorenz che si è inventato la teoria del caos strutturato che è una teoria che governa almeno fino adesso il sistema mondiale proprio sull’osservazione stranissima di una elaborazione, di una previsione meteorologica.

Lui aveva questo computer che andava ancora con le schede, aveva preso il modello matematico per la previsione dei 10 giorni successivi, l’ha messo dentro nel computer, ha fatto girare il computer, erano lenti, e questo computer per tutta la notte è andato avanti.

Dati dati dati.

Il mattino dopo lui è arrivato e ha visto l’ultima strisciata, diceva: Domani piove

Allora per verificare come fanno tutti i buoni scienziati, lui è andato a vedere se questo risultato era coerente, quando è che si stabilizzava il risultato. E lui ha visto che il risultato di questo domani piove si era stabilizzato alle 2 di notte. Prende il dato da lì in poi e lo rimette un’altra volta nel computer per farlo girare un paio d’ore  per vedere se conferma, e lui non aveva dubbi che doveva essere confermato il risultato finale.

Sbagliato!

Domani c’è il sole, come sarebbe?

Allora lui è andato a verificare come mai e ha trovato un’elaborazione secondo me geniale. Ha individuato una formula che mette in relazione un evento futuro con l’evento precedente condizionato da un fattore che è costante che comunque è immateriale ed è finito e da un fattore che è irrazionale, è un numerino irrazionale e questo numerino può essere dato come volete.

Siccome il numerino irrazionale ha infiniti decimali non è vero che una elaborazione a 28 decimali è ferma quando i 28 decimali continuano a ripetersi. No! c’è il 138° decimale che continua a lavorare e il 138° decimale che continua a lavorare, è quello che poi alla fine fa cambiare dal nero al bianco tutta la situazione.

Bene, quando l’elaborazione meteorologica fa vedere che il clima ha una caratteristica entropica se succede che qualche cosa da una parte ne succede un’altra da un’altra parte.

La famosa farfalla è l’immagine che è stata data di questa elaborazione Il battito di ali di una farfalla da una parte, produce un tifone da un’altra parte.

Questa è l’immagine ma questa è.

Bene, se c’è qualcuno che altera ed è capace di alterare le condizioni meteorologiche da una parte,  c’è da qualche altra parte qualcuno che ha la condizione avversa se c’è qualcuno che trae un vantaggio, dall’altra parte c’è qualcuno che paga quel vantaggio e non è detto che lo paghi in maniera lineare, non è che se c’è uno che guadagna l’altro perde.

No, anche qui vale la questione caotica nel senso che l’irrazionale fa in modo che questa quantità sia diversa, poi dopo, nel lungo termine tende a equilibrarsi. Però poi nel frattempo c’è qualcuno che fa una piccola prova per alterare il tempo meteorologico da una parte e succede una catastrofe dall’altra parte immediatamente.

Poi se uno fa l’elaborazione del secolo magari la cosa è quasi normale. E allora si comincia a vedere come già l’influenza di una cosa molto banale e intuitiva come quella di controllare la nuvola che non mi fa vedere un obiettivo è già una cosa che è importante.

Ma non finisce qui.

Dall’elaborazione del controllo del tempo meteorologico c’è qualcuno che in quegli anni comincia a pensare di far cambiare il clima nel senso che non ci deve essere una condizione temporanea che può essere alterata e sfruttata, ci deve essere una condizione permanente o di lunghissimo termine che altera le condizioni di tutta l’area.

Allora qualcuno si è messo a studiare

Non so se ricordate il Niño.

Se andate in Perù e andate verso il lago Titicaca c’è una zona a 3-4000 metri d’altezza dal livello del mare

C’è una zona che è completamente salinizzata e quando ho chiesto al villico: Cos’era un mare salato una volta?

Ed era vero, poi mi sono andato a informare

L’alterazione del Niño, che è un fenomeno che si ripete ciclicamente, aveva portato sulla costa di una corrente costiera porta dei disastri drammatici a 1500 km all’interno e a 3-4000 sul livello del mare

Il villico lo sapeva.

E così qualcuno ha cominciato a pensare ma questa Europa che sta ci rompe le scatole e che fa finta di essere grassa e che sta bene perché tutto sommato ha un clima temperato,  da che cosa è temperato questo clima?

Dalla corrente del golfo.

E perché la corrente del golfo? Perché ha qualcosa di gradi superiore alle acque circostanti per cui porta, bilancia, equilibra rende più temperato il clima da tutte le parti dove va.

Come si fa a modificare una corrente?

E c’è qualcuno che studia, se noi riusciamo a modificare di mezzo grado centigrado la superficie di una corrente, noi modifichiamo tutta la corrente e il suo percorso.

Le correnti marine sono strati di acqua di temperatura diversa e densità diversa quindi maggiore o minore concentrazione di sale che scivolano una sull’altra.

Sono fiumi nelle acque.

Ci sono delle carte di correnti che sono bellissime.

Bene, basta che una corrente di sotto che è più fredda salga leggermente sopra per cui tutto il clima di tutta la zona toccata dalla corrente del golfo può cambiare.

La stessa cosa per tutte le altre correnti, non solo, ma qualcuno ha cominciato a dire: ma se questi terremoti ci sono e fanno dei disastri cosi nei posti dove non possiamo arrivare possiamo indurre un terremoto? E qualcuno ha cominciato a studiare e dice sì in effetti sì si può fare allora torno al punto di prima.

Ci sono le conoscenze, ci sono le tecnologie, guardate che il terremoto non è una cosa banale ma anche il maremoto non è una cosa banale nel 1946 uno scienziato neozelandese  ha lavorato per inglesi e americani per provocare tsunami controllati e ci è riuscito poi per motivi suoi nel momento in cui l’hanno acchiappato e lo volevano mettere a libro paga per fare dei grandi tsunami lui non se l’è sentita si è fermato ed è tornato all’università in Oakland.

 Però nel frattempo gli americani che avevano finanziato il progetto precedente sapevano come fare.

Che ne sappiamo noi? Non lo sappiamo! Ma la tecnologia c’è, la conoscenza c’è e se viene poco poco la voglia di utilizzarli e qui andiamo veramente nella parte aleatoria troviamo qualcuno che lo fa.

E la convenzione delle nazioni unite che venga fuori e che ci dica che non è possibile o che comunque è un crimine non interessa assolutamente a nessuno.

Qual è elemento che mette in correlazione le cose che sono possibili con le cose che sono probabili?

Innanzitutto è 1°: veramente la politica.

Non è detto che la politica deleteria o la politica aggressiva poi trovi tutti quanti quelli della catena, gli scienziati i tecnici e alla fine poi anche i militari che siano consenzienti nell’impiegarlo.

Io non parlo del militare che gli mettono sopra un apparecchio sopra un aereo.

Gli danno la rotta, fai qui e lì vai avanti.

Lui prende va e fa.

Non è detto neanche che lui debba sapere che cosa sta facendo mentre è in giro per aria

Fra l’altro oggi ci sono tutti i sistemi di aerei senza guida umana per cui se uno vuol irrorare tutte le pianure del Kansas con una cosa qualsiasi lo fa senza neanche bisogno di metterci un pilota.

Kansas non è casuale

Per scopi agricoli, ovviamente.

Sempre per scopi “buoni” poi comunque.

 

Per cui la cautela è questa:

1° cautela: non esageriamo e cerchiamo di verificare

2° non esageriamo nel senso contrario, non è perché non ci crediamo la cosa non è possibile.

3° cautela, attenzione non ci sono vincoli, non ci sono remore, se c’è la possibilità di farlo si trova sempre qualcuno che lo fa

E non è che sia necessariamente criminale, attenzione, non è che possiamo prendere gli esempi di Hitler o di altri e dire l’hanno fatto loro e tutti quanti possono farlo

No, è anche una questione veramente di credere.

La forza della ideologia è una forza pazzesca, scombussola proprio il cervello ti prende e non finisce più.

Quando Tom Beardon parla dell’Unione Sovietica che ha già attuato i suoi incubi le sue ansie lui parla in termini esclusivamente ideologici, lui è preso in quella maniera e crede di sapere che ci sono determinate cose.

Come dicevo al Prof .Pennetta prima, io mi son dovuto ricredere proprio su Tom Beardon che avevo citato perché ho fatto degli ulteriori accertamenti e l’uomo è un matto, è un matto. (ndr Tom Bearden, morto di recente, trattava la storia di nuove armi elettromagnetiche scalari nel suo articolo “Historical Background of Scalar EM Weapons”.   pagina di Tom Beardon

L’associazione degli scienziati americani di cui era presidente e che in tutte le sue biografie dava a lui un certo prestigio e anche una certa autorevolezza, l’associazione ha sede a casa sua, il numero di telefono è il suo numero privato, e l’associazione se l’è fatta da solo, non so poi chi si è associato, penso sia rimasto l’unico ad essere associato.

Però quando ho chiesto agli amici guardate che l’uomo è credibile, mi hanno detto è matto, guardate che questo qui dice che voi lo volete far passare da matto per delegittimarlo, che è possibile, perché questo sempre andando con la teoria dell’inganno è una cosa normale, se voi volete veramente acquisire un vantaggio dovete delegittimare il vostro avversario.

La tecnica della guerra per bande, non tra stati, ma per bande là dove bande sono gruppi di persone associazioni corporazioni e tutto il resto che non hanno interessi istituzionali, non hanno rispetto istituzionale e fanno soltanto il proprio interesse.

Le bande possono essere criminali ma non necessariamente criminali, possono essere rivolte a interessi illeciti, fatti illeciti, attività illegali ma possono fare anche le attività legali. L’importante è qual è lo scopo, se questi vogliono veramente delegittimare, vogliono scalzare un sistema affinché venga costruito o si autocostruisca un sistema più favorevole ai propri interessi questi lo fanno e non devono necessariamente ricorrere alle guerre combattute o ammazzare la gente. La guerra per bande è un paradigma delle varie generazioni della guerra che è studiato, c’è la possibilità, si comincia a vedere quali sono le possibili bande, si individuano le bande dalle azioni, dalle attività che fanno.

Quindi questo castello deve essere sempre valutato e confrontato con quello che si riesce a fare e con quello che è la realtà.

Vi dico soltanto un paio di cose relative alla mentalità militare e a quello che dicono e sanno e dicono i militari oggi sul futuro.

Uno, tra i fattori fondamentali che le analisi di carattere strategico o geopolitico e anche i militare degli ultimi tempi cioè dal 2000 al 2015 sono questi i fattori, demografia, risorse ecc.

Io ho sintetizzato lo stato attuale di questi fattori con dei + e dei – molto semplici

Demografia è in aumento, meno di quanto si creda ma è in aumento

Il fenomeno demografico è un fenomeno pericoloso ma non tanto quanto si pensava 5-6 anni fa.

2. le risorse sono in netta diminuzione, tutti meno

3. economia: netta recessione, dappertutto, non stiamo a guardare che intanto la Turchia fa affari e va bene e la Cina fa affari e va bene, i problemi da una parte vengono e dall’altra parte vengono dopo.

4. proliferazione delle armi è leggermente più.

Si é arrestata perché i soldi cominciano a diminuire e qualcuno si è fermato.

5. ruolo degli stati nella definizione della minaccia ZERO negativo, cioè gli stati, le istituzioni statali non sono quelli che decidono o che vedono, prevedono la minaccia, ci sono altri che fanno l’analisi e la valutazione della minaccia, e guardate che fare la valutazione della minaccia è poi dare le indicazioni per la politica, e dare le indicazioni per le soluzioni. Se voi dite che Youssef… è un terrorista ed è una minaccia avete già individuato chi è l’obiettivo e avete anche individuato come eliminarlo.

Quindi chi è che decide cosa è minaccia e che cosa non lo è, è importante e questa capacità non è più nelle mani degli stati, neanche di quelli forti

Il presidente Bush ha dichiarato la minaccia che qualcuno gli ha detto.

Un disastro!

Il presidente Obama ha detto che la minaccia di quelli di prima era tutta da buttare. Non era tutta da buttare, ma comunque anche lui adesso sta pagando la perdita di credibilità per una politica fatta dalla valutazione di una minaccia che qualcun altro ha fatto per lui. E questo qualcun altro non sta dentro l’istituzione, che lavora per l’istituzione, è qualcuno che sta fuori dall’istituzione e lavora contro l’istituzione e qui torniamo al discorso di prima.

Fallimento degli stati, in aumento.

Così come ci sono stati, subito dopo l’implosione dell’Unione Sovietica, molti stati nuovi che si sono creati, altrettanti sono falliti.

Timor East ve lo ricordate voi?

Tutti quanti eravamo con il cuore aperto, finalmente Timor East diventa indipendente, questi portoghesi, il Vaticano che ci si metteva di mezzo, tutte queste belle cose.

Timor East ha le risorse di petrolio, di gas naturale.

Lo stretto di Timor è una delle zone più ricche, tutto vero, tutto a posto

Timor East è l’ultimo paese nella lista della ricchezza, è il più povero del mondo non solo è il più instabile del mondo e il più arretrato del mondo, in tutti i sensi.

I soldi che potrebbe prendere dallo sfruttamento dei propri giacimenti con un accordo cinquantennale con l’Australia, li prende l’Australia perché si sono divisi la torta, hanno detto gli australiani che hanno fatto l’operazione per portare Timor all’indipendenza, l’hanno guidata loro, hanno detto ci sono due bacini A e B, A prendiamo noi il 90% e voi il 10%. B prendete voi il 90% e noi il 10%. Tutti quanti contenti, abbiamo fatto un monumento e dato il Premio Nobel per l’economia e per la pace all’Australia. Il problema era che il giacimento A è attivo, il giacimento B no! C’era questo piccolo particolare. E chi doveva sfruttare il giacimento B sta ancora cercando di capire, ci sono queste gare, queste prospezioni che vanno avanti

Nel frattempo Timor East muore di fame!

Timor East che è stato l’oggetto di un genocidio che in percentuale è stato più grave di quello degli Ebrei della Shoah, in percentuale.

Non c’è morale, non c’è neanche pietà.

Timor East mi fa veramente girare un po’ le scatole. Timor East è stato veramente non solo distrutto ma proprio seviziato dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Gli australiani sono scappati da Timor East lasciandola nelle mani dei giapponesi che ne hanno fatto  carne da macello. Così per riscattarsi un po’ dopo qualcosa come 25 anni gli australiani hanno detto: va bene aiutiamo Timor East ad essere indipendente e sono tornati con questa operazione alla quale anche noi italiani abbiamo partecipato.

La grande propaganda era: siamo tornati a liberarvi, scusateci per quello che abbiamo fatto durante la seconda guerra mondiale adesso vi liberiamo

Liberato Timor East dagli indonesiani, le Nazioni Unite fanno un contingente di pace perché amministri veramente Timor East.

Chi è che fa il contingente di pace? I giapponesi.

Siamo matti? Questo è.

Quante civiltà?

Il numero di civiltà, il multiculturalismo è una condizione essenziale per gli equilibri umani, equilibri culturali, ma anche equilibri umani.

Noi nel mondo siamo ridotti ad avere due sole civiltà.

Guardate che quando si parla di due, si parla di dualità

E’ vero che si parla di dialogo, due che parlano, ma si parla anche di diavolo, due che si lanciano diabàllo, diavolo, che significa separare.

Quando si parla di due  si parla di una contrapposizione permanente.

Non è una cosa transitoria, se sono due civiltà e due culture, la famosa teoria dello scontro delle civiltà è uno scontro globale. Non è uno scontro tra la civiltà sumerica e la civiltà ittita,

No! E’ globale!

Quindi l’idea che ci sia un mondo, quello attuale in cui questa globalità è divisa in due culture, e le due culture sono la cristiano-giudaica e l’islamica che è una balla immensa, è comunque il faro politico di tutte le relazioni internazionali per cui il mondo è a due.

Questo non è banale e poi vi dirò qual è una delle conseguenze.

Criminalità. In 3 più è in aumento enorme. Efficienza del contrasto delle istituzioni nei confronti della criminalità è diminuito moltissimo e comunque per un valore 3 della criminalità, il contrasto efficace è 1, non è 3, quindi non siamo alla pari.

Questo a livello mondiale

Percezione della sicurezza: negativa.

Ciascuno di noi e tutti noi percepiamo questo pianeta e percepiamo la nostra comunità internazionale insicura e questo è un peccato.

Militarizzazione del contrasto nell’ambito della sicurezza: alto, incrementa, nel senso, quelle cose che una volta potevano essere fatte con strumenti di carattere prettamente civile, o strumenti di carattere economico, provvedimenti di cooperazione, adesso vengono fatti esclusivamente in termini militari.

Questa militarizzazione del contrasto a livello generale, cioè la militarizzazione completa della sicurezza è un fenomeno fondamentale ed è quello che induce tutti gli ambienti militari ad essere sempre più proiettati in avanti nella ricerca di strumenti e di metodologie nuove.

E qui adesso viene l’altro pezzo di analisi. Dove si sta combattendo? Dov’è che il contrasto, la dualità si vede e si manifesta in maniera pericolosa, fa dei danni?

Spazio, sembra niente ma nello spazio soltanto con la battaglia per il controllo delle frequenze, dei satelliti, delle comunicazioni che dai satelliti possono partire, per il controllo dei sistemi di difesa e di attacco che partono dai satelliti basati nello spazio, questo spazio è una dimensione che prima non esisteva come elemento di contrapposizione, invece oggi lo è, ancorché lo spazio sia stato di recente inserito nell’elenco dei commons, cioè dei beni comuni.

Tutti i commons devono essere salvaguardati come quello del fondo del mare,

Si pensa che lo spazio debba essere salvaguardato anche dalla militarizzazione

E’ vero in teoria, è vero nelle convenzioni, non è vero nella pratica.

Nell’ambiente, l’ambiente non è più soltanto il luogo dove avviene la guerra, l’ambiente è lo strumento, è l’arma guardate che a prescindere dalle realizzazioni pratiche, a livello teorico tra i pianificatori delle operazioni e delle guerre è già un elemento presente, non è un elemento futuribile.

Poi ovviamente il mare, le aree rurali e gli agglomerati urbani, gli agglomerati urbani sono l’elemento in cui si prevede il più grande e disastroso intervento della militarizzazione  non le megalopoli, quelle organizzate, quelle strutturate, come le grandi città americane ancora va bene, ma le grandi megalopoli caotiche come Rio de Janeiro, come le favelas, come Kimbara nel Kenya, come i campi rifugiati, i campi profughi che sono delle cose caotiche.

Lì dentro non si capisce chi comanda, chi non comanda, cosa fanno e perché, come avviene la gestione del potere queste zone saranno l’ambiente di scontro e di massimo danno per tutta l’umanità.

La parte militare sta preparando questo tipo di scenario per il futuro e in questo scenario ci sono ovviamente comprese le possibilità di sfruttamento dell’ambiente come si sfrutta l’ambiente dal punto di vista bellico?

Non solo dicevo per far vedere meglio gli aerei, si sfrutta anche come diceva il Prof. Pennetta come negazione della conoscenza, come negazione dell’informazione guardate che nell’ambito delle questioni ambientali non c’è disinformazione soltanto, c’è una pratica che è militare, si chiama denial of service,  si stabilisce che bisogna negare non soltanto la verità, la realtà o l’evidenza bisogna negare l’informazione determinate persone, determinati paesi, determinati luoghi non devono venire a conoscenza di queste informazioni.

Tsunami indonesiano

è ancora uno scandalo.

lo hanno detto e scritto in pochi, l’informazione, il preavviso che si stava avvicinando lo tsunami era disponibile a tutta la catena di controllo degli tsunami nel Pacifico gestita dagli Stati Uniti insieme ad altri paesi volutamente un anello non ha passato l’informazione all’Indonesia.

Un altro anello, leggermente più piccolo ma non meno importante in Indonesia ha fatto in modo che quando ha avuto l’informazione non l’ha diffusa laddove doveva diffonderla.

Negare l’informazione negare la conoscenza su un fenomeno è già un atto di guerra fondamentale e questo viene fatto, viene previsto, è un modo di guerra.

Gli altri aspetti sui quali si sta studiando.  Qualcuno di voi ha sentito parlare del sistema HAARP, questa possibilità che invece di influire soltanto su determinati punti locali si può influire sul clima anche di carattere globale e sull’ambito di carattere globale andando a creare artificiosamente dei punti più caldi o dei punti più freddi L’idea è banale, se qui c’è temperatura X e c’è umidità Y Se in un punto riesco ad aumentare la temperatura artificiosamente con un raggio laser, con qualsiasi cosa, la pressione qui intorno diminuisce, diminuisce la pressione e affluisce dall’alta pressione le altre masse, quindi tutta questa cosa si fa.

La stessa cosa fatta nelle correnti.

Se aumentiamo in un punto la temperatura e riusciamo a farlo con elementi elettronici, riusciamo a modificare e ad ottenere un vantaggio pauroso.

Se agiamo con esperimenti nucleari o anche micronucleari lungo le faglie dei terremoti noi induciamo un terremoto da qualche altra parte. Se riusciamo, sempre con esperimenti nucleari o non nucleari o comunque con altre cose, a creare una alterazione nei movimenti delle placche, non necessariamente in quelle continentali ma anche soltanto di quelle normali, si può fare e si possono creare molti danni.

Dopo il terremoto di Reggio Emilia sono grato a tutti quelli che mi scritto e che mi hanno citato, però mi hanno scritto e citato a sproposito, io non ho mai detto che il terremoto di Reggio Emilia fosse stato provocato dagli americani, Ci sono i terremoti che sono provocati dai terremoti, sono per conto loro, però qualcuno, ecco perché anche qui continuo a ripetere cautela, ha interpretato questa possibilità che è teorica in una volontà di farlo.

La tecnologia c’è! 

Queste esplosioni controllate che una volta venivano fatte, e tuttora, soprattutto per le prospezioni di carattere petrolifero, nel terreno, sotto il terreno, sotto il mare e nelle profondità marine per studiare un’esplosione fanno un onda. L’onda si trasmette nel terreno da qui fino alla Mongolia.  Da come si muove si possono indovinare le caratteristiche geologiche del terreno laddove queste caratteristiche coincidono con le caratteristiche teoriche dei giacimenti di petrolio o di gas. Là sono le zone in cui si va a fare la prospezione. Le grandi compagnie petrolifere fanno la carotatura , fanno delle grandi trivellazioni, ma una volta che hanno individuato la zona di massima dove ci sono queste caratteristiche, come lo fanno? lo facevano fino a non molti anni fa, e continuano a farlo ancora adesso, con micro esplosioni.

Di recente una 10-15 anni fa con la dismissione di molti ordigni nucleari, considerate che mediamente era 28mila degli Stati Uniti e 30mila l’Unione Sovietica, oggi siamo a 7200 da una parte e dall’altra dicono che ne hanno solo 3mila, non c’è nessun motivo di essere tranquilli e sereni, bastano per fare ribaltare il mondo 3-4 volte!

Ma questi ordini nucleari che da 28mila diventano 7mila. Non è che potete prenderlo e buttarlo nel cestino della spazzatura e aspettare che il sindaco Matteo Renzi lo porti via.

No! non si può fare.

(questo è un affare)

E comunque tutto il nucleare a partire dal materiale fissile che può essere riutilizzato come combustibile, ogni ordigno di carattere termonucleare ha avuto un ordigno atomico fissile come innesco. 

La pallottola della pistola ha la cartuccina dell’innesco. Il cane della pistola batte sulla cartuccina, la cartuccina esplode e fa esplodere la carica. Queste cartuccine sono tutti ordigni nucleari di carattere fissile e vanno da 0,5 ai 5 kilotoni di potenza.

Sono sul mercato, sono disponibili, non sanno che farne! E allora le grandi compagnie petrolifere hanno detto: 1 kilotone vuol dire1000 tonnellate di tritolo, invece di trasportare 1000 tonnellate di tritolo con 20 navi e portarle in un posto per fare un’esplorazione, datemi sta cartuccina.

Gli Stati Uniti ci hanno pensato un po’, dicono di aver risposto di no alle compagnie petrolifere, ma mi sembra un po’ strano dal momento che il vicepresidente degli Stati Uniti è anche amministratore delegato della compagnia petrolifera, cominciano a venirmi i sospetti, però ci crediamo perché ci vogliamo tutti bene.

Però, quelli ci hanno pensato, la tecnologia c’è e la disponibilità c’è, ce n’è tanta!

Un ordigno di mezzo kilotone o 1 kilotone messo in una faglia produce un terremoto da un’altra parte, ha la potenzialità di indurre terremoti anche a migliaia di kilometri

Qualcuno, in termini di carattere teorico ma neanche tanto, per colpire degli obiettivi all’interno della Cina, uno era un poligono spaziale e un altro un poligono nucleare. Sono distantissimi proprio all’interno del continente. Qualcuno, inizi anni 90, aveva fatto la pianificazione di indurre un terremoto con delle esplosioni che partivano da Okinawa, nel Pacifico si individua qual è la linea di frattura che viene alimentata e da lì si parte.

Non vi voglio più spaventare o non vi voglio spaventare più di tanto noi dobbiamo stare attenti soprattutto anche dal punto di vista democratico di controllare che determinate potenzialità o capacità teoriche diventino pratiche.

Quindi non so se le scie chimiche sono o non sono, questo ve l’assicuro e ne parleremo se volete, ma se ci sono e sono prodotte da qualcuno in maniera deliberata,  bisogna controllare che questo qualcuno faccia queste cose per un motivo che vada bene anche per noi, se non va bene anche per noi, ci dobbiamo OPPORRE.

GENERALE FABIO MINI: LA GUERRA AMBIENTALE È IN ATTO

 

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