EUROPOL la NSA europea

Da adesso il coordinamento fra le polizie europee potrà acquisire e conservare i dati delle persone. Non solo quelli relativi a chi è sospettato di aver commesso un reato ma di tutti. Ignorate le preoccupazioni delle associazioni per i diritti civili.

Il Garante privacy Ue Wojciech Wiewiórowski a poche ore di distanza dalla pubblicazione sulla Gazzetta ha reso pubblico la misura, ha manifestato con una nota ufficiale, il suo dissenso. Totale dissenso. Wiewiórowski fino ad ora è stata l’unica voce che ha provato ad opporsi.  Tace la politica, tace la sinistra. Tace il mainstream.

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Spesso notiamo come alcune nazioni estere non abbiano alcun riguardo per la privacy internettiana dei propri cittadini, che i dati siano utilizzati senza ritegno per ottimizzare i sistemi di sorveglianza. In tal senso, l’Unione Europea si è sempre dimostrata una virtuosa eccezione, tuttavia un recente emendamento si è assicurato di garantire all’Europol quegli stessi poteri invasivi che critichiamo aspramente ai Governi autoritari. 

Facciamo un passo indietro. L’Europol è l’agenzia UE che coordina le polizie dei Paesi Membri quando queste sono impegnate in indagini relative al crimine organizzato di portata internazionale. Come tutte le attività di sicurezza governative, l’Europol non è soggetta alle leggi sulla privacy digitale codificate nel GDPR, tuttavia esistono comunque alcune limitazioni attraverso cui si tutelano i cittadini da eventuali abusi. Limitazioni garantite tra le altre dal Data Subject Categorisation (DSC), il quale è appena stato annichilito.

Senza troppe cerimonie e nel silenzio generale, il 27 giugno 2022 Parlamento e Consiglio UE si sono assicurati di formalizzare un emendamento che è immediatamente entrato in vigore. La modifica alla legge europea ha ampliato nettamente i poteri dell’Europol, entità che in passato era peraltro finita nel mirino dello European Data Protection Supervisor (EDPS), l’autorità di sorveglianza indipendente che vigila sulla tutela della privacy da parte delle istituzioni europee.

Lo scorso gennaio, l’EDPS aveva denunciato che il modo di gestire i dati da parte dell’Europol fosse contrario alle norme di legge, ovvero che l’agenzia poliziesca preservasse illegalmente nei propri archivi le informazioni di soggetti non coinvolti nei crimini al centro delle indagini. Per risolvere l’abuso, l’organo di vigilanza aveva imposto che le informazioni raccolte venissero scremate e regolarizzate nell’arco di dodici mesi, pena la cancellazione coatta di quanto contenuto sui server.

Con il recente emendamento, l’Unione Europea non si è solamente assicurata di annullare i presupposti su cui si appoggiava la decisione dell’EDPS, ma ha anche provveduto a intensificare considerevolmente l’efficienza della sorveglianza poliziesca. L’Europol può infatti ora trattare i dati dei non indagati al pari di coloro che hanno legami con la malavita e tale variazione ha valore retroattivo, quindi va di fatto ad annullare l’ordine di adeguamento.

Non solo, come spiega la stessa polizia europea, l’aggiornamento assicura ai suoi uffici la possibilità di sviluppare e applicare nuove tecnologie ai fini di combattere la malavita internazionale, nonché garantisce maggiore spazio di manovra nell’ottenimento dei dati digitali direttamente dalle aziende private. Considerando che nel 2023 dovrebbe entrare in campo il progetto europeo di gestione dei dati criminali attraverso sistemi di machine learning e Big Data, INFINITY, le tempistiche non possono che sollevare qualche preoccupazione.

L’Europol sostiene che l’emendamento appena siglato andrà a rinvigorire le funzioni dell’EDPS, una posizione che non è però condivisa dall’EDPS stessa, la quale parla invece di «indebolimento del diritto fondamentale alla protezione dei dati». L’organo di vigilanza sottolinea quindi che i nuovi poteri polizieschi non siano compensati da tutele adeguate e fa notare che ora starà all’Europol autonormarsi per non sfociare in ulteriori abusi. Non certo una garanzia.

[di Walter Ferri] 

FONTE https://www.lindipendente.online/2022/06/30/bruxelles-da-via-libera-alla-sorveglianza-totale-delleuropol-la-polizia-europea/

Europol quegli stessi poteri invasivi che critichiamo aspramente ai Governi autoritari, Europol ha fornito dati europei dal sistema di transazioni finanziarie SWIFT al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, finendo alla CIA.

Due relazioni ufficiali al Congresso degli Stati Uniti, disponibili per ORF.at, rivelano la quantità di dati che affluiscono negli Stati Uniti e le regole che governano questa partnership transatlantica per l’estrazione dei dati. CONTINUA 

Ho come l’impressione che la Russia non solo si aspettasse l’esclusione dal cosiddetto sistema Swift, per il tracciamento delle  transazioni bancarie e finanziarie,  ma in un certo senso fosse contenta di esserne uscita ed essere stata costretta ad utilizzare un sistema alternativo: ora lo si può ben capire da quando cioè si è scoperto che Europol, l’agenzia di polizia dell’UE, fornisce agli Stati Uniti a alla Cia i dati europei di Swift. I rapporti del Congresso degli Stati Uniti, indagati dal giornalista Erich Moechel, specializzato in sorveglianza digitale, mostrano come funziona la “partenariato di data mining” tra Europol e gli Stati Uniti: si tratta di un rapporto a senso unico visto che i dati viaggiamo unicamente dall’Europa agli Usa. CONTINUA Il sistema bancario Swift è in mano alla Cia

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CONSIGLIO VISIONE

Cosa si intende per raccolta dei dati e come funziona?

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